LUIGI PULCI BREVE BIOGRAFIA
LUIGI PULCI BREVE BIOGRAFIA
Nacque a Firenze da un’antica e nobile famiglia, ormai dissestata. Frequentò la casa della potente famiglia dei Medici che era il luogo di ritrovo dei più nobili ingegni del tempo; fu accolto con gran simpatia dalla madre di Lorenzo il Magnifico, che lo esortò a scrivere la sua opera maggiore: “MORGANTE”.
Dopo il 1473, il Pulci fu spesso lontano da Firenze, perché allo scopo di risanare il bilancio familiare, si era messo al servizio di un importante condottiero dell’epoca, Roberto di Sanseverino. Morì a Padova nel 1484.
Il Pulci non ebbe una vera cultura umanistica perché fu distratto dagli studi dalle necessità della vita. Si è interessato maggiormente della letteratura popolare che sentiva più vicino al suo spirito rispetto a quella dotta.
L’opera più importante dei Pulci è: il “Morgante Maggiore”, un poema in ottave di argomento cavalleresco. La trama del poema è la seguente: il paladino Orlando abbandona sdegnato Parigi, non riuscendo più a sopportare le calunnie di Gano di Magonza a cui il vecchio Carlo Magno, si reca in Asia fra gli infedeli. Capita in un convento infestato da tre giganti, ne uccide due e ne converte il terzo, Morgante, alla fede cristiana, facendone il proprio scudiero.
In Asia Orlando è raggiunto dal cugino Rinaldo, anch’egli contro Carlo, e insieme compiono mirabili avventure. Poi, quando la Francia è minacciata dai Saraceni, ritornano, dimentichi di ogni offesa, per aiutare Carlo Magno e la cristianità minacciata. Ma Gano, che ha un odio mortale contro Orlando e Rinaldo, macchina con i Saraceni, un infame tradimento.
A Ronscivalle, Orlando che è a capo della retroguardia francese, è assalito e circondato da uno sterminato esercito saraceno e muore dopo un’eroica resistenza; Carlo Magno non può far altro che vendicarne atrocemente la morte, uccidendo il re dei saraceni e il traditore Gano.
In quest’opera il Pulci rappresenta il mondo degli esseri furbi e senza scrupoli, che vivono alla giornata, senz’altra preoccupazione della soddisfazione dei loro desideri, ottenuti mediante la violenza e l’astuzia.