STORIA DI IQBAL TRAMA

STORIA DI IQBAL TRAMA


Titolo del libro: Storia di Iqbal

Autore: Francesco d’Adamo

Genere: romanzo

Ambientazione: Pakistan

Tempo: età contemporanea

Protagonista: Iqbal Masih


Trama: questo libro narra la storia del dodicenne Iqbal, costretto, come altri ragazzi, a lavorare tutto il giorno in una fabbrica di tappeti. Quando era più piccolo venne ceduto dalla sua famiglia per avere il denaro sufficiente a guarire suo fratello, gravemente malato. Così venne venduto ad Hussain Khan, proprietario di una fabbrica di tappeti clandestina, dove vengono sfruttati molti bambini. Il ragazzo è molto abile, lavora instancabilmente e produce tappeti bellissimi, e proprio per questo il padrone conta molto su di lui. Nella fabbrica fa amicizia con tutti gli altri bambini che condividono la sua stessa sorte, ma specialmente con Fatima, una bambina che lavora nella fabbrica da anni, ed è ormai sicura di trascorrerne lì molti altri. Ma Iqbal crede che esista un modo per scappare, trovare la libertà e giocare e divertirsi come fanno tutti i bambini liberi.

Egli, però, sa che per riuscire nell’intento ce la deve mettere tutta e che deve trovare un modo per ribellarsi. Così, a conclusione di un bellissimo tappeto da lui prodotto, lo distrugge sotto gli occhi di Hussain Khan e della moglie che lo conducono nella Tomba, una prigione dove vengono rinchiusi i bambini che disobbediscono al padrone.

Quando esce dalla Tomba, nonostante sia stanco e stremato, si sente orgoglioso di sé stesso, e ha capito che deve continuare la sua lotta per salvarsi insieme ai suoi compagni, ma per salvare anche molti altri bambini che come loro vengono sfruttati.

Una mattina Iqbal scappa via non lasciando tracce, e torna il giorno dopo accompagnato da due poliziotti che perquisiscono la casa di Hussain Khan e il laboratorio ma infine, quando l’uomo dà loro del denaro per farli tacere, essi accettano. Ma neanche questo episodio lo scoraggia ed egli sa che per riuscire nell’intento deve rivolgersi direttamente agli uomini del Fronte per la Liberazione dal Lavoro Minorile. Così, scappa nuovamente di nascosto per andare a parlare con gli uomini del Fronte e per condurli al laboratorio di Hussain Khan. Al suo ritorno, questa volta, il ragazzo è accompagnato da Eshan Khan, un uomo che dedica la sua vita a liberare bambini costretti a lavorare, altri due uomini del Fronte, un poliziotto ed un magistrato. Essi arrestano Hussain Khan e liberano tutti i bambini che lavoravano nella fabbrica, conducendoli nella sede del Fronte per la Liberazione dal Lavoro Minorile fino a quando non verranno rintracciate le loro famiglie. Essi vengono ben accolti da Eshan Khan, da sua moglie e dagli altri uomini del Fronte, ma soprattutto si divertono molto giocando liberamente come normali bambini. Iqbal lotta con Eshan Khan per salvare molti bambini, infatti ne libera trentadue da una tessitura di tappeti clandestina. Egli, però, non si accontenta di questo perché vuole aiutare Eshan Khan in modo ancora più attivo, anche se l’uomo lo ritiene troppo giovane per fare questo lavoro così rischioso. Ma Iqbal continua a liberare bambini e a parlare in piazza insieme ad Eshan Khan. Una sera egli accoglie Iqbal e Fatima nel suo ufficio per comunicarli una bellissima notizia: Iqbal ha vinto il premio “Gioventù in azione” che ogni anno premia un ragazzo che si è distinto per fare qualcosa di utile. Inoltre Iqbal andrà a Stoccolma per discutere sulla sua lotta, e infine a Boston dove terrà un altro incontro e ritirerà il premio. Iqbal parte con Eshan Khan, mentre Fatima, dopo averlo salutato, ritorna dalla sua famiglia. Prima della sua partenza, però, chiede a Maria, una bambina rimasta ancora alla sede del Fronte, di scriverle una lettera per tenerla informata su tutto ciò che accade. Infine, Fatima, tornata dalla sua famiglia, deve ripartire con i suoi fratelli per andare in Europa per una nuova vita. Il giorno prima della partenza le arriva una lettera da parte di Maria che la rattrista molto: Iqbal è morto assassinato mentre trascorreva felicemente la Pasqua al suo paese con la sua famiglia. Al giorno d’ oggi Iqbal è diventato il simbolo della lotta contro lo sfruttamento minorile, ed è un ragazzo da apprezzare per tutto ciò che ha fatto.

Osservazioni personali: questo libro espone ai ragazzi il modo di vivere come schiavi di Iqbal, Fatima, e gli altri bambini che lavorano nella fabbrica di Hussain Khan come fosse una storia. Ma questo problema, purtroppo, esiste nel mondo odierno e deve essere risolto al più presto perché tutti i bambini al mondo hanno il dovere di studiare, di giocare e di divertirsi.


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