OSPEDALI NEL MEDIOEVO

OSPEDALI NEL MEDIOEVO

OSPEDALI NEL MEDIOEVO


Con il termine “ospedale” nel Medioevo si indicava un luogo destinato a offrire ospitalità a chi ne avesse bisogno, una cosa ospitale (domus hospitalis). L’ospedale, perciò, non era propriamente un luogo di cura degli ammalati e per molti secoli rimase un luogo di generica assistenza e ricorvero, scarsamente “medicinalizzato”. Tra le funzioni di un ospefale c’era quella di accogliere i pellegrini, in particolare quelli che non erano in grado di pagarsi un’altra sistemazione. Per questo motivo, spesso gli ospedali si trovavano lungo le strade che portavano verso le grandi mete di pellegrinaggio: Roma, Gerusalemme, Santiago de Campostela. Vi erano ospedali nelle città, ma anche fuori dalle mura, per permettere ai pellegrini di trovare rifugio anche se fossero giunti a tarda sera, quando le porte della città erano ormai chiuse. Questa del resto era stata la sua funzione fin dall’antichità. Nel mondo classico all’ospedale era annesso un santuario; il malato vi riceveva cure e consigli, ma il ricorvero era strettamente connesso alle sue necessità di pellegrinaggio. Nel mondo cristiano si aggiunsero i precetti di soccorrere gli infermi e di dare cibo e conforto ai pellegrini. Nel 325, al concilio di Nicea, fu indicato l’obbligo per i vescovi di edificare un luogo di ospitalità per i pellegrini e per poveri bisognosi. L’ospizio fondato a Squillace, in calabria, da Flavio Cassiodoro, celebre intellettuale e ministro del re goto Teodoriconel secolo VI, divenne il modello per le successive fondazioni monastiche. Per molti secoli l’ospedale restò un’istituzione sotto il controllo ecclesiastico: il governo e l’amministrazione spettavano al superiore del monastero a cui l’ospedale era annesso; il priore rispondeva alla gerarchia ecclesiastica, a meno che non esistessero particolari e diversi accordi con l’autorità laica; il personale era composto prevalentemente da frati, da suore – quando è collegato anche un convento femminile – e da conversi (religiosi laici). La secolarizzazione delle strutture ospedalire cominciò nel XVI secolo dopo la riforma, nel mondo protestante. Nel campo cattolico, la controriforma (o “riforma cattolica”) mirò invece a una maggiore efficacia della gestione degli enti ecclesiastici e caritativi, che mantennero un ruolo essenziale fino a tutto il XIX secolo.


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