CONVIVIO RIASSUNTO

CONVIVIO RIASSUNTO


Il Convivio è un’enciclopedia incompiuta del sapere medievale. Il titolo riassume la metafora su cui poggia l’intera opera: alcuni sapienti si ritrovano per banchettare; al tavolo vengono servite diverse canzoni (le portate del banchetto) con le quali sono esposte varie branche del sapere. Il poeta, ai piedi del tavolo, raccoglie umilmente le “briciole” delle portate e per facilitarne la divulgazione decide di accompagnarle con un commento in volgare (il “pane“). Il progetto iniziale, molto ambizioso, prevedeva quindici trattati a commento di quattordici canzoni ma il Poeta probabilmente interruppe l’opera a causa dell’inizio della stesura della Commedia. La data di composizione del Convivio è infatti antecedente al 1308. Del termine post quem invece scrive lo stesso Dante che nell’opera ci informa di trovarsi in esilio già da qualche anno. 

Il primo trattato, con funzione introduttiva, è dedicato all’analisi dettagliata della “metafora del banchetto” e alla difesa della scelta di un commento poetico in lingua volgare. Egli elenca tre ragioni principali in difesa della sua decisione: innanzitutto la volontà di adeguare la lingua del commento (generalmente in latino) a quella delle canzoni (in volgare); la seconda è la generosità nei confronti del pubblico “illitterato” (non analfabeta, ma digiuno di latino) mentre la terza proviene dall’amore naturale provato dal poeta nei confronti della propria lingua madre. Pur riconoscendo la superiorità del latino, in primis perché anche a distanza di secoli la lingua latina è riuscita a conservare inalterata la sua armonia e le sue leggi razionali, al contrario dei volgari italiani, mutevoli e senza regole formalizzate. Per quanto riguarda la terza ragione – l’amore naturale per la lingua madre – questa è sviluppata dettagliatamente: Dante sostiene di comportarsi al pari di un’innamorato con la donna amata. Egli vuole lodarla per magnificarla; ne è geloso e non esita a proteggerla dagli attacchi dei denigratori (in particolare da coloro che attaccano il volgare, ma esaltano il provenzale).

I trattati II e III sono entrambi composti da quindici capitoli e presentano una forte affinità tematica. Nel II trattato viene commentata la canzone Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete in cui la materia della Vita Nuova viene ripresentata. Il commento fornisce sopratutto dati biografici utili alla comprensione della canzone e preziose informazioni biografiche e letterarie: Dante informa il lettore che dopo la morte di Beatrice trovò conforto nella lettura dei testi filosofici di Boezio e Cicerone. Su queste basi, la “donna gentile” che appare sul finale della Vita Nuova è stata interpretata come un’allegoria della filosofia e non come una donna in carne ed ossa.

Il trattato III come detto sopra, è collegato alla “donna gentile”. Viene commentata la canzone Amor che ne la mente mi ragiona, un’esaltazione della filosofia, lodata al pari di una donna amata. Come nel primo trattato Dante compie divagazioni di carattere scientifico, filosofico e teologico.

Il trattato IV si distacca dal tema biografico e amoroso a vantaggio di un’elaborazione teorica sull’origine e la natura della nobiltà, che si estende per trenta capitoli. Il poeta ha a disposizione ormai un’ampia tradizione per argomentare la tesi principale, cioè che la nobiltà non è legata alla nascita bensì alla purezza dell’animo. Tuttavia essere nobili e “gentili” è un dono divino del quale il soggetto deve rendersi degno tramite l’esercizio della virtù, in particolare nella dimensione sociale (che al tempo coincide con quella comunale). In questo modo Dante arriva a fondere insieme due culture dominanti e spesso in contrasto, quella comunale e quella cristiana, in connessione con l’esaltazione della monarchia universale (cfr. De Monarchia) di origine divina.

I temi principali sviluppati nel Convivio, pertanto, risultano essere: la difesa del volgare, l’esaltazione della filosofia, la nobiltà d’animo e la monarchia universale. Per quanto riguarda la scelta di scrivere nel dialetto fiorentino questa è una decisione presa con la consapevolezza di un nuovo pubblico destinatario. Dante promuove una nuova figura di intellettuale, un’idea che fondi aspetti di culture diverse (ma coeve): questo nuova figura è immaginata come il risultato della fusione tra il sapiente “classico”,  l’intellettuale cristiano (il sacerdote, che è anche guida etica e morale) e l’intellettuale comunale (il funzionari o il cancelliere). Gli obiettivi ai quali aspira il nuovo intellettuale sono la diffusione della cultura, il ruolo di guida morale e la partecipazione al dibattito politico contemporaneo.

Ultima nota sulla scelta del volgare: Dante dichiara in apertura che anche se inferiore al latino, il volgare ha le stesse potenzialità comunicative e sarà egli stesso a evidenziarle nell’opera. Lo stile utilizzato nel Convivio quindi è parte di una scelta più ampia, consapevole e coraggiosa e si pone come “prova provata” dell’ormai adeguatezza della lingua fiorentina a esprimere concetti morali, teorici e filosofici.

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