ettore e andromaca parafrasi vv 369 502

ettore e andromaca parafrasi vv 369 502

ettore e andromaca parafrasi vv 369 502

(da Iliade, canto VI, vv 370-500 trad. di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino, 1993)

PARAFRASI

Allora, il grande Ettore, con l’elmo luccicante le disse: 
“Andromaca, anche io penso a tutto questo; ma ho troppa 
paura per il destino dei troiani e per le loro donne 
e non voglio comportarmi da vile e non andare in guerra. 
Ho imparato ad essere sempre forte e il mio cuore dice che è giusto che io vada 
come ho sempre fatto combattendo fra i primi troiani 
e rendendo mio padre orgoglioso di me come lo sono io. 
Di questo sono sicuro nell’anima e nel cuore: 
verrà il giorno in cui troia sarà distrutta, 
insieme a Priamo e ai suoi guerrieri 
ma non avrò dolore per i troiani; 
al contrario ne avrò per Ecuba e per il re Priamo 
e per i troiani che anche se sono molto forti 
moriranno a causa dei nemici. 
Per quanto riguarda te, qualche soldato greco, 
ti trascinerà via piangente, e ti renderà schiava: 
vivendo nella città greca, dovrai lavorare per loro, 
prendere l’acqua presso le sorgenti di Messeìde o Iperea 
farai tutto per loro: su di te cadrà un destino pesante. 
E quando qualcuno ti vedrà piangere, dirà: 
“Ecco la moglie di Ettore, 
che quando combatteva per troia era il più forte”! 
e ogni volta per te, ascoltarli, sarà una sofferenza 
perché sarai senza l’uomo che avrebbe potuto salvarti dalla schiavitù. 
Sarò già morto e seppellito 
prima che ti faranno schiava”! 
E dicendo così Ettore tese le braccia a suo figlio 
ma lui si tirò indietro e si strinse al petto della balia 
guardando l’aspetto del padre, gridò 
perché si spaventò dell’armatura e dell’elmo, 
e del pennacchio che vedeva muoversi sulla sua punta. 
Ettore e Andromaca sorrisero. 
Allora Ettore si tolse l’elmo scintillante 
e lo posò a terra; 
diede un bacio a suo figlio, lo prese tra le braccia, 
pregò Zeus e gli altri dei e gli chiese 
di farlo crescere come lui, forte, 
di farlo distinguere tra i troiani, 
e di farlo regnare da sovrano su troia; 
“fate che un giorno diranno che lui è più forte di suo padre, 
quando tornerà dalla guerra portando il corpo 
del nemico sconfitto e che sua madre sia orgoglioso di lui”! 
Dopo aver detto queste parole, mise suo figlio 
tra le braccia di sua moglie e lei lo strinse a se, 
mentre sorrideva tra le lacrime; Ettore guardandola si intenerì, 
la accarezzò e le disse: 
“ Cara, non rattristarti! 
Se non è destino, nessuno potrà uccidermi, 
sappi però che nessuno lo può evitare 
nel momento in cui nasce, sia lui valoroso o vile. 
Ora va a casa e pensa alle tue cose 
al telaio, al fuso; ordina alle serve 
di fare il loro lavoro; alla guerra ci penseranno gli uomini 
e io prima di tutti”. 
Ettore poi si rimise l’elmo piumato; 
Andromaca si avviò verso casa ma 
piangendo si voltò indietro più volte; 


EPITETI

Ettore elmo abbagliante→(1)

>1. abbagliante: splendente, rilucente.

col bambino e un’ancella bel peplo→(2)

>2.peplo: veste di lana bianca,lunga fino piedi,fissata alle spalle con una fibbia.

stava sopra la torre→(3)

>3. torre: la torre delle porte Scee, porte della città attraverso le quali i Troiani passavano per recarsi sul campo di battaglia.

qui la sposa ricchi doni→(4)

>4. sposa ricchi doni: sposa con ricca dote.

Tebe Ipoplacia, signore di genti cilice→(5)

>5. Andromaca … cilice: Andromaca è figlia di Eezíone re di Tebe, città della Cilicia in Asia Minore, che sorgeva ai piedi del monte Placo ricco di boschi (selvoso). È per questo che Tebe era chiamata «Ipoplacia», che in greco significa appunto «sotto il Placo».

figlio d’Ettore amato, simile a vaga→(6)

>6. vaga: bella.

Ettore lo chiamava Scamandrio→(7)

>7.scamandrio: dal nome del fiume scamandro che scorreva nella pianura di troia.

Astinante→(8)

>8. Astianatte: in greco significa «difensore della città».

Ettore salvava Ilio→(9)

>9. Ilio: altro nome di Troia, da Ilo, fondatore della città.

tu sei il mio sposo fiorente→(10)

>10. fiorente: forte, vigoroso.

ferma l’esercito presso il caprifico→(11)

>11. caprifico: fico selvatico, presso le porte Scee, del quale le capre sono ghiotte.

del forte figlio di Tideo→(12)

>12. i migliori … Tideo: i più valorosi eroi achei: Aiace Telamonio, re di Salamina, e Aiace Oileo, re di Locri; Idomeneo, re di Creta; Agamennone e Menelao, figli di Atreo; diomede,figlio di tideo.

rossore dei Teucri→(13)

>13. rossore dei Teucri: vergogna dei Teucri, ossia dei Troiani.

non per la stessa Ecuba→(14)

>14. Ecuba: madre di Ettore e moglie del re Priamo.

acheo chitone di bronzo→(15)

>15. qualche acheo … bronzo: qualche guerriero acheo armato di una corazza di bronzo.

trascinerà via piangente, libero giorno togliendoti→(16)

>16. libero giorno togliendoti: privandoti della libertà e quindi rendendoti schiava.

vivendo in Argo, dovrai per altra→(17) tessere tela

>17 . per altra: per un altra donna,per una padrona.

portar acqua di Messeíde o Iperea→(18)

>18. Messeíde o Iperea: nomi di due fonti della Grecia. La fonte Messeíde si trova in Laconia; la fonte Iperea in Tessaglia.

priva dell’uomo che schiavo giorno→(19)

>19. schiavo giorno: i giorni della schiavitù.

Morto, però, m’imprigioni la terra su me riversata→(20)

>20. m’imprigioni … riversata: mi ricopra la terra gettata sopra il mio sepolcro.

spaventato dal bronzo e dal cimiero chiomato→(21)

>21. cimiero chiomato: pennacchio di crine di cavallo posto sull’elmo quale ornamento.

quando verrà dalla lotta. Porti egli le spoglie cruente→(22)

>22. spoglie cruente: armature insanguinate.

n..contro il destino potrà gettarmi nell’ Ade→(23) ma la Moira→(24)

>23. Ade: regno dei morti.

>24. Moira: detta anche Parca, è la dea del destino degli uomini.

Su, torna a casa, e pensa all’opere tue,telaio, e fuso→(25)

>25. pensa … fuso: pensa ai tuoi lavori domestici, a tessere e a filare.

sfuggendo alle mani, al furore dei Danai→(26)

>26. Danai: altro nome dei Greci, così detti perché discendenti di Danao, re di Argo.



Ettore e Andromaca parafrasi

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ETTORE E ANDROMACA RIASSUNTO BREVE

ETTORE E ANDROMACA RIASSUNTO BREVE


-La guerra infuriava e i Greci stavano ormai per avere la meglio.
Ettore voleva rivedere suamoglie Andromaca e il suo figlioletto Astianatte. Sentiva infatti in cuor suo che quella era l’ultima occasione perriabbracciarli.
Giunse alla sua casa, ma Andromaca non c’era. Le ancelle gli dissero che, quando aveva sentito che i Troiani erano stati volti infuga, era corsa alle mura come fuori di sé, per cercare con lo sguardo suo marito.
Ettore allora raggiunsele Porte Scee e lì Andromaca, non appena lo vide, gli corse incontro. Con lei c’era labalia, che teneva in braccio il loro piccolo bambino.
Egli, guardando il figlio, sorrise in silenzio, ma Andromaca gli si fece vicino piangendoe gli prese la mano. Disse parole, parlò così:
«Misero, il tuo coraggio t’ucciderà, tu non hai compassione
del figlio così piccino, e di me sciagurata, che vedova prestosarò,
presto t’uccideranno gli Achei.
Oh, meglio per me sarebbe scendere sotto terra e morire
perché se tu muori nessun’altradolcezza avrò mai,
solo dolore! Non ho padre, non ho madre, né fratelli, tutti uccisi da Ettore.
Tu sei per me padre e nobile madree fratello, tu sei il mio sposo fiorente
dunque abbi pietà, rimani qui sulla torre,
non rendere orfano il figlio, vedova la sposa». E allora Ettore, dall’elmo abbagliante, le disse:
«Donna, anch’io, sì, penso a tutto questo; ma ho troppo vergogna
dei Troiani se resto come un vile lontano dalla guerra.
Non lo vuole il mio cuore, perché ho imparato a esser forte
sempre, a combattere in mezzo ai Troiani,
procurando grande gloria a mio padre e a me stesso.
Io lo so bene dentro l’anima e il cuore che verrà un giorno in cui Troiafinirà,
e morirà mio padre Priamo, e i Troiani tutti.
Ma io non proverò tanto dolore per i Troiani,per mia madre Ecuba, per mio padre il re Priamo,
o per i fratelli,  quanto per te, che un Acheo trascinerà via piangente,facendoti schiava e togliendoti la libertà:
allora, vivendo in Argo, dovrai tessere e portare acqua
per una padrona Achea……
E qualcuno che ti vedrà piangere dirà:
“Ecco lei è la sposa d’Ettore, ch’era il più forte a combattere
fra i Troiani”  Che io sia morto, allora, e che m’imprigioni la terra, su me sia riversata,
prima ch’io possa sentire le tue grida, e assistere al tuo rapimento!>

E così dicendo Ettore tese al figlio le braccia. Ma il bambino si piegò indietro, sul petto della balia, con un grido, spaventato dall’aspetto del padre, dal bronzo e dalla chioma che vedeva ondeggiare terribile in cima all’elmo.
Sorrisero il padre, e la nobile madre, e subito Ettore si tolse l’elmo e lo posò scintillante per terra; poi baciò il figlio e lo sollevò fra le braccia, e disse, supplicando Zeus

«Zeus, e voi dei tutti, fate che cresca questomio figlio, così come sono io,
gagliardo di forze, e regni su Troia;e un giorno dica qualcuno:
“È molto più forte del padre!”,

Dopo che disse così, mise in braccio alla sposa il figlio suo; ed ella lo strinse fra le braccia sorridendo tra il pianto; s’intenerì lo sposo a guardarla, l’accarezzò con la mano, e le parlò così:

«Misera, non t’addolorare troppo nel cuore!
Nessun uomo può sfuggire al suo Destino,
sia valoroso o vile, dal momento ch’è nato.
Su, torna alle tue stanze, e pensa alle faccende di casa;
alla guerra penseranno gli uomini di Troia
e io sopra tutti».

Quando finì di parlare, Ettore riprese l’elmo e si allontanò.
Andromaca invece con il suo bambino tornò verso casa, ma continuamente lungo il cammino si voltava indietro, piangendo nel vedere il suo sposo andarsene lontano.
Quando fu ritornata, raccontò tutto alle ancelle, e insieme compiangevano Ettore. Tutte infatti sentivano nel cuore un fosco presagio: sapevano che l’eroe non sarebbe tornato vivo dallo scontro con Achille.

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