Mal di Testa Cause

Mal di Testa Cause

Mal di Testa Cause

Che cos è un mal di testa? Il mal di testa comune, che i medici identificano con il termine cefalea, è definito dagli stessi come un dolore localizzato all’interno del capo o alla parte superiore del collo. Mal di Testa Le cefalee sono causate dall’alterazione dei meccanismi e dei processi fisiologici che attivano e/o coinvolgono strutture sensibili allo stimolo del dolore, localizzate in alcune zone della testa e del collo: periostio del cranio, muscoli, nervi, arterie e vene, tessuti sottocutanei, occhi, orecchie, seni paranasali e mucose. Non è ancora chiaro, tuttavia, il motivo per cui questi segnali dolorosi vengano inizialmente attivati. Le cefalee primarie non sono quasi mai provocate da un’unica causa: nella maggior parte dei casi, rappresentano il risultato dell’interazione tra predisposizione genetica, cause endogene (interne all’organismo) e fattori scatenanti (cioè gli stimoli che innescano le alterazioni). In altri casi, il mal di testa può essere il risultato di un trauma alla testa o, raramente, segno di una più grave condizione medica. Le cefalee secondarie possono rappresentare, infatti, un sintomo aspecifico, in quanto possono associarsi ad una serie di diverse condizioni, determinate da molteplici cause. Ovviamente, il trattamento del mal di testa dipende dall’eziologia sottostante.

  1. Le principali Cause del mal di testa
  2. Meccanismi endogeni
  3. Fattori scatenanti
  4. Modificazione dei vasi sanguigni che irrorano il cervello: dilatazione, restrizione, compressione di arterie e vene;
  5. Compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici;
  6. Infiammazione, contrattura o compressione dei muscoli extracranici e cervicali;
  7. Infiammazione delle meningi.
  8. Stress fisico ed emotivo;
  9. Alcuni alimenti;
  10. Abuso o mancato consumo di caffeina;
  11. Calo di zuccheri dovuto a un digiuno prolungato;
  12. Iperglicemia (elevata quantità di zuccheri nel sangue)
  13. Postura scorretta;
  14. malocclusione;
  15. Sbalzi climatici e/o aria condizionata;
  16. Odori o rumori intensi;
  17. Alterazioni del ritmo sonno-veglia;
  18. Fumo e alcol;
  19. Alcuni farmaci;
  20. Rapporti sessuali;
  21. Uso prolungato del computer.

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sangue dal naso

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Esplora il significato del termine: Il «sangue dal naso» (epistassi ) in più di 9 casi su 10 si risolve in pochi minuti senza strascichi, ma per alcuni può essere così intenso o frequente da richiedere l’intervento dei medici. Che cosa fare in questi casi? Quali i trattamenti più adeguati? Alla domanda hanno cercato di rispondere due diversi studi Usa, che indicano anche i rimedi per il problema quando è lieve. Una prima ricerca, pubblicata su Otolaryngology – Head and Neck Surgery, ha preso in esame 147 pazienti arrivati dall’otorinolaringoiatra per epistassi fra il 2005 e il 2011: tutti erano casi abbastanza complessi, non risolti con il Il «sangue dal naso» (epistassi ) in più di 9 casi su 10 si risolve in pochi minuti senza strascichi, ma per alcuni può essere così intenso o frequente da richiedere l’intervento dei medici. Che cosa fare in questi casi? Quali i trattamenti più adeguati? Alla domanda hanno cercato di rispondere due diversi studi Usa, che indicano anche i rimedi per il problema quando è lieve. Una prima ricerca, pubblicata su Otolaryngology – Head and Neck Surgery, ha preso in esame 147 pazienti arrivati dall’otorinolaringoiatra per epistassi fra il 2005 e il 2011: tutti erano casi abbastanza complessi, non risolti con il “fai da te” casalingo. Gli autori hanno cercato di capire gli effetti a breve e lungo termine dell’intervento scelto dal medico, ad esempio se e come veniva risolto il problema o se vi fossero conseguenze sul numero di recidive. NO AI TAMPONI DI GARZE – Ebbene, un primo dato certo è la poca opportunità di piazzare nel naso tamponi di garze assorbenti: in quasi 2 casi su 3 non funzionano e per di più favoriscono le ricadute. Il motivo è che il tampone aderisce ai coaguli di sangue e basta toglierlo per veder spesso ricominciare daccapo il sanguinamento. Efficaci invece la cauterizzazione (con agenti chimici o una piccola corrente elettrica) dei vasi che si sono lesionati, così come la loro embolizzazione o il “legamento”. Misure però “estreme” queste due ultime, come conferma l’ampia analisi di due otorinolaringoiatre della State University of New York di Syracuse, condotta stavolta su oltre 57mila pazienti: gli interventi diretti sulle arteriole responsabili del sanguinamento sono infatti scelti in appena l’8% dei casi giunti all’osservazione dei medici, perché sono efficaci, ma invasivi e da evitare a meno che non sia strettamente necessario. TAMPONARE COL GHIACCIO – In un paziente su due, invece, il medico opta per la cauterizzazione dei vasi coinvolti, mentre nel 38% anche il medico non fa molto di più di quello che potremmo fare noi a casa: evitare che il sangue venga inghiottito, facendo stare la persona con la testa dritta o piegata in avanti (mai testa all’indietro, perché il sangue continua a uscire e si finisce per deglutirlo), comprimere le narici tenendole fra pollice e indice per qualche minuto, applicare un po’ di ghiaccio alla radice del naso per favorire il blocco del sanguinamento grazie alla vasocostrizione da freddo. Questi – sottolineano le due esperte – sono i rimedi che risolvono la maggioranza degli episodi: per fortuna, infatti, l’epistassi di solito non è grave né richiede particolari accorgimenti. Bisogna, però, chiedere aiuto se dopo 20-30 minuti il sangue non accenna a fermarsi. CAUTERIZZAZIONE – E proprio queste sono le situazioni, assieme ai casi in cui gli episodi diventano molto frequenti, in cui la cauterizzazione è più indicata: è infatti un metodo semplice e senza grossi effetti collaterali per risolvere il problema se è quantitativamente consistente o ricorrente. Quando non è così, bisogna più che altro stare calmi e armarsi di pazienza, senza neppure farsi impressionare: nei bambini spesso e volentieri l’epistassi dipende dalla cattiva abitudine di mettere le dita nel naso provocando piccoli traumi; negli adulti può essere dovuta a banali riniti o anche alla vasodilatazione indotta dal troppo sole. «I nostri dati indicano, tuttavia, che alcuni adulti sono più a rischio di epistassi – come spiega Jennifer A. Vilwock, autrice della seconda indagine -. L’ipertensione, infatti, può facilitare il sanguinamento dal naso, così come le malattie della coagulazione; un aumento della probabilità si vede anche in pazienti con malattie cardiache, come la fibrillazione atriale, perché sono in cura con anticoagulanti, oppure in chi segue una terapia a base di antinfiammatori non steroidei, perché anche questi farmaci rendono il sangue meno capace di coagulare bene e le piccole emorragie quindi si bloccano con più difficoltà da sole». MISURARE LA PRESSIONE – Il consiglio da seguire se il sangue dal naso diventa una consuetudine? Prima ancora di cauterizzare i vasi, provarsi la pressione: se è alta, curarsi farà spesso scomparire i sanguinamenti oltre a ridurre il rischio, ben più grave, di eventi cardiovascolari, come infarti o ictus.

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