breve biografia niccolò machiavelli

breve biografia niccolò machiavelli

breve biografia niccolò machiavelli


Niccolò Machiavelli nacque a Firenze nel 1469 da una famiglia borghese di modesta agiatezza: il padre, Bernardo, era l’autore di un libro di Ricordi famigliari, Bartolomea de’ Nelli, era autrice di rime sacre.

Niccolò ebbe  un’educazione umanistica, basata sui classici latini, ma non apprese il greco, Un prezioso documento della sua formazione culturale è una copia di suo pugno del De rerum natura di Lucrezio, che testimonia il suo interesse per una cultura materialistica ed epicurea negli anni in cui a Firenze trionfava lo spiritualismo di Savonarola: sin dagli anni giovanili si coglie perciò il suo indirizzo fortemente laico. La prima notizia sicura sulle sue attività conferma la sua collocazione tra gli oppositori di Savonarola Poté ottenere la carica di segretario solo dopo la caduta del frate. La sua posizione implicava missioni diplomatiche presso Stati italiani e stranieri.. I 14 anni della segreteria furono preziosi per Machiavelli, perché gli consentirono di accumulare un’esperienza diretta della realtà politica e militare del tempo, da cui egli poté trarre lo spunto per le riflessioni, le teorie e le analisi trasferite poi nelle sue opere.

Nel 1499 fu a Pisa, per seguire delle operazioni militari. Nel 1500 fu in Francia presso il re Luigi XII, e cominciò a conoscere la forte monarchia francese e la struttura dello Stato assoluto moderno, per cui ebbe poi sempre ammirazione, additandolo come un modello per uno Stato italiano. Nel giugno del 1502 compì una missione presso Cesare Borgia, il duca Valentino, che, con l’appoggio del padre, papa Alessandro VI, si era impadronito del Ducato di Urbino, e restò molto colpito dalla sua figura di politico audace e spregiudicato.

Nel Principe la figura del Valentino viene assunta comq quella di un principe nuovo, che riesca a costruire un forte Stato italiano. Fu di nuovo presso Cesare Borgia in Romagna, e poté seguire la politica con cui il duca riportò l’ordine in quella zona travagliata da conflitti ancora feudali tra i signori locali. Nell’estate del 1503 muore il papa Alessandro VI, e il successore, Pio III, muore a sua volta dopo soli due mesi. In ottobre Machiavelli è a Roma per seguire il conclave, da cui uscirà papa Giulio II, e può assistere alla rovina della costruzione politica di Cesare Borgia, che, perduto l’appoggio del padre, non riesce neppure ad evitare l’elezione del suo più accanito nemico. Dopo poco tempo la parabola del duca Valentino si conclude con la sua stessa morte.

Nel frattempo Machiavelli si dedicò anche all’attività letteraria, e scrisse in versi una cronaca delle vicende italiane fra il 1494 e il 1504 dove sosteneva la necessità di evitare le infide milizie mercenarie e di creare un esercito permanente, alle dirette dipendenze dello Stato, composto non di soldati di ventura ma di cittadini in armi. Viaggio in Francia e in Germania. Nel settembre 1511 si profila lo scontro tra la Francia con Firenze, e la Lega Santa capeggiata dal papa; con la battaglia di Ravenna i Francesi sono sconfitti dagli Spagnoli: la Repubblica cade, i Medici tornano a Firenze e Machiavelli viene licenziato da tutti i suoi incarichi.

L’esclusione dalla vita politica fu per lui un colpo durissimo. Nel febbraio 1513 fu sospettato d’aver preso parte ad una congiura antimedicea, torturato e tenuto in prigione. Liberato in occasione dell’ascesa al pontificato di Giovanni de’ Medici (Leone X), si ritirò, in una sorta di esilio forzato, nel suo podere dell’Albergaccio. Lì, si dedicò agli studi, tenendo però i contatti con la vita politica attraverso la corrispondenza con Francesco Vettori, ambasciatore a Roma. In questo periodo scrisse il Principe (1513) e probabilmente iniziò i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio e la Mandragola. La lontananza dalla vita politica attiva era però per lui intollerabile, quindi cercò un riavvicinamento ai Medici, al fine di riottenere qualche incarico. Con questo intento il Principe fu dedicato nel 1516 a Lorenzo de’ Medici,. Tuttavia i Medici continuarono a guardarlo con diffidenza. Si avvicinò ad un gruppo di giovani intellettuali aristocraticia cui dedicò i Discorsi. Nel 1519, morto Lorenzo, il governo della città fu assunto dal cardinale Giulio de’ Medici, più favorevole a Machiavelli, che gli procurò l’incarico, da parte dello Studio fiorentino, di stendere una storia di Firenze. Nel 1523 Giulio de’ Medici divenne papa a sua volta con il nome di Clemente VII, ed a lui, nel 1525, Machiavelli offrì le Istorie fiorentine. Cominciò a poco a poco a riottenere vari incarichi. Nel 1527 i Medici vengono di nuovo scacciati e si ristabilisce la Repubblica: Machiavelli spera di riottenere l’antica segreteria, ma viene guardato con sospetto e ostilità per il suo riavvicinamento alla signoria medicea. Ammalatosi all’improvviso, muore nel 1527.

/ 5
Grazie per aver votato!

NICCOLO MACHIAVELLI

NICCOLO MACHIAVELLI

NICCOLO MACHIAVELLI


Niccolò Machiavelli nacque a Firenze nel 1469 da una famiglia di modesta agiatezza, il padre era un uomo di legge, amante degli studi e possessore di una biblioteca, la madre era un’autrice di rime sacre.
Ebbe un’educazione umanistica basata sui classici latini.
Un documento della sua formazione culturale testimonia il suo interesse per una cultura materialistica ed epicurea proprio negli anni in cui a Firenze trionfava lo spiritualismo e l’ardente religiosità di Savonarola. Sicuramente era uno degli oppositori.
Poté ottenere la carica solo dopo la caduta di Savonarola, e nel un mese dopo divenne anche segretario di un’altra magistratura, i Dieci di libertà e pace. I suoi incarichi gli conferivano grandi responsabilità nel campo della politica interna, estera e militare della Repubblica.
Nel giugno del 1502 compì una missione presso Cesare Borgia, il duca Valentino che con l’appoggio del padre, papa Alessandro VI, si era impadronito del Ducato d’Urbino, e restò molto colpito dalla sua figura di politico audace e spregiudicato, che aspirava a costruirsi un vasto stato nell’Italia centrale, sino a dominare la stessa toscana. Nel Principe proprio la figura del valentino viene assunta come esempio della virtù che deve possedere un principe.

Macchiavelli venne escluso dalla vita politica, che per 14 anni aveva costituito il suo principale interesse, fu per lui un colpo durissimo. A ciò si aggiunse il fatto che nel febbraio 1513 fu sospettato di aver preso parte ad una congiura antimedicea, torturato e tenuto in prigione per 15 giorni e liberato in occasione dell’ascesa al pontificato di Giovanni de’ Medici (Leone X), si ritirò in una sorta di esilio forzato nel suo potere dell’Albergaccio , presso san Casciano. Lì si dedicò agli studi tenendo però i contatti con la vita politica attraverso la corrispondenza con Francesco vettori.

L’epistolario
Tra tutte le lettere spicca il blocco di quelle scritte a Francesco vettori posteriormente alla perdita degli incarichi politici, tra il 1513 e il 1515,. Spesso sono l’occasione per la riflessione sulla situazione politica, ma non mancano spunti autobiografici e resoconti della propria vita quotidiana. Famosa è quella del 10 dicembre 1513 in cui macchiavelli descrive la sua giornata nell’esilio dell’Albergaccio, le futili occupazioni del mattino e del pomeriggio a cui contrappone lo studio serale dei classici. La è importante perché fornisce l’indicazione dell’avvenuta composizione del principe.
Principe
Il 10 dicembre 1513, dall’esilio dell’albergaccio, Machiavelli annuncia all’amico vettori di aver composto un opuscolo in cui si trattava che cos’è il principato
Dalla lettera al Vettori si deduce che in un primo momento Machiavelli intendeva dedicare il trattato a giuliano de’ medici, però più tardi fu indirizzata a Lorenzo, capitano generale dei fiorentini per conto dello zio papa Leone X,poi duca d’Urbino.
La dedica sembra testimoniare la volontà da parte dello scrittore di cercare un avvicinamento ai Medici e di offrire la sua collaborazione in un momento in cui la famiglia aveva acquistato una posizione di grande potere e mirava a costruire un forte dominio nell’Italia centrale. L’opuscolo non fu dato alle stampe circolò manoscritto in una cerchia ristretta, e fu pubblicato postumo solo nel 1532 a Firenze e a Roma suscitando molto scalpore.
Machiavelli proclama di voler guardare alla verità effettuale della cosa e non all’immaginazione di essa quindi non propone al principe le virtù morali, ma quei mezzi che possono consentirgli effettivamente la conquista e il mantenimento dello stato e con spregiudicatezza arriva a consigliargli di essere anche non buono , crudele, mentitore, dissimulatore, quando le esigenze dello stato lo impongano.
Il principe è un’operetta molto breve, scritta in forma concisa e incalzante, ma densa di pensiero. Si articola in 26 capitoli di lunghezza variabile che recano dei titoli in latino.
Parla di:
_vari tipi di principato e mira a individuare i mezzi che consentono di conquistarlo e mantenerlo, conferendogli forza e stabilità.
_del problema delle milizie dove secondo machiavelli gli stessi cittadini dovevano formare l’esercito con le proprie armi e toglier l’uso di eserciti mercenari.

La mandragola
Il testo più importante di machiavelli è però una commedia, la mandragola, che è un autentico capolavoro, senz’altro il testo più vivo di tutta produzione comica cinquecentesca.
Fu scritta nel 1518, risale quindi al periodo in cui Machiavelli era forzatamente escluso dall’attività politica, e riflette lo stato d’animo amaro e risentito di quegli anni.
Fu forse rappresentata per le nozze di lorenzo de medici e pubblicata nello stesso 1518 ed ebbe un notevole successo.
L’intreccio, che si svolge a Firenze in anni contemporanei, ricalca gli schemi propri del teatro comico del tempo: una vicenda d’amore contrastato che si risolve felicemente con l’intervento di uno scaltro parassita Ligurio, sul modello della commedia latina e intrecciata ad essa la vicenda di uno sciocco beffato, che risale alla novellistica toscana.

Muore il 21 giugno del 1527

/ 5
Grazie per aver votato!

Privacy Policy

Cookie Policy

error: Content is protected !!