A ZACINTO UGO FOSCOLO PARAFRASI

A ZACINTO UGO FOSCOLO PARAFRASI

A ZACINTO UGO FOSCOLO PARAFRASI

A ZACINTO

TESTO

PARAFRASI

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

Non toccherò mai più le sacre rive

dove il mio corpo di fanciullo riposò,

o mia Zacinto, che ti specchi nelle onde

del mare della Grecia, dal quale nacque fanciulla

Venere, e rese fertili quelle isole

col suo primo sorriso, per cui cantò

le tue limpide nubi e la tua vegetazione,

il nobile verso di colui (del poeta Omero), che

raccontò i viaggi voluti dal Fato e l’esilio in mille luoghi diversi, alla fine del quale Ulisse, carico di fama e di sventure, baciò la sua arida Itaca.

Tu invece avrai soltanto la poesia di tuo figlio,

(o Zacinto), mia terra materna; per noi il destino ha stabilito una sepoltura senza il compianto delle persone care.

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