ECCIDIO DI 26 PARTIGIANI AL COLLE DEL LYS

ECCIDIO DI 26 PARTIGIANI AL COLLE DEL LYS

ECCIDIO DI 26 PARTIGIANI AL COLLE DEL LYS


La Val di Susa ha un’importanza strategica fondamentale per le forze nemiche, la linea ferroviaria Torino-Modane costituisce un importante collegamento tra l’Italia occupata e la Francia sud-orientale. Ogni giorno transitano treni carichi di macchinari, bestiame e quanto altro i tedeschi riescono a razziare nei territori occupati. La presenza nemica in questa valle è quindi assidua e ben distribuita. Il movimento partigiano, che normalmente è impegnato in azioni di sabotaggio, tenta a fine giugno ’44 una serie di attacchi coordinati ai presidi tedeschi di fondovalle (Rivoli, Avigliana, Bussoleno). Il temerario tentativo non riesce e i tedeschi rispondono con una nuova ondata di rastrellamenti che culminano negli eventi del 2 luglio. Quel giorno, all’alba, la colonna nemica sale verso il Colle del Lys con manovra accerchiante, da Rubiana a Roccasella. I partigiani armati si dispongono a ferro di cavallo, nel tentativo di fronteggiare l’attacco nazifascista e coprire la ritirata dei compagni inermi. Non riuscendo a fermare l’avanzata nemica alcuni uomini fuggono verso il monte Rognoso e il Civrari mentre altri, aggirando il Col del Lys, si portano verso Niquidetto e Col S. Giovanni. La fuga è ostacolata da alcuni fascisti che, travestiti da partigiani, incitano i ribelli ad unirsi a loro; quando questi ultimi si trovano a breve distanza, però, vengono investiti da raffiche di mitra. Nel corso di questa manovra di sganciamento ventisei giovani partigiani sono catturati, e anziché essere considerati prigionieri di guerra, vengono trucidati, dopo sevizie inaudite.


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