DANTE VITA NUOVA FORMAZIONE DELL’OPERA

DANTE VITA NUOVA FORMAZIONE DELL’OPERA


-Firenze ai tempi di Dante era un ambiente culturale con varie
tendenze poetiche che coesistevano.
Dante iniziò a scrivere liriche d’amore di tipo cortese,
riprendendo il modello di Guittone d’Arezzo, il suo linguaggio
astruso e gli artifici formali, ma poi conobbe Guido Cavalcanti.
Con lui e altri amici formò il gruppo dei poeti stilnovisti, che
inaugurò un nuovo tipo di poesia: il dolce stil novo: uno stile
dolce e leggiadro, con sintassi e ritmo scorrevoli, senza parole
aspre e cacofoniche. L’amore è visto come tormento e sofferenza
del poeta.
Nella Vita nuova Dante si distacca dalla poesia dello Stilnovo.
Dopo la morte di Beatrice decide di raccogliere le liriche più
significative, precedute da un commento che ne spiega l’occasione,
e seguite da un commento stilistico. La Vita nuova così non è solo
un canzoniere di poesie d’amore, ma una sorta di diario poetico,
che vede nelle poesie un senso profondo e unitario, lo svolgimento
di una vicenda interiore.
L’opera fu scritta tra il 1293 e il 1295.
Il titolo, Vita nuova, indica il rinnovamento spirituale provocato
nel poeta da un amore eccezionale ed altissimo.
Contenuti:
Dante narra di aver incontrato Beatrice per la prima volta all’età
di nove anni e di essersene perdutamente innamorato.
Dopo altri nove anni Dante incontra di nuovo Beatrice e nel saluto
della “gentilissima” ripone tutta la sua felicità.
Il numero nove indica la trinità (carattere miracoloso della
donna).
Secondo i rituali dell’amor cortese, Dante tiene nascosta a tutti
l’identità della donna amata, e per far questo rivolge il suo
amore ad altre donne, “donne dello schermo”. Ma ciò suscita le
chiacchiere della gente e provoca lo sdegno di Beatrice, che gli
nega il saluto, facendolo sprofondare in uno stato di profonda
sofferenza. Questa è la prima parte dell’opera che utilizza come
modello la poesia dello Stilnovismo di tipo cavalcantiano,
incentrata sull’analisi dei tormenti d’amore.
Con la negazione del saluto di Beatrice, Dante capisce che il suo
amore dev’essere riposto in qualcosa di più alto che non può
venirgli a mancare: le parole che lodano la donna.
Inizia così la seconda parte, con una materia nuova e più nobile:
la lode della gentilissima. In questa seconda parte vi sono rime
in lode di Beatrice. Una visione preannuncia però la morte della
donna che poco tempo dopo avviene realmente, provocando in Dante
un grandissimo dolore, mitigato dalla consolazione di una donna
gentile (filosofia). Beatrice però gli riappare in sogno e tutti i
pensieri di Dante tornano a lei.
Inizia così la terza parte dell’opera dove Dante ha la visione di
Beatrice splendente nell’Empireo, in tutta la gloria del Paradiso
(ultimo sonetto: Oltre la spera che più larga gira).
Nell’ultimo capitolo Dante accenna a un’ultima visione che gli
proibisce di parlare di Beatrice sin quando non potrà più
degnamente parlare di lei.
La Vita nuova si pone così come ricapitolazione di un’esperienza
reale passata d’amore, ma anche come vicenda simbolica ricca di
significati segreti, dove luoghi e persone sono indeterminati.
L’atmosfera di sogno, impalpabile ed evanescente, sottratta ai
limiti del tempo e dello spazio, come una vicenda esemplare,
valida universalmente, crea un carattere irrealistico.
Riassumendo, l’opera si può dividere in tre parti:
prima parte: canone dell’amore cortese: l’amante può sperare in
una ricompensa: il saluto.
Seconda parte: l’amore diventa fine a se stesso:
amore = contemplare e lodare la creatura altissima.
Terza parte: amore mistico, dei teologi medievali, dei beati in
cielo = si trova la beatitudine solo nella contemplazione e nella
lode di Dio.
Note e riflessioni di approfondimento:
Se nello Stilnovismo Dio, tramite la donna, si manifestava al
poeta e viceversa il poeta amava la donna in quanto creatura
perfetta, e al di sopra di ogni cosa, in Dante non vi è più
conflitto tra l’amore per la donna e l’amore per Dio in quanto
l’amore per la donna porta proprio esattamente fino a Dio.
Parlare di donna-Angelo non è più una metafora poetica.
Anche nella Vita nuova abbiamo un viaggio verso Dio con Beatrice
come guida, come sarà poi nella Commedia.

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