LE RIME TORQUATO TASSO
Lungo l’arco di tempo che va dal 1560 al 1595, il Tasso scrisse e rielaborò numerosissime rime in una raccolta di circa 2000 liriche tra sonetti, canzoni e madrigali.
Queste liriche si possono suddividere in :
Rime d’amore e galanteria, risalenti agli anni della gioventù e dedicate tra le altre anche a Lucrezia Bendiddio e Laura Peperara. Riprendono i temi della poesia petrarchista e fanno parte del periodo più felice della vita del Tasso.
Rime di diflessione e di meditazione dolorosa che ritraggono lo stato d’animo del poeta nei momenti in cui si lascia andare a confessioni, ricordi, patimenti. Si tratta in genere di componimenti malinconici appartenenti al periodo della chiusura in ospedale. Tra di essi spiccano il Metauro nel quale rievoca i casi dolorosi della sua giovinezza e la canzone alle principesse Estensi “O Figlie di Renata” dove il poeta spera nella magnanima pietà del duca Alfonso.
Rime di Ispirazione Religiosa dove si esprime lo smarrimento del poeta di fronte alla coscienza del peccato e alla sua costante aspirazione alla pace alla serenità interiore. Si tratta principalmente di componimenti degli ultimi anni della vita del poeta
Rime cortigiane ed encomiastiche scritte in lode degli Estensi e degli altri signori del tempo che diedero ospitalità al poeta. Si tratta di componimento d’occasione senza una vera ispirazione poetica
Nelle rime del Tasso è evidente l’intonazione Petrarchesca (immagine ideale della donna e della bellezza femminile, elaborazione stilistica e metrica) ma si viene delineando il nuovo gusto del “Manierismo” (preziosità espressive, forme ricercate)