ANALISI DEL TESTO SE LAMENTAR AUGELLI O VERDI FRONDE

ANALISI DEL TESTO SE LAMENTAR AUGELLI O VERDI FRONDE


-DI PETRARCA (Questo sonetto appartiene alla seconda parte del Canzoniere)

-ANALISI POETICA

-La prima quartina è dedicata al paesaggio sereno di Valchiusa. Esso è ascoltato prima che visto(s’ode v.4), introdotto da una serie di suoni che rinviano a immagini leggere, appena accennate (lamentar di augelli, mover di verdi fronde, roco mormorar delle acque di una riviera fiorita). A partire dall seconda quartina, l’elemento visivo acquista invece tutta la sua importanza accanto a quello uditivo(veggio, et odo, et intendo, v.7). A questo punto la scena naturale si anima di due presenze: una è concreta, quella del poeta; l’altra, quella di Laura, è illusoria ma non meno forta. Il poeta appare seduto sulla riva del fiume in un atteggiamento mediativo simile a quello tratteggiato nella canzone Italia mia.Laura, morta, appare anchor viva(v.7);tuttavia ora i suoi atteggiamenti nei confronti del poeta sono mutati: la donna sdegnosa e “fera” dei testi “in vita” assume fin dalle prime battute i toni dolci e pietosi di un’amica, non più oggetto di amore terreno ma sorgente di consolazione. Nella seconda parte del canzoniere quella delle poesie “in morte” di Laura, ovvero dal componimento 264 alla fine della raccolta, questo sonetto introduce una pausa di consolazione e di conforto al dolore del poeta. Nella prima quartina, il sonetto presenta una variante rispetto ai procedimenti usati più di frequente nel Canzoniere per descrivere il paesaggio: l’ambiente naturale non viene infatti delineato in modo diretto, ma è evocato attraverso i suoi suoni; mentre vengono conservate le stilizzate caratteristiche tardo-gotiche di una descrizione di un ambiente naturale, che resta comunque un paesaggio interiore.


PARAFRASI SE LAMENTAR AUGELLI O VERDI FRONDE

Se dalla riva ombreggiata e in fiore di un ruscello
si ode il canto lamentoso, simile ad un pianto, degli uccelli, o si vedono le verdi fronde degli alberi
muoversi soavemente alla brezza estiva,
o si sente lo smorzato mormorio sommesso delle acque trasparenti del ruscello,
dove io eventualmente stia seduto pensando e scrivendo delle mie pene d’amore;
ma io vedo, sento e percepisco che colei che il cielo permise a noi uomini di ammirare, ora è a noi nascosta dalla terra sotto la quale è sepolta, è ancora viva,
e dal Paradiso risponde così ai miei sospiri ancora incentrati sul mio amore per lei:
“Beh, perché ti struggi di dolore prima ancora che sia giunto per te il tempo di morire?”
e mi dice con pietà “A quale scopo continui a versare un così affranto fiume di lacrime dai tuoi occhi tristi?
Non piangere per me, perché la mia vita, con la mia morte terrena,
è diventata eterna,
e quando chiudendo gli occhi, sembrò che io morissi, cominciò invece così per me la nuova e vera vita
nella luce della Grazia divina


analisi 2
In questo sonetto Laura,pur essendo ormai morta,è la figura femminile centrale.
Nella seconda parte della composizione ella si rivolge a Petrarca, dalle sue parole emerge il cambiamento che dopo la morte l’ ha coinvolta: infatti Laura si dimostra benevola con il poeta incitandolo a superare il dolore per la sua perdita.
Petrarca facendo rivivere la donna amata sotto forma di fantasma interiore ne esalta le qualità positive grazie alle quali lui stesso è condotto verso la salvezza.
Laura è caratterizzata da un legame d’identità con gli elementi della natura che pur appartenendo ad un paesaggio primaverile per certi aspetti ne incrinano la serenità (il canto degli uccelli è un “ lamentar”, il fruscio delle onde è “roco”); ciò è dovuto al fatto che la donna sia ormai morta.Il paesaggio è manifestazione dell’interiorità del poeta, l’Io di Petrarca è, infatti, il vero protagonista di questo sonetto così come di tutte le sue opere.
La natura fa sì che Laura riaffiori nella memoria ma ella è morta e la concezione d’amore di Petrarca è cambiata abbandonando del tutto i risvolti terreni per una sacralizzazione del sentimento amoroso.