Unificazione dell’Italia

Unificazione dell’Italia

Unificazione dell’Italia


Nel sud dell’Italia vi erano latifondi e mezzadria, mentre nord vi era l’imprenditoria agricola, che sfruttava i braccianti pagandoli alla giornata.
La mezzadria era un contratto arretrato che non favoriva lo sviluppo.

L’unificazione d’Italia non fu sociale, ma politica e anche economica. Si ha la continuità con il vecchio Regno di Sardegna, poiché si applica lo Statuto Albertino e il primo re d’Italia è comunque Vittorio Emanuele II (re di Sardegna), che non cambia il proprio appellativo in Primo. La capitale continua ad essere Torino.

Secondo lo Statuto Albertino poteva votare chi:
– aveva più di 25 anni;
– pagava almeno 40 lire di imposte allo Stato;
– era di sesso maschile;
– sapeva leggere e scrivere.
Solo il 25% della popolazione votò alle prime elezioni.

Ci fu continuità della classe dirigente, la stessa aristocrazia di prima, l’unica novità fu l’entrata dei borghesi:
– proprietari terrieri;
– ricchi imprenditori (agricoli e industriali);
– aristocratici in genere;
– agiati commercianti;
– funzionari di Stato;
– alti gradi militari;
– professionisti affermati.
C’è un’oligarchia piemontese, cioè il personale politico era per la maggior parte del vecchio stato sabaudo.

L’ideologia politica del tempo era il liberalismo, in difesa dei diritti dell’individuo in quanto depositario di alcuni diritti:
– alla vita;
– di parola (e di pensiero);
– di stampa;
– di proprietà.
Affermazione di uno stato di diritto.

I liberali sono costituzionalisti, la Costituzione regolamenta i diritti dell’individuo e i limiti dello Stato.
Il risvolto economico del liberalismo è il liberismo.

Divisione di tre poteri:
– legislativo (Parlamento);
– esecutivo (governo dei ministri e re);
– giuridico (prefetti).

Destra storica: seguaci di Cavour, liberali moderati, conservatori.
Sinistra storica: seguaci di Mazzini, liberali radicali, progressisti.

Per i primi 15 anni lo Stato sarà amministrato dalla destra storica, che si accorge della mancanza di una struttura amministrativa omogenea e unitaria che porterà ad un accentramento amministrativo. La politica è autoritaria, viene estesa la legislazione sabauda a tutta Italia e viene stabilita la figura del prefetto (strumento di controllo statale). Quasi tutti primi prefetti furono piemontesi.

Poteri dei prefetti:
– tutela dell’ordine pubblico;
– direzione degli organi sanitari;
– controllo su scuole e lavori pubblici;
– nomina di sindaci e deputati provinciali.

Politica intera: abolizione delle barriere protezionistiche, adozione di una politica libero-scambista, estensione della legge Casati (quattro anni di scuola elementare, di cui i primi due obbligatori e gratuiti), obbligo del servizio militare.

Quando il potere è accentrato, la libertà non può nascere o non può vivere, […] tutto si fa come tra padroni e servi” – Carlo Cattaneo

Si ha il brigantaggio, detto anche questione meridionale. Le bande di contadini ribelli (briganti) saccheggiano, occupano le terre e poi si ritirano sui monti.
Il Parlamento istituisce una commissione d’inchiesta e il brigantaggio viene represso, dando pieno potere all’esercito. L’esercito occupa le terre del sud per reprimere il brigantaggio, con lo sfocio in una prima guerra civile (5.000 morti e altri condannati a morte). Al sud continuarono comunque a persistere i filo-borbonici, che sovvenzionavano il brigantaggio. Anche lo Stato Pontificio voleva il ritorno dei Borboni servendosi dei parroci


https://www.appunti.info/unificazione-dellitalia/

/ 5
Grazie per aver votato!