LA BATTAGLIA DELLE ISOLE EGADI RIASSUNTO BREVE

LA BATTAGLIA DELLE ISOLE EGADI RIASSUNTO BREVE


La battaglia delle Isole Egadi fu la battaglia navale conclusiva della prima guerra punica. Cartagine dopo oltre vent’anni di scontri navali e terrestri, avendo subito alle isole Egadi una sconfitta pesante in termini di uomini e soprattutto di navi, con le finanze esauste, dovette chiedere la pace a Roma.

Dopo ventiquattro anni di lutti, battaglie, guerriglia, assedi e naufragi, la prima guerra punica aveva reso insopportabili le condizioni psicologiche e finanziarie delle due città-stato. Roma cominciava ad avere qualche problema nel chiedere rinforzi ai socii e aveva dovuto sostenere tante spese per le battaglie navali e i naufragi che l’erario non era in grado di allestire nessuna flotta degna di questo nome; per cinque anni non aveva potuto rinforzare la flotta limitandola alle sole navi onerarie e gestire la difesa marittima con qualche nave da guerra sopravvissuta.

Cartagine,che in mare restava dominatrice, si era dissanguata nella gestione della flotta, i commerci erano rallentati. Infatti i marinai, contrariamente alle truppe di terra che erano in genere mercenarie, provenivano dalle forze dei cittadini-mercanti,a causa di cio’ persero le loro posizioni di mercato,favorendo la concorrenza. I commerci di Cartagine languivano e di cosegueza l’economia. Era una pericolosa spirale economico-militare.

Roma, per la terza volta, decise di tornare sul mare e cercare di chiudere la partita.

Roma, contrariamente a Cartagine, ebbe la fortuna di avere una classe politica dilaniata all’interno ma compatta contro le minacce esterne. Una sottoscrizione di cittadini finanziò una nuova flotta di duecento quinquiremi complete di equipaggio. I finanziatori non fecero della beneficenza: alla fine della guerra sarebbero stati risarciti rivalendosi sul bottino.,anche se il rischio era alto.
A capo della flotta fu posto Gaio Lutazio Catulo che, all’inizio dell’estate del 242 a.C., prese il mare in direzione della Sicilia. Questa volta i Cartaginesi di Trapani furono colti di sorpresa; non immaginavano che Roma fosse cosi pronta.Catulo, visto che tutta la flotta cartaginese era rientrata in patria, rinforzò le truppe che procedevano all’Assedio di Lilibeo e occupò tranquillamente il porto di Trapani e il territorio attorno alla città ponendola sotto assedio.

Senza fermarsi a queste operazioni terrestri, ben sapendo che la vittoria di Roma sarebbe dovuta essere ottenuta sul mare, manteneva gli equipaggi allenati con esercitazioni e manovre.
A Cartagine, quando si seppe di questa spedizione romana, caricarono le navi di grano e altri aiuti per sostenere le truppe di Amilcare Barca che si battevano alle falde del Monte Erice. Al comando della flotta fu posto Annone. Il Tierarca portò la flotta ad ancorarsi all’isola chiamata “Sacra” (una delle Isole Egadi, oggi Marèttimo) in attesa di scaricare i rifornimenti alle forze terrestri,in modo da alleggerire e rendere più manovrabili le navi per le battaglie navali e di poter caricare Amilcare e i suoi migliori uomini per sbarcarli in aiuto degli assediati.
Lutazio Catulo seppe dell’arrivo di Annone e preparò la contromossa. Imbarcò le truppe migliori e portò la flotta fino all’isola di Egussa (Favignana). Era il 9 marzo del 241 a.C.

LO SCONTRO

Il mattino del giorno successivo, il 10 marzo, Catulo vide che la flotta cartaginese avrebbe avuto un forte vento da ovest a favore e che questo avrebbe reso più difficile far salpare la flotta romana. Dapprima incerto, riflettendo si rese conto che se avesse attaccato subito avrebbe avuto di fronte degli scafi ancora carichi e quindi più lenti e che questi avrebbero avuto a bordo solo forze di marina.
La flotta romana si distese su una sola linea come per formare un muro contro le navi cartaginesi che veleggiavano verso la costa del Monte Erice. I Cartaginesi accettarono la battaglia; ammainarono le vele per avere maggiore mobilità e attaccarono i Romani.

Infatti i Romani avevano cambiato stile di combattimento. Per prima cosa avevano cambiato la maniera di costruire le navi copiandole, pare, da quella – velocissima – presa con Annibale Rodio durante l’Assedio di Lilibeo. Inoltre le navi romane erano alleggerite al massimo, gli equipaggi erano stati tenuti in costante addestramento

Anche per i Cartaginesi la situazione era opposta. Le navi erano cariche di materiale e derrate e quindi lente nella manovra, praticamente inservibili per la battaglia.
Cartagine si riteneva che i Romani, a seguito della serie di sconfitte e di naufragi, fossero incapaci di governare le navi.
Il risultato fu micidiale. Inferiori nella manovra e nel combattimento ravvicinato, i Cartaginesi videro rapidamente affondare cinquanta navi e altre settanta furono catturate complete di equipaggio. Un fortunato volgersi del vento permise alle superstiti, alzate nuovamente le vele, di sganciarsi e ritornare all’Isola Sacra.

Lutazio Catulo tornò a Lilibeo e si trovò alle prese con il problema di gestire tanto bottino. Settanta navi e circa diecimila uomini erano caduti nelle sue mani. Catulo, comunque rinnovò l’assedio di Lilibeo e riuscì ad espugnare la città.
I Cartaginesi misero al comando Amilcare che inizialmente resistette, in seguito, tagliato fuori dai rifornimentoi ,con la caduta di Lilibeo e in condizioni operative disperate, mandò ambasciatori a Catulo per trattare la fine delle ostilità. Il console romano, saggiamente, rendendosi conto che anche Roma era sfinita da ventiquattro anni di guerra continua,

Il popolo romano, poi, per tramite di una commissione di dieci uomini, rese un po’ più gravose le condizioni. Ma la prima guerra punica era terminata.
Per celebrare la sua vittoria Gaio Lutazio Catulo eresse un tempio a Giuturna presso il Campo Marzio nell’area oggi nota come Largo di Torre Argentina


Repubblica romana

Comandanti Gaio Lutazio Catulo

Effettivi 300 navi da guerra circa

Perdite 30 navi affondate


Cartagine

Comandanti Annone

Effettivi 120 navi da guerra circa 130 navi cargo circa

Perdite 50 navi da battaglia affondate,70 navi da battaglia catturate,10.000 uomini catturati

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