IL GOBBO DI NOTREDAME RIASSUNTO

IL GOBBO DI NOTREDAME RIASSUNTO

IL GOBBO DI NOTREDAME RIASSUNTO

(capitolo 1)

Molti anni fa a Parigi si festeggiavano,  nello stesso giorno, l’ epifania e la festa dei matti, dove si eleggeva il Papa dei matti cioè quello che era più abile nel fare smorfie e buffonate.

Il più orrendo e ripugnante era Quasimodo, il campanaro di Notre Dame, che a furia di suonare le campane era diventato sordo. L’incoronazione si svolse al palazzo di Giustizia, dove era in atto una rappresentazione teatrale, e Pierre Gringoire era l’autore del testo.

Tutta  la gente presente, però, voleva eleggere il Papa dei matti, quindi la rappresentazione teatrale non iniziò mai.

(capitolo 2)

Un corteo portò in giro per le vie della città Quasimodo, arrivarono in una piazza chiamata Place de Grever dove si svolgeva uno spettacolo di una bellissima zingara, Esmeralda. All’improvviso giunse Claude Frollo, l’arcidiacono di Notre-Dame

arrabbiato per il popolo in festa perche pensava solo ai piaceri. L’arcidiacono era innamorato di Esmeralda, ordinò a Quasimodo di rapirla.

Iniziò l’ inseguimento per tutta Parigi, la bella Esmeralda riuscì a scappare grazie all’ aiuto del capitano degli arceri Phoebus, che catturò Quasimodo. Esmeralda si commosse alla vista del Gobbo, che fu assalito da tutti i ladri e malfattori che erano in piazza e minacciato che se non fosse diventato uno di loro lo impiccavano oppure per salvarsi doveva sposarlo una donna.

In quel momento arrivò Esmeralda e si propose lei come sposa.

(capitolo 3)

Quasimodo era un bambino che fu abbandonato da una donna, davanti alla chiesa di Notre-Dame. Era talmente brutto che chiunque passava e lo vedeva era disgustato. Fu il cardinale Don Frollo che ebbe il coraggio di portarlo con se. Quasimodo era zoppo, gobbo, gli mancava un occhio e le campane lo avevano fatto diventare sordo, crebbe da solo dentro la chiesa e l’unico amico che aveva era Don Frollo.

(capitolo 4)

Il giorno dopo la festa, ci fu al palazzo di Giustizia il processo a Quasimodo. Sia il giudice che lui erano sordi, quindi finì che il giudice senza capire quello che era successo e quello che si diceva in aula, condannò l’imputato alla Berlina. La condanna fu eseguita subito, in piazza. I soldati lo legarono alla ruota, lo frustarono e gli tiravano sassi. Ma all’improvviso arrivò Esmeralda, che con gentilezza e compassione, si avvicinò e gli diede da bere. Mai nessuno aveva tenuto conto di Quasimodo il quale, dopo questo gesto, si innamora di Esmeralda.

Ad un tratto una donna gridò, era Gudula la matta chiusa nel buco dei topi, alla quale , si racconta, degli zingari le avrebbero rubato la figlia, quando era piccola. Da allora lei era diventata matta ed odiava tutti gli zingari.

(capitolo 5)

Dopo il giorno della berlina, Quasimodo umiliato ritornnella sua cattedrale. Sul balcone di una casa vicina vedeva delle ragazze ben vestite che parlavano con un uomo in divisa, era il capitano Febo. Ad un certo punto dalla piazza si sentì il suono di un tamburello, era Esmeralda. Il capitano la chiamò dal balcone ed ella salì nel palazzo. Le fanciulle presenti erano invidiose della sua bellezza e iniziarono a deriderla per comre era vestita e per la capra che portava con se. Ma quella era una bellezza che piaceva al capitano.

Anche Don Frollo, si precipitògiù in piazza per vederla. Poco più in là c’era Pierre Gringoire che in fretta gli raccontò di quella sera in cui aveva rischiato la vita ed Esmeralda lo salvò, diventando sua moglie. Don Frollo era irritato, ma Gringoire gli giurò di non averla mai toccata.

Proprio quel giorno Jeahn Frollo si presentò dal fratello, che non lo vedeva di buon occhio, per chiedergli del denaro. Jeahn usciendo dalla cattedrale incontrò il capitano Febo e lo invitò a bere all’osteria, nel frattempo Don Frollo li seguiva nascosto sotto un mantello nero. L’uomo nascosto nell’ombra capì che il capitano aveva un appuntamento con Esmeralda. Ribbolliva di rabbia, a vedere quei giovani in atteggiamento amoroso, quindi prese il pugnale spense la luce  e accoltellò il capitano.

(capitolo 6)

La povera zingara venne incolpata, inprigionata e interrogata, ma lei convinta che il capitano fosse morto, non disse mai nulla dell’ accaduto. Parlava solo del suo amore per Febo. Venne chiusa in una cella buia e torturata, fino a quando disperata confesò di avere ucciso lei il capitano e di avere aiutato l’ uomo che era con lei in quella stanza. Un giorno venne a trovarla nella cella un uomo vestito di nero, era Don Frollo. Lei lo riconobbe come quell’uomo che quella sera aveva ucciso. Lui le confessò che la amava e che se si concedeva a lui l’ avebbe liberata. Ma lei si rifiutò così venne condannata a morte.

(capitolo 7)

Davanti alla cattedrale di Notre Dame iniziò la processione, sul carro c’era Esmeralda, che ad un tratto vide il capitano Febo che credeva fosse morto. Quasimodo la rapisce e la porta in chiesa dove gode del diritto d’ Asilo.

La ragazza era ora al sicuro in chiesa, ma c’era voce in città che correva il rischio, che ugualmente, sarebbe stata catturata e giustiziata.

(capitolo 8)

Quasimodo capì che stava succedendo qualcosa quella notte in piazza e che il pericolo si avvicinava. Un gruppo numeroso si avvicinava alla cattedrale, nel frattempo Quasimodo lanciò dall’alto travi di legno e pietre e faceva cadere chiunque tentava di salire con delle scale. Quasimodo non pensava a se stesso ma a salvare Esmeralda. All’improvviso le guardie del re comparvero nella pizza, erano soldati armati e alla fine i rivoltosi dovettero cedere.

(capitolo 9)

Nel frattempo Esmeralda fu liberata due uomini, uno di loro era Gringoire. La portarono fuori dalle mura della cattedrale e la condussero in una barca e arriveranno fino alla piazza dove c’era la barca. L’altro uomo purtroppo per lei era Don Frollo, che la afferrò e la trascinò  per tutta la piazza.

(capitolo 10)

Quasimodo aveva capito subito che qualcuno aveva portato via Esmeralda e cominciò a cercarla per tutta la chiesa; si disperò e pianse. Poi vide Don Frollo guardare un punto fisso di fronte a sé, e anche il gobbo guardò in quella direzione. Vide della folla, degli uomini salire sulle barche, il boia che faceva salire Esmeralda su uno sgabello e che le sistemava il cappio intorno al collo. Poi vide, Don Frollo che rideva, Quasimodo si lanciò sul prete lo afferrò e lo lanciò nel vuoto.

Quasimodo scomparve quel giorno stesso e nessuno lo vide mai più. Qualche anno dopo, nella fossa dove venivano gettati i cadaveri, trovarono uno scheletro di una donna vestita di bianco abbracciata ad uno scheletro di un uomo deforme, con una gamba più corta dell’ altra, la schiena deforme.

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