INFARTO INTESTINALE

INFARTO INTESTINALE

INFARTO INTESTINALE

L’infarto intestinale (od ischemia intestinale) si verifica quando i vasi sanguigni che affluiscono all’intestino si contraggono o si ostruiscono, riducendo così l’afflusso di sangue. L’ischemia può colpire l’intestino tenue o il colon, oppure entrambi. La riduzione nel flusso di sangue può causare dolore e procurare lesioni permanenti all’intestino.


L’infarto intestinale, detto anche strozzamento intestinale, altro non è che una necrosi di una parte dell’intestino, che è provocata solitamente da un disturbo vasomotorio, ma che tra le cause annovera anche un’occlusione della circolazione arterovenosa mesenterica. Una patologia davvero molto particolare, che si manifesta con sintomi ben precisi e che va affrontata con cure specifiche.

L’infarto intestinale non dà segnali di preavviso, ma si manifesta all’improvviso. Il paziente è solito riportare dolori addominali davvero molto forti, accompagnati solitamente da vomito, occlusione intestinale, diarrea sanguinolenta e persino comparsa di edema. Chi ne soffre potrebbe riportare anche un polso accelerato, una caduta della pressione arteriosa e anche stato di shock profondo.

Nel caso si manifestassero questi sintomi, bisogna immediatamente contattare un dottore, che saprà valutare se si tratta o meno di infarto intestinale: toccando l’addome noterà che è rigonfiato e il paziente lamenterà dolore al tatto. Ma la conferma vera e propria di questa patologia arriva attraverso un esame particolare, la laparotomia esplorativa, l’unico in grado di confermare o smentire la diagnosi.

Cosa fare se si è colpiti da infarto intestinale? Se la diagnosi è stata fatta sui dati clinici, si può ricorrere ad un trattamento anticoagulante e trombolitico, che nell’immediato scongiura altri pericoli, come emboli o affini. Questa terapia dura almeno cinque giorni: dopodiché il paziente viene solitamente controllato e se l’infarto intestinale non è guarito, l’unica strada che rimane è quella dell’intervento chirurgico.

Dopo l’intervento, se la rivascolarizzazione si svolge in tempi rapidi, il recupero è veloce è ottimale, ma nei tre quarti dei casi l’intervento arriva troppo tardi, causando un peggioramento della situazione, con parte dell’intestino ormai andato in necrosi. In questo caso si dovrà tornare sotto i ferri per l’asportazione della parte di tubo digerente interessata.

FONTE:

http://www.benessereblog.it/post/24071/linfarto-intestinale-i-sintomi-e-le-prime-immediate-cure

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