le lacrime mie coi tuoi dardi

Le Lacrime mie coi tuoi dardi

ILIADE SIGNIFICATO


Canta o dea⇒Le nove Muse, figlie di Zeus e di Mnemosine, erano protettrici delle arti e delle attività intellettuali; qui il poeta si riferisce a Calliope, la musa ispiratrice della poesia epica.


l’ira d’Achille Pelide⇒É un patronimico, ossia un termine che designa la discendenza dal padre: Achille è figlio di Peleo, re di Ftia, in Tessaglia, e della dea Teti.


in preda all’Ade⇒Il regno dell’oltretomba, dominato appunto dal dio Ade.


l’Atride⇒É un altro patronimico: qui il poeta si riferisce ad Agamennone, figlio di Atreo, re di Argo e di Micene. A lui è affidato il comando della spedizione greca contro Troia.


la città di Priamo⇒Mitico re di Troia; è il padre di Ettore e Paride.


regni sovrano su Tènedo⇒Isola dell’Egeo orientale, vicina alla città di Troia, anche questa luogo di culto apollineo.


Sminteo⇒Epiteto del dio Apollo, il cui significato non è ben chiaro. Secondo alcuni il termine deriverebbe dal nome dell’antica città di Sminte, nella Troade.


le lacrime mie coi tuoi dardi⇒Apollo è spesso rappresentato con arco e frecce: egli è, al tempo stesso, il dio che allontana il male (padre di Asclepio, dio della medicina), e il dio che punisce con i suoi infallibili dardi; tutte le morti improvvise erano ritenute effetto delle sue frecce.


Febo⇒Epiteto di Apollo; significa propriamente “luminoso”.


Clitemnestra⇒Sposa di Agamennone e sorella di Elena.


o il dono d’Aiace⇒Figlio di Telamone, re di Salamina; viene presentato da Omero come l’eroe greco secondo soltanto ad Achille per forza e per coraggio sul campo di battaglia.


Teucri⇒Il termine viene spesso impiegato nei poemi omerici per indicare i Troiani. La sua origine è connessa a Teucro, capostipite dei re di Troia.


Mirmίdoni⇒Popolo della Ftiotide, in Tessaglia, governato da Achille.


Cronide⇒É un patronimico: Zeus, infatti, è figlio di Crono e di Rea.


il grido delle gru⇒L’uso di entrare in battaglia con grida era tipico dei popoli orientali; qui Omero descrive l’avanzata rumorosa dei Troiani paragonandola, attraverso un’elaborata similitudine, alla migrazione delle gru verso i luoghi caldi all’inizio dell’inverno.


Come su vette di monti il Noto⇒É il vento del Sud, portatore di nebbie e di pioggia. I Greci entrano in battaglia marciando in silenzio e sollevando una polvere simile alla nebbia condotta dal Noto.

veduto un serpente⇒Altra similitudine, impiegata questa volta per descrivere il terrore di Paride.



vestivi chitoni di pietre⇒Espressione proverbiale e metaforica per dire che sarebbe stato lapidato dal popolo.


il tuo cuore è inflessibile, come la scure⇒Ancora una volta il poeta si serve di una similitudine per descrivere un comportamento umano: in questo caso sono sottolineati il coraggio e il valore di Ettore.


essi ritornino ad ArgoCapitale dell’Argolide, regione del Peloponneso; è qui menzionata per indicare la Grecia.


che nutre cavalli all’Acaia⇒Regione del Peloponneso; è qui menzionata per indicare la Grecia.


il potente Elicàone⇒Eroe troiano, figlio di Antènore e sposo di Laodice, una delle figlie del re Priamo.


per la vecchiaia avevano smesso la guerra, ma parlatori nobili erano, simili alle cicale⇒Le cicale sono animali canori per antonomasia e nel mondo greco antico vengono spesso associate alle Muse, ispiratrici del canto poetico e depositarie della conoscenza: non ci deve sorprendere, quindi, questa similitudine, con cui Omero paragona i discorsi dei saggi anziani della città di Troia proprio al frinire delle cicale.


Oh Zeus padre, signore dell’Ida⇒Montagna della Frigia, in Asia Minore, da cui gli dèi omerici osservano la piana di Troia.


che quando viveva a Lacedèmone⇒Altro nome della città di Sparta.


Sul campo di battaglia si scontrano Glauco⇒Capo dell’armata dei Lici, alleati dei Troiani.


rifuggivano a Ilio⇒Altro nome della città di Troia; la sua origine è connessa al mitico Ilo, figlio di Tros, appartenente alla stirpe di Teucro, considerato il fondatore della città.


Eleno⇒Figlio del re Priamo e fratello di Ettore; è dotato di capacità profetiche.


peplo⇒Prodotto dell’attività muliebre della tessitura, è certamente un dono assai gradito alla dea Atena, protettrice dell’artigianato in tutte le sue diverse espressioni.


Ma aspetta, dunque, che porti vino dolcissimo, perché tu libi⇒La libazione era nel mondo antico un rito di offerta alle divinità: più precisamente si trattava di un’offerta di vino o di latte che veniva versato sul capo di una vittima destinata al sacrificio oppure direttamente sull’altare consacrato alla divinità.


aveva l’asta di undici cubiti⇒Un’arma di smisurata lunghezza (quasi cinque metri); il poeta vuole così sottolineare la differenza tra Ettore, valoroso guerriero, e Paride, imbelle seduttore.


qui la sposa ricchi doni⇒Il poeta allude alla dote che la sposa recava dalla casa paterna a quella del marito.


Ettore lo chiamava Scamandrio⇒Significa “sacro allo Scamandro”, celebre fiume della Troade.


figlie di Zeus egίoco⇒L’epiteto significa “portatore dell’egida”, il prodigioso scudo di Zeus fabbricato dal dio Efesto con la pelle della capra Amaltea che nutrì il re degli dèi durante la sua infanzia.


sopra piantarono olmi⇒Pianta legata al mondo dell’oltretomba.


Artemide⇒Sorella del dio Apollo, è dea della natura e della caccia. Come il fratello, è spesso rappresentata con arco e frecce ed è in grado sia di allontanare il male sia di provocarlo: la morte improvvisa delle donne era solitamente spiegata con una freccia di Artemide.


Laerzίade⇒É un patronimico: l’eroe Odisseo è infatti figlio di Laerte, re di Itaca.


Come ai suoi piccoli implumi porta l’uccello⇒Altra similitudine omerica costruita con un’immagine tratta dal mondo naturale.


per terra nella Troade feconda⇒Achille allude alle campagne militari condotte contro gli alleati dei Troiani.


buoni scalmi⇒Sono i banchi su cui stanno seduti i rematori.


Chera⇒Le Chere sono dei demoni alati, di aspetto terribile, nominati frequentemente nell’Iliade: esse appaiono come una personificazione dei diversi tipi di morte che possono colpire un eroe. A partire dall’età classica perdono le connotazioni specifiche che presentano in Omero e tendono a confondersi con altre divinità, come le Moire


Ambasceria⇒L’ambasceria è composta da tre celebri eroi greci: Odisseo, Aiace e Fenice, vecchio precettore di Achille; nonostante il rilievo dei messaggeri, Achille rifiuta il suo aiuto.


Euforbo di Pàntoo⇒Sacerdote di Apollo a Troia e padre dell’eroe Euforbo.


Tutta coprivan la pelle l’armi⇒Ettore indossa l’armatura che ha sottratto a Patroclo dopo averlo ucciso in duello, ossia l’armatura che apparteneva allo stesso eroe Achille.


Vengono banditi i giochi funebri⇒ funerali solenni in onore di personaggi ed eroi particolarmente illustri prevedevano anche l’organizzazione di giochi sportivi: durante i funerali di Patroclo gli eroi greci si cimentano addirittura in otto specialità sportive (corsa dei carri, pugilato, lotta, corsa podistica, duello, lancio del disco, tiro con l’arco e lancio dell’asta).


moltissimi Achei sotto la forza d’Ettore morsero la terra infinita⇒Andromaca profetizza quello che accadrà adesso che Ettore è morto: la città di Troia cadrà; le spose dei Troiani diventeranno schiave dei Greci (Andromaca sarà prigioniera di Neottolemo, figlio di Achille, che la porterà con sé in Epiro); i figli dei Troiani seguiranno il destino delle madri oppure saranno uccisi (Astianatte sarà gettato dalle mura di Troia). Queste vicende, però, non sono narrate nell’Iliade che termina con il funerale di Ettore.


ODISSEA

messaggero Argheifonte⇒Epiteto del dio Ermes. Significa “uccisore di Argo”: la sua origine è connessa al mito di Io, sacerdotessa della dea Era di cui Zeus si era innamorato. Era, gelosa, si era vendicata trasformando Io in una vacca e ponendola sotto la custodia di Argo, guardiano dai cento occhi; Zeus allora si era unito a lei sotto forma di toro e aveva poi ordinato ad Ermes di uccidere Argo, compito che il dio era riuscito con astuzia a portare a termine.


grande Ennosίgeo⇒Epiteto del dio Poseidone. Significa “colui che scuote la terra”: il dio del mare, infatti, era spesso rappresentato nell’atto di scuotere la terra col suo tridente;


Occhio azzurro⇒Epiteto della dea Atena, il cui significato non è in realtà ben chiaro. La sua etimologia potrebbe essere connessa alla civetta, animale sacro alla dea, elemento che porta alcuni studiosi a tradurre questo aggettivo come “dallo sguardo di civetta”; tuttavia è anche possibile collegare questo epiteto ad una radice indoeuropea dotata di una nozione essenzialmente luministica: questo porta a tradurre il termine come “dallo sguardo splendente” oppure, come molti grecisti preferiscono, “dagli occhi azzurri”.


vidi levarsi un fusto nuovo di palma⇒Questa similitudine è davvero originale: Odisseo paragona la principessa dei Feaci ad un fusto di palma da lui visto sull’isola di Delo mentre era in viaggio verso Troia. L’immagine richiama alla mente le statue di fanciulle dell’arte greca arcaica, il cui tronco ha la stessa elegante sobrietà e solidità di una colonna o di un giovane fusto di palma.


non sanno le navi dalle guance di minio⇒Ossido salino di piombo, di colore rosso vivo, impiegato per verniciare le navi.


ventilabro⇒É uno strumento agricolo: una pala di legno usata per separare dal grano la pula.


urlatrice⇒Epiteto di Artemide; è da collegare forse all’ambiente prediletto da questa divinità, ossia la natura incolta, le foreste e le colline ricche di animali selvatici.


la Predatrice⇒Epiteto della dea Atena, da collegare certamente alla sua sfera militare;


https://www.appunti.info/iliade-significato-3/

/ 5
Grazie per aver votato!

TRADUZIONE DEL PROEMIO ILIADE

TRADUZIONE DEL PROEMIO ILIADE


l proemio che apre l’Iliade occupa i primi sette versi. Esso svolge una funzione importante, quella di introdurre il lettore (che anticamente era un ascoltatore) nelle vicende che occupano il I libro e di annunciare l’argomento dell’opera.Il proemio contiene l’«invocazione» alla musa, ovvero alla dea della poesia epica, alla quale il poeta si rivolge direttamente tramite il complemento di vocazione o dea: a lei chiede di cantare l’ira d’Achille, che è il contenuto dell’Iliade. In realtà il poeta sta cercando un’ispirazione divina, che è necessaria per affrontare la stesura di un poema così lungo e impegnativo: sarà la dea stessa a recitare per lui i versi, come si capisce dall’imperativo Canta, che apre il primo verso. In questa maniera Omero intende conferire dignità e solennità alla sua opera.

All’invocazione segue l’«esposizione» della materia, ovvero del contenuto del poema: si tratta dell’ira d’Achille, che provoca molti problemi e gravi dolori ai Greci impegnati nell’assedio di Troia; la causa è una lite avvenuta tra Achille e Agamennone, il capo dell’esercito greco. Ma perché questa lite? La colpa è in realtà di Apollo, offeso per l’ingiuria arrecata dai Greci al suo sacerdote Crise, che chiede il riscatto della propria figlia, Criseide, rapita da Agamennone.Dal momento che a Crise è stato opposto uno sdegnoso rifiuto, il dio punisce i Greci infestando il loro ac-campamento con la piaga della peste, che miete vittime tra uomini e animali.


Canta, o dea, l’ira d’Achille Pelide,rovinosa, che infiniti dolori inflisse agli Achei,gettò in preda all’Ade molte vite gagliarde d’eroi, ne fece il bottino dei cani,di tutti gli uccelli consiglio di Zeus si compiva da quando prima si divisero contendendo l’Atride signore d’eroi e Achille glorioso.


1. Canta, o dea: il poema inizia con l’in-vocazione alla dea, cioè alla musa della poesia epica. Le muse, nate da Zeus e Mnemòsine, erano nove fanciulle, divinità protettrici delle belle arti, che accompagnavano in corteo Apollo, dio della poesia. Nota come il poeta chieda alla musa di “cantare” l’ira di Achille, come se fosse la dea stessa a dettare i versi nel suo animo e lui si limitasse a trascriverli. Ma tutto è frutto di un’invenzione letteraria, che serve a conferire maggiore impegno e valore all’opera.

2. Achille Pelide: l’eroe greco è definito Pelìde poiché è figlio di Pelèo, re di Ftìa, città della regione greca della Tessaglia. Achille aveva invece come madre Teti, che era una nereide (figlia di Nerèo), ovvero una divinità minore del mare. Pelide vale come epiteto (in questo caso si tratta di un patronimico), aggettivo ricorrente che accompagna il nome di un eroe, di un dio, una città ecc.

3. che … agli Achei: che provocò innumerevoli dispiaceri agli Achei. Achei è il nome con cui, nell’intera Iliade, vengono definiti i Greci. In realtà gli Achei corrispondono ai Micenei, abitanti dell’Ellade prima dell’invasione dei Dori.

4. gettò in preda all’Ade: Ade è il dio signore dell’Oltretomba, il Regno dei morti, ma indica anche l’Oltretomba stesso. Tutta l’espressione può rendersi dunque così: mandò nel Regno dei morti.

5. molte vite gagliarde d’eroi: molti eroi coraggiosi, intrepidi.

6. ne fece … gli uccelli: una volta morti, gli eroi sono ridotti a semplici cadaveri, di cui si ciberanno cani e uccelli, diventando un triste bottino per gli animali.

7. consiglio di Zeus si compiva: in questo modo si realizzavano le intenzioni di Zeus; il sommo padre degli dèi assicura che si compia sempre la volontà del Fato, cioè del Destino che governa tutte le cose e stabilisce la sorte degli uomini, e al quale anche gli dèi devono sottostare.

8. da quando … contendendo: dal momento in cui per la prima volta si opposero in una disputa.

9. l’Atride signore d’eroi: Agamennone, re di Argo. Figlio di Atreo (e perciò accompagnato dall’epiteto Atrìde) e fratello di Menelao, al quale è stata rapita la moglie Elena. Agamennone guida la spedizione achea a Troia ed è dunque il capo supremo dell’esercito. Più importante di tutti gli altri eroi greci, per il suo ruolo di comandante militare, è colui che ha l’ultima parola nelle assemblee e può imporre le sue decisioni nelle situazioni difficili. Ma vedremo anche che Agamennone è un re superbo e arrogante, e che approfitta della sua posizione di capo per commettere soprusi e ingiustizie.

/ 5
Grazie per aver votato!

Privacy Policy

Cookie Policy

error: Content is protected !!