ROSSO MALPELO ANALISI

ROSSO MALPELO ANALISI

ROSSO MALPELO ANALISI


“Rosso Malpelo”

INFORMAZIONI SUL TESTO

Autore : Giovanni Verga (1840-1922) Nasce a Catania da una famiglia della piccola proprietà terriera . Nel 1869 si trasferisce a Firenze , allora capitale di Italia , dove diventa amico dello scrittore Luigi Capuana .Poi , dal 1872, stabilisce la propria residenza a Milano da cui si allontana solo per brevi viaggi; Fondamentale per la sua formazione di autore verista è il viaggio a Parigi dove incontra lo scrittore Emile Zola, uno dei più importanti esponenti del naturalismo ..Durante il soggiorno milanese  , Verga scrive tutte le sue opere più importanti . Nel 1893 ritorna a Catania dove muore nel 1922, due anni dopo aver ricevuto la nomina a senatore .

Titolo: Rosso Malpelo

Genere letterario : novella

SINTESI DEL CONTENUTO

La novella racconta la vita di un ragazzo che lavora a una cava di arena , conosciuto da tutti con il soprannome di Rosso Malpelo, dato il colore rosso dei capelli e appunto per questo particolare viene giudicato da tutti un giovane cattivo e ribelle , al contrario è lui ad essere maltrattato .Non si ribella mai ,anzi accetta di essere punito anche se innocente. Egli lavora presso una cava , dove precedentemente lavorava il padre prima di morire travolto da della terra durante un lavoro notturno. Il figlio era presente a questa sventura, e cercò di aiutare il padre grattando la terra a mani nude , ma non ricevette alcun sostegno da parte degli altri minatori. Fu proprio la perdita del padre , mastro Misciu Bestia , a spronare il ragazzo e a farlo lavorare sempre più intensamente nella cava. In seguito conobbe un ragazzo , detto Ranocchio a causa del suo modo di camminare, che tenne sotto la sua protezione e che cercò di aiutare nel solo modo che conosceva : cioè picchiandolo e bastonandolo come con un asino. Ranocchio era l’unica persona che contasse nella vita del giovane , dopo il padre che purtroppo era morto ; infatti la madre non lo considerava nemmeno e la sorella lo picchiava , credendo che si trattenesse parte della paga ricevuta alla cava.

Un giorno mentre scavava Rosso trovò le scarpe del padre ma il corpo fu trovato in seguito.Del padre furono ritrovati anche i calzoni , il piccone e la zappa , e furono restituiti a Rosso. Un altro evento che viene narrato riguarda il vecchio asino grigio, sempre bastonato dal ragazzo per fargli smettere di soffrire , il quale dopo essere morto fu portato lontano dalla cava e abbandonato come cibo per cani. Anche Ranocchio si ammalò ma continuò a lavorare finché , un giorno Rosso non lo vide più venire alla cava e sentì raccontare dagli altri minatori che era morto. Dopo la morte di Ranocchio , rosso ha perso l’unica speranza di vita che aveva e affronta senza timore tutti gli incarichi affidatogli, tra cui il verificare una nuova via sotterranea che lo porterà a smarrirsi per sempre nel sottosuolo della cava e morire come il padre .

LIVELLO DELLE AZIONI

Divisione in sequenze : La novella si divide in 8 sequenze

  • 1° : Descrizione di Malpelo e il giudizio della gente
  • 2° : Flash back della morte del padre, unica persona che voleva bene a Malpelo
  • 3° : L’amicizia di Malpelo con Ranocchio
  • 4° : Descrizione del rapporto tra Malpelo e al sua famiglia
  • 5° : Malpelo trascorre la sua vita nella miniera anche se desiderava fare un lavoro diverso
  • 6° : Viene ritrovato il corpo del padre di Malpelo
  • 7° : Morte dell’asino grigio
  • 8° : Morte di ranocchio
  • 9° : Morte di Malpelo

Rapporto tra fabula e intreccio: La struttura del racconto è prevalentemente a fabula , fatta eccezione per il flash back della morte del padre.

Rapporto fra tempo della storia e tempo del racconto : Il rapporto fra TS e TR non corrisponde , infatti il tempo del racconto è minore al tempo della storia .

Dimensione spaziale : la vicenda si svolge unicamente nella cava di arena dove lavora Malpelo.

LIVELLO DEI PERSONAGGI

Per i personaggi non avviene una vera e propria caratterizzazione fisica poiché emerge solo il carattere descritto attraverso gli occhi della gente .

Malpelo

Caratterizzazione fisica : aveva i capelli rossi

                                        Occhiacci grigi

                                       

Forza fisica :                   Malpelo lavorava nella cava e prendeva molte botte senza

protestare , doveva esser quindi abbastanza robusto

 

Colori dominanti :           rosso e nero , entrambi usati simbolicamente . Il nero per

la condizione misera di sfruttamento mentre il rosso

rappresenta la sofferenza della vita .

Caratterizzazione psicologica :  secondo gli occhi della gente è un ragazzo malizioso e cattivo , in realtà è buono ma a forza di farsi dire da tutti che è un mascalzone finisce per crederlo lui stesso

Paragoni con animali :

lo schivavano come un can rognoso

Rosicchiava il pane bigio come fanno le bestie sue pari

Si lasciava caricare meglio dell’asino grigio

Mordeva come un cane arrabbiato

Lavorava al pari di quei bufali feroci

Rannicchiarsi col suo saccone come un cane malato

Egli era ridotto veramente come quei cani , che a furia di buscarsi dei calci e delle sassate da questo e da quello finiscono per mettersi la coda fra le gambe .

 

Ranocchio

Caratterizzazione fisica : ranocchio aveva una gamba rotta e fisicamente era molto

debole

 

Paragoni con animali :    paragonato ad un ranocchi per il uo modo di camminare

LIVELLO DEL NARRATORE

Narratore : il narratore si identifica nella voce corale

Punto di vista o focalizzazione : narratore onnisciente

Tecniche con le quali viene data la parola ai personaggi : indiretto libero

LIVELLO STILISTICO

Scelte lessicali : uso del lessico quotidiano

TEMI TRATTATI

Sfruttamento minorile , infanzia negata , i figli sono solo la forza lavoro , disumanizzazione a causa della società ( la madre di Malpelo non ricordava neanche il suo nome di battesimo )

 

 

 

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ROSSO MALPELO RIASSUNTO

ROSSO MALPELO RIASSUNTO


-Da “Vita dei campi” di G. Verga-

La novella racconta la vita di un ragazzo che veniva chiamato Rosso Malpelo a causa dei suoi capelli rossi. Proprio la gente lo riteneva un ragazzo malizioso e cattivo a causa dei capelli ed egli invece che smentire lo riconferma volutamente anche se nel profondo è sensibile e prova molti sentimenti.

Viene presentato attraverso l’opinione ostile della voce narrante, di un narratore popolare che rispecchia i pensieri e le idee della comunità.

Così facendo, il Verga ha creato un artificio della regressione, cioè che l’autore rinuncia alla sua posizione di intellettuale per adottare il punto di vista del popolo, e si può notare l’effetto di straniamento, cioè lo scarto che esiste tra il punto di vista del narratore popolare e dell’autore.

Malpelo lavora in una cava di rena rossa e tutti lo chiamavano così e perfino sua madre non si ricordava più il suo vero nome del resto ella si interessava a lui solo quando portava la paga e siccome era Malpelo sospettavano che rubasse un po’ del denaro così la sorella gli faceva la ricevuta a scapaccioni anche se il padrone della cava aveva confermato che i soldi c’erano tutti.

Alla cava tutti lo trattavano male, lo picchiavano e lo insultavano. Aveva molta fama (conosciuto come la bettonica) e la miniera veniva anche chiamata “la cava di Malpelo”. Lo tenevano per carità, perché suo padre, mastro Misciu (Domenico), era morto nella cava per un crollo mentre lavorava da solo dopo l’orario per arrotondare. Nessuno ha trovato il corpo e Malpelo si è messo a scavare a mani nude.

Dopo la morte del padre Malpelo lavorava come un uomo e quando succedeva qualche incidente si sapeva sempre che era stato lui. Con gli altri ragazzi era perfino crudele perché sa che la società è dominata dalla legge del più forte.

Poi cominciò a proteggere un ragazzino che a causa di un incidente si era lussato il femore che viene soprannominato Ranocchio. Malpelo gli dava anche un po’ del suo pane e il narratore scambia questo bisogno di affetto in cattiveria (per il gusto di tiranneggiarlo) ma l’autore prende le distanze con un “dicevano”

Ma Malpelo tormentava il povero ragazzo in tutti i modi picchiandolo sempre più forte. Lo faceva per fargli capire che la società era dominata dalla legge del più forte e gli insegnava a reagire e a subire. Ma quando Ranocchio piagnucolava perché aveva dei lavori troppo duri Malpelo lo picchiava e se non smetteva gli dava una mano o gli offriva la sua mezza cipolla.

Il sabato sera quando tornava a casa tutto sporco e cencioso, la sorella lo nascondeva dal suo fidanzato e passava la domenica a prendere a sassate le lucertole o a sforacchiare le siepi di fichidindia. La cava era l’unico pasto dove si sentiva a suo agio.

Un giorno si ritrovò il corpo di mastro Misciu e la madre adattò i calzoni e la camicia mentre le scarpe le avrebbe conservate per quando sarebbe cresciuto perché il fidanzato di sua sorella non le aveva volute. Quei vestiti avevano un significato importante per lui perché suo padre era l’unica persona che gli avesse mai voluto bene. Usava anche il piccone e la zappa del padre anche se erano sproporzionate per la sua età e anche se glieli avrebbero pagati come nuovi.

Poi un giorno morì l’asino grigio e Malpelo con Ranocchio, trascinato a forza perché non voleva andarci, andarono a visitare la sua carcassa. I cani accorrevano da tutte le fattorie per spolparlo e il Rosso raccontava che adesso il grigio non soffriva più e che i denti che gli laceravano le viscere non lo piegheranno come una badilata sulla schiena che era abitudine dargli per mettergli un po’ di vigore.

Da lì a poco Ranocchio si ammalò a tal punto che la sera dovettero portarlo via con l’asino. Malpelo lo aiutava prendendolo sulle spalle e gli faceva animo sgridandolo e picchiandolo. Poi un giorno dopo una botta sboccò del sangue e Malpelo cercò cosa gli avesse fatto e cominciò a prendersi a batte con un sasso per dimostrare che lui non aveva fatto niente. Ma Ranocchio non guariva, aveva sempre la febbre e continuava a sputare sangue. Allora il Rosso rubò un po’ di soldi dalla sua paga per comprargli del vino e della minestra calda e gli diede i suoi calzoni che lo coprivano meglio, ma non guariva. Malpelo stava sempre ad accudirlo e vedendolo soffrire con l’occhio spento come l’asino grigio gli diceva che era meglio che crepava piuttosto che soffra così.

Poi un giorno Ranocchio non venne più alla cava e Malpelo il sabato andò a trovarlo. La madre piangeva e strillava e lui non capendone il motivo lo chiese al malato. Ma non gli rispose e pensò che fosse stato tenuto come uno di quei bambini che non si slattano mai.

La madre e la sorella di Malpelo si sposarono e andarono a vivere altrove lasciandolo da solo.

Egli morì nella cava: una volta si doveva esplorare un canale che si riteneva sboccasse col pozzo grande a sinistra. Nessuno voleva entrarci perché se non era vero si correva il rischio di perdersi e di non tornare mai più. Ci fecero andare Malpelo e lui si ricordò di un minatore che anni prima si era smarrito e camminava ancora gridando aiuto senza che nessuno possa sentirlo. Entrò nella galleria e non si seppe più niente di lui.

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