Guerre Greco Gotiche

Guerre Greco Gotiche

Guerre Greco-Gotiche


Nel 527 d.C. Giustiniano divenne imperatore di Costantinopoli e fu fin da subito risoluto a ricostituire l’unità territoriale, politica, legislativa e religiosa dell’oriente e dell’occidente alla quale i regni romano barbarici avevano posto fine. Prese spunto dall’assassinio della regina filoromana dei Goti, Amalasunta, per dichiarare guerra al re Teodato. Il conflitto scoppiò nel 535 e a comandare le truppe fu inviato il generale Belisario, che nel 533-534 aveva sconfitto i Vandali. Egli sbarcò in Sicilia con le truppe affidategli, mentre un’altro esercito invadeva l’Italia dal Veneto attraverso la Dalmazia; nell’esercito imperiale si dice che militassero molti barbari, alcuni di essi ancora più rozzi e feroci dei Goti stessi. I tentativi di Teodato di siglare accordi di pace col nemico furono inutili e Belisario giunse in breve tempo a Napoli, che conquistò dopo un assedio nel 536. Procopio di Cesarea narra che quì i soldati si abbandonarono a saccheggi e stragi, non risparmiarono nemmeno le chiese e fecero schiavi tutti i sopravvissuti. I Goti imputarono la propria sconfitta all’incapacità di Teodato, che venne rovesciato e assassinato a Ravenna. Al suo posto fu eletto Vitige, un soldato semplice ma di grande valore, che non difese Roma ma si rifugiò a Ravenna dove organizzò le difese, comprò la neutralità dei Franchi in cambio della Provenza e cercò di riaprire le trattative con Giustiniano, ma anche questa volta senza successo. Belisario entrò a Roma nel dicembre del 536 ma quì venne assediato da Vitige, che però dovette abbandonare l’impresa dopo un anno a causa delle bande armate di Burgundi presenti in padania e appoggiate dai Franchi e a causa delle continue rivolte del popolo decimato da carestie ed epidemie scoppiate nell’Italia centrale. Milano tentò la rivolta ma venne distrutta nel 539 da Uraia, nipote di Vitige, senza che Belisario potesse mandare rinforzi alla città in quanto ostacolato da Narsete, un altro generale inviato da Giustiniano per controllare la situazione. Con il richiamo di Narsete a Costantinopoli Belisario potè riprendere la sua strategia e riuscì ad isolare Vitige a Ravenna, dove nel 540 si arrese e fu portato prigioniero alla corte dell’imperatore. Nonostante i successi ottenuti Giustiniano negò il trionfo a Baelisario, spedendolo sul fronte orientale dove stavano riprendendo i conflitti coi Sassanidi. La conquista dell’Italia, che sembrava orma terminata, fu impedita dall’avvento nel 541 del goto Totila, che in soli quattro anni riuscì a riprendersi la penisola intera e fece grani opere, come la redistribuzione delle terre equamente fra romani barbari, guadagnandosi in tal modo il favore e la fedeltà del popolo. Belisario dunque fu mandato nuovamente in Italia nel 544 ma non ebbe a disposizione mezzi sufficienti e adeguati per respingere il nemico, che conquistò Roma nel 546 smantellandone le mura. Ciò rese però la città più conquistabile e Belisario la riprese facilmente, costruendo muove mura ancora più imponenti. Nel 548 Belisario chiese il rimpatrio e Totila ne approfittò per riprendersi Roma nel 550 e per preparare una flotta con la quale conquistare la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, attaccare le coste del medio Adriatico e fare incursioni nelle Isole Ionie e in Epiro. Le operazioni belliche furono nuovamente affidate a Narsete, che dal nord Italia scese fino ai territori di Gubbio e Tagina col suo esercito composto da Romani, barbari e Persiani: quì i Goti furono sconfitti e Totila morì nell’agosto del 552. Narsete entrò vittorioso a Roma e si dispose per annientare la resitenza in Campania di vari centri gotici. Ne seguì una battaglia che si svolse ai monti Lattari e che vide il re Teia sconfitto e ucciso nel marzo del 553. Nel nord i Goti resistettero a Verona e Brescia fino al 563.
Nel 554 fu emanata da Giustiniano, su richiesta del papa Vigilio, una costituzione speciale per l’Italia. La Dalmazia fu riunita all’Illirico, la Sicilia fu posta alle dirette dipendenze di Costantinopoli e la Sardegna e la Corsica furono annesse all’Africa. Narsete amministrò la regione fino al 567 con poteri dittatoriali ed abrogò ogni legge emanata dai re goti da Vitige in poi, compresa la redistribuzione delle terre attuata da Totila. Nel 567 Longino, un altro generale bizantino eletto come nuovo governatore sposptò la sede del centro amministrativo da Roma a Ravenna. Per ripagare gli elevatissimi costi della guerra e della politica di splendore di Costantinopoli venne attuato un sistema trubutario che vessava il popolo causando molto malcontento, anche a causa della disonestà degli esattori. I vescovi vennero investiti del potere di sorveglianti nelle princiali città d’Italia. Obiettivo di Giustiniano era anche quello di trasportare in occidente la chiesa orientale, ma ciò falli e anzi i vescovi usarono la loro posizione privilegiata per creare nuove basi di potere della chiesa occidentale.

/ 5
Grazie per aver votato!