sangue dal naso

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sangue dal naso

Esplora il significato del termine: Il «sangue dal naso» (epistassi ) in più di 9 casi su 10 si risolve in pochi minuti senza strascichi, ma per alcuni può essere così intenso o frequente da richiedere l’intervento dei medici. Che cosa fare in questi casi? Quali i trattamenti più adeguati? Alla domanda hanno cercato di rispondere due diversi studi Usa, che indicano anche i rimedi per il problema quando è lieve. Una prima ricerca, pubblicata su Otolaryngology – Head and Neck Surgery, ha preso in esame 147 pazienti arrivati dall’otorinolaringoiatra per epistassi fra il 2005 e il 2011: tutti erano casi abbastanza complessi, non risolti con il Il «sangue dal naso» (epistassi ) in più di 9 casi su 10 si risolve in pochi minuti senza strascichi, ma per alcuni può essere così intenso o frequente da richiedere l’intervento dei medici. Che cosa fare in questi casi? Quali i trattamenti più adeguati? Alla domanda hanno cercato di rispondere due diversi studi Usa, che indicano anche i rimedi per il problema quando è lieve. Una prima ricerca, pubblicata su Otolaryngology – Head and Neck Surgery, ha preso in esame 147 pazienti arrivati dall’otorinolaringoiatra per epistassi fra il 2005 e il 2011: tutti erano casi abbastanza complessi, non risolti con il “fai da te” casalingo. Gli autori hanno cercato di capire gli effetti a breve e lungo termine dell’intervento scelto dal medico, ad esempio se e come veniva risolto il problema o se vi fossero conseguenze sul numero di recidive. NO AI TAMPONI DI GARZE – Ebbene, un primo dato certo è la poca opportunità di piazzare nel naso tamponi di garze assorbenti: in quasi 2 casi su 3 non funzionano e per di più favoriscono le ricadute. Il motivo è che il tampone aderisce ai coaguli di sangue e basta toglierlo per veder spesso ricominciare daccapo il sanguinamento. Efficaci invece la cauterizzazione (con agenti chimici o una piccola corrente elettrica) dei vasi che si sono lesionati, così come la loro embolizzazione o il “legamento”. Misure però “estreme” queste due ultime, come conferma l’ampia analisi di due otorinolaringoiatre della State University of New York di Syracuse, condotta stavolta su oltre 57mila pazienti: gli interventi diretti sulle arteriole responsabili del sanguinamento sono infatti scelti in appena l’8% dei casi giunti all’osservazione dei medici, perché sono efficaci, ma invasivi e da evitare a meno che non sia strettamente necessario. TAMPONARE COL GHIACCIO – In un paziente su due, invece, il medico opta per la cauterizzazione dei vasi coinvolti, mentre nel 38% anche il medico non fa molto di più di quello che potremmo fare noi a casa: evitare che il sangue venga inghiottito, facendo stare la persona con la testa dritta o piegata in avanti (mai testa all’indietro, perché il sangue continua a uscire e si finisce per deglutirlo), comprimere le narici tenendole fra pollice e indice per qualche minuto, applicare un po’ di ghiaccio alla radice del naso per favorire il blocco del sanguinamento grazie alla vasocostrizione da freddo. Questi – sottolineano le due esperte – sono i rimedi che risolvono la maggioranza degli episodi: per fortuna, infatti, l’epistassi di solito non è grave né richiede particolari accorgimenti. Bisogna, però, chiedere aiuto se dopo 20-30 minuti il sangue non accenna a fermarsi. CAUTERIZZAZIONE – E proprio queste sono le situazioni, assieme ai casi in cui gli episodi diventano molto frequenti, in cui la cauterizzazione è più indicata: è infatti un metodo semplice e senza grossi effetti collaterali per risolvere il problema se è quantitativamente consistente o ricorrente. Quando non è così, bisogna più che altro stare calmi e armarsi di pazienza, senza neppure farsi impressionare: nei bambini spesso e volentieri l’epistassi dipende dalla cattiva abitudine di mettere le dita nel naso provocando piccoli traumi; negli adulti può essere dovuta a banali riniti o anche alla vasodilatazione indotta dal troppo sole. «I nostri dati indicano, tuttavia, che alcuni adulti sono più a rischio di epistassi – come spiega Jennifer A. Vilwock, autrice della seconda indagine -. L’ipertensione, infatti, può facilitare il sanguinamento dal naso, così come le malattie della coagulazione; un aumento della probabilità si vede anche in pazienti con malattie cardiache, come la fibrillazione atriale, perché sono in cura con anticoagulanti, oppure in chi segue una terapia a base di antinfiammatori non steroidei, perché anche questi farmaci rendono il sangue meno capace di coagulare bene e le piccole emorragie quindi si bloccano con più difficoltà da sole». MISURARE LA PRESSIONE – Il consiglio da seguire se il sangue dal naso diventa una consuetudine? Prima ancora di cauterizzare i vasi, provarsi la pressione: se è alta, curarsi farà spesso scomparire i sanguinamenti oltre a ridurre il rischio, ben più grave, di eventi cardiovascolari, come infarti o ictus.

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