Meningite

Meningite

Meningite

Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). La sua presenza non è correlata a un aumento del rischio di meningite o di altre malattie gravi. È stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era già stata descritta nel 1805 nel corso di un’epidemia a Ginevra. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell’essiccamento. Dunque, fuori dell’organismo sopravvive solo per pochi minuti. La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia.Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari. Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici. Per limitare il rischio di casi secondari, è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici. Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione:

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Toxoplasma

Toxoplasma

Toxoplasma

  • La toxoplasmosi è una malattia infettiva causata dal Toxoplasma gondii. Questo protozoo è un parassita intracellulare obbligato, il cui ospite definitivo è il gatto; tuttavia, può infettare anche altri mammiferi (ospiti intermedi) e gli uccelli.
    Il toxoplasma invade il citoplasma delle cellule e si moltiplica asessualmente all’interno di esse, portando alla produzione di oocisti. Solo nel tratto intestinale del gatto, invece, si verifica una riproduzione sessuata: le oocisti prodotte vengono emesse con le feci e restano infettanti nel terreno per mesi.
    L’ingestione diretta del parassita con cibo o acqua contaminati dalle feci di gatto è la più frequente modalità di infezione. Tuttavia, il contagio può verificarsi anche cibandosi di carni crude o poco cotte (specie di agnello e maiale; raramente, di manzo) o portando alla bocca le mani che hanno manipolato vegetali, terriccio o altri materiali infetti.
    La toxoplasmosi, inoltre, può essere trasmessa per via transplacentare (se la madre è stata infettata durante la gravidanza o se, a causa di un’immunosoppressione, si riattiva una precedente infezione).
    Il contagio, infine, può verificarsi anche tramite trasfusione di sangue o trapianto d’organo.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/Sintomi/Toxoplasmosi

 

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