PARAFRASI LA MORTE DI PATROCLO DAL VERSO 805
Una vertigine gli tolse la mente, il bel corpo perse vigore,
si fermò frastornato: e dietro la schiena l’asta aguzza
in mezzo alle spalle, da una distanza ravvicinata, un eroe troiano lo colpì,
Euforbo di Pantoo che sui coetanei primeggiava per la sua abilità
nello scagliare l’asta, nel correre e nel cavalcare;
venti guerrieri gettò giù dai cavalli
appena giunse col cocchio ad apprendere l’arte della guerra.
Questi per primo a te lanciò l’asta, Patroclo cavaliere,
ma non t’uccise, e corse indietro e si mischiò tra la folla,
recuperata la lancia dal corpo del nemico di faggio: non seppe affrontarti
Patroclo, benché nudo, nella carneficina.
Ma Patroclo, vinto dal colpo del Dio e dell’asta,
fra i compagni si trasse evitando la Chera.
Ettore, come vide il buon Patroclo
tirarsi indietro, ferito con l’asta dalla punta di bronzo,
gli balzò addosso in mezzo alle file, lo colpì con l’asta
al basso ventre: lo trapassò con l’asta di bronzo.
Rimbombò stramazzando, e straziò il cuore all’esercito acheo.
Come quando un leone vince in battaglia un cinghiale indomabile,
– essi superbamente han combattuto sui monti
per un piccola pozza d’acqua: volevano bere entrambi –
e infine con la sua forza il leone vince l’altro che sta morendo:
così Patroclo, che già molti ammazzò,
Ettore figlio di Priamo lo privò della vita con l’asta,
e gli disse vantandosi parole fuggenti:
“Patroclo, tu speravi d’abbattere la nostra città,
e alle donne troiane toglierli la libertà,
condurle sopra le navi alla tua terra patria,
stolto! Per esse i veloci cavalli d’Ettore
si tendono sopra i garretti a combattere: io con l’asta
sono il più bravo fra i troiani amanti di guerra: e così li difendo
dal giorno fatale; ma te qui gli avvoltoi mangeranno.
Pazzo! Achille, per forte che sia, non ti potrà proteggere,
egli che, forse, restando, a te che partivi raccomandò molte cose:
“O Patroclo, cavaliere, non mi tornare davanti,
alle concave navi, prima che d’Ettore sterminatore
l’insanguinato tunica intorno al petto tu stracci”.
Così, certo, ti disse, stolto, e persuase il tuo cuore.”
E tu rispondesti, sfinito, Patroclo cavaliere:
“Si, Ettore, adesso vantati:
a te hanno dato vittoria Zeus Cronide e Apollo, che m’abbatterono
facilmente: essi l’arma dalle spalle mi tolsero.
Se anche venti guerrieri come te m’assalivano,
tutti perivano qui, vinti dalla mia lancia;
me uccise un destino fatale e il figliuolo di Latona,
e tra gli uomini Euforbo: tu m’uccidi per terzo.
Altro ti voglio dire e tienilo a mente:
davvero tu non andrai molto lontano, ma ecco
ti si avvicina la morte il destino invincibile:
cadrai per mano d’Achille, dell’Eacide perfetto”
Mentre parlava così la morte lo avvolse,
la vita volò via dalle membra e scese nel mondo dei morti,
piangendo il suo destino, lasciando la giovinezza e il vigore.
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