PARAFRASI APRILE DI GIOVANNI PRATI
PARAFRASI APRILE DI GIOVANNI PRATI
TESTO
Sotto il piè della mandra e de’ coloni
van screpolando i ghiadi ultimi e lassi;
nel flauto de’ pastor sembra che passi
una celeste novità di suoni.
Il cornio e il biancospin fiorito fassi;
per ogni parte il ciel reca i suoi doni;
sin de’ verdi ramarri i codrioni
allegri a meriggiar pendon da i sassi.
Giovinetti e fanciulle, in tonda schiera,
cantate Aprile. Pur deluso e stanco,
voglio udirmi cantar la primavera.
L’ingrato verno ho nel pensier: ma poi
Passa un raggio di sol sul mio crin bianco,
quando vedo le rose, e ascolto voi.
PARAFRASI
ghiadi = i ghiacci che si vanno rompendo (screpolando) per il disgelo.
cornio = corniolo, arbusto selvatico.
codrioni = le code dei ramarri.
verno = inverno
crin = capelli/capigliatura
Analisi e commento:
Giovanni Prati rappresenta una delle figure più notevoli e interessanti della seconda generazione di poeti romantici. Rispetto ai primi romantici il tono è più languido che meditativo. In questa poesia l’arrivo della primavera porta una ventata di speranza al Poeta ancora provato dal difficile inverno.
Metrica:
Sonetto di due quartine e due terzine con schema ABBA, BAAB; CDC, EDE.
PARAFRASI APRILE DI GIOVANNI PRATI