JONA CHE VISSE NELLA BALENA TRAMA

JONA CHE VISSE NELLA BALENA TRAMA


-LA TRAMA-

Il film racconta la storia di un bambino che vive ad Amsterdam, ma dal 1940 al 1945, durante la Seconda guerra mondiale, si trova internato insieme ai genitori nel campo di sterminio di Bergen-Belsen. Dopo l’occupazione della città di Amsterdam da parte dei tedeschi, Jona viene deportato inizialmente in un campo di lavoro, dove può stare assieme ai genitori. In seguito viene portato a Bergen-Belsen, nel nord della Germania, insieme a tutta la sua famiglia. Qui Jona passerà tutta la guerra, in una baracca con la madre, mentre il padre sta nella sezione maschile. Sono poche le persone che lo trattano con gentilezza: il cuoco del lager, che gli offre il cibo avanzato, e il medico dell’ambulatorio che, in cambio di buoni sigari, permette alla famiglia Oberski di incontrarsi in occasione del compleanno del papà, in fretta e con tanta paura. Successivamente il padre muore stremato. I soldati sovietici riescono a far evadere tutti gli ebrei di quel campo mentre si trovano su dei vagoni merce, portandoli in un villaggio russo, ma la madre nonostante ciò muore semidelirante nell’ospedale del villaggio. Dopo la morte della madre, Jona viene affidato ad una ragazza, Simona poi viene generosamente accolto dai signori Daniel, una coppia di Amsterdam che aveva offerto lavoro al padre di Jona all’inizio della guerra. Jona per lungo tempo si rifiuta di mangiare, bere, giocare come tutti i bambini della sua età e molto spesso anche di parlare con le persone, ma, tornato a vedere la sua vecchia casa, sarà assalito dai ricordi e rinascerà.


La biografia del protagonista Jona Oberski nacque nel 1938 da una famiglia ebrea che l’anno prima aveva lasciato la Germania nazista per stabilirsi nei Paesi Bassi. Appena due anni dopo, con l’invasione delle truppe tedesche, gli Oberski furono arrestati e condotti al campo di concentramento di Westerbork, per passare poi a Bergen-Belsen. Nell’aprile 1945, nei giorni immediatamente precedenti alla liberazione del campo, Jona fu evacuato assieme ad altri 2.500 prigionieri su un trasporto ferroviario che per due settimane vagherà nei territori della Germania ormai in gran parte occupata dalle truppe alleate, in cerca di un corridoio per raggiungere il Campo di concentramento di Theresienstadt, spingendosi sempre più a est fino ad essere liberato dalle truppe sovietiche nei pressi della cittadina tedesca di Tröbitz. Jona riuscì a sopravvivere alla Shoah, ma perse entrambi i genitori.
Al termine della guerra tornò ad Amsterdam e fu accudito da una famiglia adottiva. Oggi è un fisico nucleare, è sposato e ha tre figli. Le vicende di Jona sono raccontate nel libro autobiografico Anni d’infanzia. Il film Jona che visse nella balena, del regista Roberto Faenza, racconta abbastanza fedelmente le vicende del libro.

/ 5
Grazie per aver votato!

Privacy Policy

Cookie Policy

error: Content is protected !!