DIVINA COMMEDIA PARADISO CANTO 6 GIUSTINIANO

DIVINA COMMEDIA PARADISO CANTO 6 GIUSTINIANO


Giustiniano risponde alla prima domanda di Dante, spiegando che dopo che Costantino aveva portato l’aquila imperiale (la capitale dell’Impero) a Costantinopoli erano passati più di duecento anni, durante i quali l’uccello sacro era passato di mano in mano giungendo infine nelle sue. Egli si presenta dunque come imperatore romano e dice di chiamarsi Giustiniano, colui che su ispirazione dello Spirito Santo riformò la legislazione romana. Prima di dedicarsi a tale opera egli aveva aderito all’eresia monofisita, credendo che in Cristo vi fosse solo la natura divina, ma poi papa Agapito lo aveva ricondotto alla vera fede e a quella verità che, adesso, egli legge nella mente di Dio. Non appena l’imperatore fu tornato in seno alla Chiesa, Dio gli ispirò l’alta opera legislativa e si dedicò tutto ad essa, affidando le spedizioni militari al generale Belisario che ebbe il favore del Cielo.

Ragioni della digressione sul’Impero (28-36)
Fin qui Giustiniano avrebbe risposto alla prima domanda di Dante, ma la sua risposta lo obbliga a far seguire un’aggiunta, affinché il poeta si renda conto quanto sbagliano coloro che si oppongono al simbolo sacro dell’aquila (i Guelfi) e coloro che se ne appropriano per i loro fini (i Ghibellini). Il simbolo imperiale è degno del massimo rispetto, e ciò è iniziato dal primo momento in cui Pallante morì eroicamente per assicurare la vittoria di Enea.

/ 5
Grazie per aver votato!

Privacy Policy

Cookie Policy

error: Content is protected !!