A ZACINTO FOSCOLO

A ZACINTO FOSCOLO
A ZACINTO FOSCOLO



Il sonetto svolge due motivi strettamente congiunti: la rievocazione nostalgica della patria lontana ed il presentimento della “illacrimata sepoltura”.

Il primo motivo (vv. 1-11) si estende per quasi tutto il sonetto.
Il poeta ha il presentimento di non rivedere più Zacinto, dove visse la sua fanciullezza. Il ricordo della patria lontana richiama alla mente del poeta la bellezza di Zacinto e narrò le peregrinazioni di Ulisse, l’eroe perseguitato dal destino, che finalmente approdò e baciò la sua Itaca, un lembo di terra rocciosa, arida, povera, ma cara al suo cuore, perché era la patria.

Il secondo motivo è lo sviluppo logico del primo e occupa gli ultimi tre versi del sonetto.
Il ricordo di Ulisse fa ripiegare il poeta su se stesso e gli fa avvertire l’analogia del proprio destino con quello dell’eroe greco: anche egli, infatti, si sente perseguitato da una sorte avversa e crudele, ma poi ha il presentimento della diversità della sua conclusione. L’Ulisse omerico riuscì finalmente un giorno a rivedere la sua patria, l’Ulisse moderno, il Foscolo stesso, ha il presentimento della morte in terra straniera, in assoluta solitudine, non confortata dal pianto dei congiunti e degli amici.

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