Analisi del testo di funere mersit acerbo

Analisi del testo di funere mersit acerbo


PARAFRASI

TU (si tratta del fratello Dante), che sei sepolto sulla collina toscana, piena di fiori (cimitero di San Miniato al Monte), non hai udito una tenera voce di fanciullo piangente, tra le erbe del sepolcro?

È il mio bambino che bussa alla tua porta solitaria: egli che portava la tua memoria nel grande e santo nome (si riferisce al poeta Dante) abbandona lui pure la vita che te, mio fratello, fu tanto amara.

Oh no! Lui giocava tra le aiuole dipinte di fiori e, pur vagheggiando immagini liete, lo colse l’ombra della morte e lo spinse alle fredde e solitarie vostre

Rive. Oh, accoglilo tu nelle oscure sedi, perché egli volge ancora il capo alla dolcezza del sole e a chiamare la madre.


Breve commento

In questa poesia il poeta si rivolge al fratello Dante, sepolto nel cimitero di San Miniato al Monte, perché accolga il suo figlioletto che portava il suo stesso nome. Per costui la vita non fu amara come quella del fratello, giacché morì che era ancora bambino, quando aveva ancora voglia di giocare, sotto il sole e pronto a chiamare la madre.
Il titolo, Funere mersit acerbo, e’ la prima meta’ di un verso dell’Eneide di Virgilio (libro VI, 429), che significa: “in morte acerba travolse” (si tratta dei morti in tenera eta’, che Enea incontra appena entrato nell’Ade).

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