THE FACTORY AT APRILIA 1944
THE FACTORY AT APRILIA 1944
1944 Aprilia venne coinvolta direttamente dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. La città era denominata dagli alleati ‘The Factory’ (la fabbrica) per il suo chiuso nucleo centrale edificato in mattoni rossi, che dall’alto dei ricognitori aerei doveva sembrare una fabbrica. In seguito allo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno (gennaio 1944), Aprilia venne bombardata e il centro urbano fu quasi completamente raso al suolo. Terminata la guerra, cominciarono i lavori di ricostruzione della città che era ridotta ad un cumulo di macerie.
Primi scontri The factory – Il primo contatto tra i due eserciti avvenne la mattina del 24 gennaio quando una pattuglia da ricognizione britannica partita dal Cavalcavia di Campo di Carne in direzione Albano superò il terrapieno – cavalcavia (che oggi corrisponde al sottopasso della Pontina) e nei pressi della stazione di Campoleone fu bersagliato dai tedeschi che sparavano da Aprilia, gli inglesi non conoscevano le costruzioni monumentali fasciste e quindi scambiarono il Municipio di Aprilia per una fabbrica di qui l’appellativo che identificò per sempre la cittadina come “The Factory”. Comunque gli inglesi risposero e poi ripiegarono, il primo scontro era avvenuto.
Il 25 gennaio i fanti inglesi della 1a Div tornarono all’attacco e dopo un giorno di combattimenti riuscirono ad impadronirsi della Factory tuttavia il lungo immobilismo di Lucas spinse Clark a tornare il 28 ad Anzio sollecitando l’offensiva poiché la 1a Div corazzata americana e parte della 45a di fanteria erano già sbarcate e si disponeva della massa d’urto. Il piano d’attacco prevedeva la spinta inglese su Campoleone lungo la Nettunense mentre la 3a di Truscott doveva puntare verso Cisterna e la SS7 infiltrando 700 Rangers del 1. e 3. reg.to del col. Darby attraverso il Fosso Pantano per cogliere i tedeschi alle spalle nelle paludi pontine, tuttavia un infausto ritardo di 24 ore posticipò l’attacco alla notte del 29 gennaio.
Gli Alleati erano ignari che Mackensen aveva progettato un attacco contemporaneamente e che la Herman Goering era stata rafforzata dal 26o reg,to corazzato appena giunto dall’Adriatico e pertanto quando nella notte iniziò la battaglia la situazione era sfavorevole per gli americani. In poco tempo i Rangers furono circondati, di 767 solo 6 tornarono, gli altri furono uccisi o catturati, La battaglia continuò aspramente, la 3a div, aveva perso dallo sbarco 3.000 uomini e sebbene giunta a poco meno di 1 km da Cisterna dovette arrestarsi e ripiegare il 31 gennaio fortificandosi, il colpo sferrato sull’ala destra della testa di ponte era fallito.
Sull’ala sinistra l’attacco fu portato dai reggimenti delle Guardie scozzesi e irlandesi appoggiate dai carri ma uscendo da Aprilia verso Campoleone ebbero un’amara sorpresa i tedeschi erano moltissimi, ben trincerati e appoggiati da carri armati e artiglieria, la loro resistenza fu durissima ed alla fine dopo numerose perdite gli inglesi dovettero tornare al punto di partenza sperando nel supporto dei carri armati Sherman della 1a Div. tuttavia il terreno apparentemente piano nascondeva un’amara sorpresa, il terreno era molle e zuppo di pioggia mentre piccoli corsi d’acqua sul fondo degli avvallamenti avevano scavato dei veri e propri canyon profondi anche 10 metri. In pratica i carri non potevano avanzare e quindi l’ulteriore assalto fu portato dalle fanterie, l’unità che ebbe più perdite fu quella degli Sherwood Foresters ed alla fine l’attacco fallì. Nei Comandi Alleati regnava lo sconforto, cinquantamila soldati e migliaia di mezzi blindati e non, erano intrappolati in una sacca che penetrava nell’entroterra al massimo per venticinque chilometri e quindici chilometri lungo la costa, cominciarono quindi le inevitabili critiche verso Lucas che mise tutte le forze sulla difensiva in attesa del contrattacco tedesco che nel frattempo avevano schierato, il 1o Corpo paracadutisti sul lato sinistro sino alla foce del Fosso Moletta mentre al centro della strada Nettunense e via via sul lato destro verso Cisterna era dislocato il 76o Corpo corazzato con 5 divisioni e altre unità raggruppate sotto il nome di Gruppo di combattimento Graser che iniziò appunto il contrattacco alle ore 23 del 3 febbraio, proprio quando iniziò a piovere. I tedeschi utilizzarono una tecnica molto efficace ed insidiosa chiamata “infiltrazione”, gruppi di soldati penetravano silenziosamente all’interno della linea di difesa alleata utilizzando i famosi canyon già citati che furono poi chiamati uadi o qualsiasi altro riparo naturale possibile, giunti poi alle spalle degli inglesi li attaccavano con armi leggere e bombe a mano.
L’attacco si sviluppò feroce il 3 ed il 4 febbraio ed i tedeschi riuscirono quasi ad intrappolare la 3a brigata inglese che si ritirò per miracolo ma la punta della testa di ponte era in pericolo inclusa Aprilia, in previsione della ritirata fu allestita l’ultima linea di difesa che andava dal cavalcavia di Campoleone al canale Mussolini (oggi Canale delle Acque Alte). Da Roma l’ufficiale americano dell’OSS (servizi segreti americani) Peter Tompkins trasmetteva clandestinamente preziose informazioni attinte dal Comando tedesco tramite un canale segreto attivato da ufficiali italiani del Fronte Militare Clandestino di resistenza, la data fissata dai tedeschi per sferrare il colpo di maglio e ricacciare a mare gli Alleati era il 7 febbraio.