GERUSALEME LIBERATA TRAMA
GERUSALEME LIBERATA TRAMA
L’azione principale è costituita dall’assedio posto a Gerusalemme dall’esercito cristiano comandato da Goffredo di Buglione. Ma Al racconto propriamente epico dell’assedio, che fra varie difficoltà si protrae per circa tre mesi, s’intrecciano patetiche storie d’amore: della fanciulla Erminia per Tancredi, di Tancredi per Clorinda che l’eroe cristiano uccide in duello non avendola riconosciuta, di Armida e Rinaldo, per non dire del significativo episodio di Olindo e Sofronia nel canto II. Gli ostacoli maggiori alla vittoria cristiana sono posti, oltre che dal valore di guerrieri pagani quali Argante e Solimano, dall’incantesimo fatto dal mago Ismeno alla selva da cui i cristiani dovrebbero prendere legname per le loro macchine di guerra, da una spaventosa siccità e, prima di tutto, dalla diserzione di Rinaldo. Questi infatti, venuto a contesa con Gernando di Norvegia, lo uccide e per sottrarsi alla giusta punizione abbandona l’esercito e finisce per cedere agli incantesimi di Armida, la bellissima maga che era venuta nel campo dei crociati per distogliere dalla guerra il fiore degli eroi. Dal luogo di delizie creato per lui da Armida nelle Isole Fortunate, Rinaldo viene però distolto da Carlo il Danese e Ubaldo. Egli ritorna così all’impresa, cui è chiamato per destinazione divina, come già Achille all’assedio di Troia; ma Armida, da incantatrice divenuta una infelice donna innamorata, giura la vendetta. Avvenuta la purificazione dell’eroe sul monte Oliveto, si combatte intorno a Gerusalemme la battaglia decisiva, che dà la città santa in mano ai crociati: Rinaldo si riconcilia con Armida e dalla loro unione discenderà la stirpe degli Estensi; Goffredo scioglie il voto entrando nel tempio di Gerusalemme e deponendovi le armi.