UFO DOSSIER LAZAR

UFO DOSSIER LAZAR

Tratta dall’intervista originale su VHS : UFO DOSSIER/AREA 51 TECNOLOGIA ALIENA VOLUME 2/ FABBRI VIDEO 1997 

In Nevada all’interno dell’area 51, esiste una base chiamata S4 in cui l’ingegnere in fisica nucleare Bob Lazar si trovò a lavorare.

– Domanda : Che impressione ebbe quando entrò per la prima volta?

– Lazar : Sembrava tutto molto militare e non molto scientifico, c’erano molti controlli ed un massimo livello di sicurezza, ovunque si andasse bisognava essere accompagnati da una guardia armata anche nella toilette. Tutte le porte si aprivano e si chiudevano con dei badge di plastica magnetici, e c’era un’atmosfera molto oppressiva.

– Domanda : Quante volte è dovuto entrare in quella zona prima di poter vedere il velivolo?

– Lazar : Credo due o tre, forse due giorni prima di poterlo vedere.

– Domanda : Cos’ha provato la prima volta che visto l’oggetto?

– Lazar : Ma la prima volta che entrai nell’hangar dissi tra me e me : ecco questo finalmente spiega tutti quegli avvistamenti di strani oggetti, è un veicolo militare segreto in fase di sperimentazione.

In realtà fu la seconda volta che lo vidi quando entrai al suo interno che intuì cosa stava accadendo, e cioè che si trattava di un mezzo alieno, ma questo avvenne dopo che avevo letto il materiale informativo. Era tutto molto difficile da comprendere, mi sentivo come un’intruso.

– Domanda : Provi comunque :

– Lazar : Ha presente le foto di Billi Meier scattate durante i suoi avvistamenti? Era incredibilmente simile a quello delle sue foto, una linea sfuggente con lo scafo discoidale. E’ difficile descriverlo così senza disegnarlo, ma aveva la forma classica del disco volante.

– Domanda : Di un tipo solo o diversi?

– Lazar : In totale i dischi erano nove, ma io lavorai a livello di retroingegneria solo su un’oggetto, erano in hangar separati, ma tutti visibilmente differenti.

– Domanda : Le hanno detto in che modo erano stati recuperati dall’intelligence o dalla marina?

– Lazar : No, assolutamente no. Molta gente ha avanzato varie ipotesi, che erano stati abbattuti o che erano precipitati, ma non sembravano danneggiati, quindi nutro seri dubbi su queste ipotesi.

– Domanda : Ce ne può descrivere l’interno?

– Lazar : E’ molto semplice, c’è un solo colore dominante : è un grigio feltro, anche l’esterno è dello stesso colore, non ci sono scivoli.

All’interno tutte le attrezzature hanno una forma arrotondata, anche i sedili e gli alloggiamenti per gli amplificatori, è come se fossero stati fusi nella cera e poi modellati con queste forme curvilinee, incluse le giunture tra le pareti ed il pavimento. L’interno è essenziale, molto arioso : l’uso dello spazio non sembra per niente funzionale.

Ci sono tre ponti : quello più basso ospita gli amplificatori montati su basi mobili. Su quello di mezzo da dove si accede alla nave ci sono i sedili e gli amplificatori, e poi c’è il ponte superiore, con una sezione limitata a cui non avevo accesso, non so cosa ci fosse.

– Domanda : Per lei il velivolo era alieno?

– Lazar : Assolutamente sì, alieno. Prima di tutto, lo scopo del progetto era di analizzarlo, se si fosse trattato di un’apparecchio degli Stati Uniti non avremmo perso tempo a capire come lo avremmo costruito, in secondo luogo per le dimensioni delle attrezzature interne, dalle dimensioni dei sedili e per i materiali utilizzati, a noi totalmente estranei, e poi per il carburante : l’elemento 115, che è virtualmente inesistente. Ho sommato queste informazioni a quelle che mi erano state precedente fornite, in cui si affermava chiaramente che si trattava di un veicolo extraterrestre.

-Domanda : Le hanno detto come funzionava il sistema di propulsione?

-Lazar : Faceva parte del mio lavoro d’ingegneria inversa, cioè capire il sistema di propulsione, avevano già fatto qualche progresso, ma non so esattamente da quanto tempo il velivolo si trovasse lì, se lo stessero esaminando da uno o dieci anni, comunque con scarsi progressi.

Il sistema è fisicamente impressionante : è composto da due parti, dagli amplificatori di gravità e dal reattore che fornisce energia, il reattore funziona ad annichilazione completa alimentato da antimateria. L’annichilazione completa è praticamente la reazione nucleare più efficace tra le tre ovvero : fissione, fusione ed annichilazione. Utilizza un elemento superpesante, l’elemento 115, cioè questa sarebbe la sua collocazione nella tabella periodica che sulla Terra non è stato ancora sintetizzato.

A mio avviso, su alcuni sistemi stellari questa sintesi avviene spontaneamente. Questo elemento viene bombardato in un’accelleratore dalle dimensioni estremamente ridotte. L’elemento che viene bombardato subisce una scissione spontanea e produce particelle di antimateria. Queste, grazie ad un dispositivo termoelettrico efficace al 100% reagiscono con la materia gassosa e vengono trasformate in elettricità.

Ora l’efficienza al 100% di qualunque dispositivo elettrico è fisicamente impossibile, lo afferma la prima legge sulla termodinamica, perché si devono verificare dispersione di calore o altre perdite del genere, ma io non ne ho rilevata nessuna in questo sistema, è una tecnologia assolutamente stupefacente. L’incredibile quantità d’energia che viene generata dal sistema, alimenta gli amplificatori, e come prodotto collaterale del bombardamento dell’elemento 115, si genera un fenomeno interessantissimo, cioè una particolare onda detta “gravitazionale A” : tale onda viaggia in modo molto simile alle microonde. Viene applicata agli amplificatori gravitazionali e per mezzo della corrente elettrica generata dal reattore, viene amplificata e focalizzata.

Il segnale così amplificato viene reso leggermente “afasico”, e grazie a questo è possibile attirare o respingere qualsiasi corpo gravitazionale.

Il velivolo è in grado di decollare anche utilizzando un solo amplificatore. Questa nave in particolare era dotata di tre amplificatori, e quando attiva un solo amplificatore per allontanarsi dalla terra, utilizza la cosiddetta configurazione “omicron” : per viaggiare nello spazio la nave ruota su di un lato, focalizza i tre amplificatori su di un punto situato ad enorme distanza, poi il reattore e gli amplificatori vengono portati a massima potenza, e praticamente “attirano” il tessuto stesso dello spazio, distorgono lo “spazio-tempo” e lo attirano verso la nave che così è in grado di coprire enormi distanze in un lasso di tempo praticamente nullo.

La nave non si sposta in maniera lineare, perchè distorce lo spazio. Il tessuto stesso dello spazio, quindi anche i campi gravitazionali ed il tempo sono strettamente connessi. 

Quando si distorce un campo gravitazionale, si distorce anche lo spazio ed il tempo.

Queste non sono semplici teorie, sono cose che conosciamo già da molto tempo, solo che non abbiamo la possibilità di poterle verificare, ed apparentemente questa civiltà lo ha messo in pratica.

– Domanda : E voi siete mai riusciti a farne volare uno?

– Lazar : Sono stati fatti molti collaudi, ma non al di fuori dell’atmosfera, voli brevi e a bassa quota. Del resto hanno un’oggetto dal valore inestimabile e non intendono distruggerlo con rischi inutili o a causa del campo gravitazionale terrestre o volando a quote troppo elevate, ma ho assistito ad alcune prove al di fuori della recinzione di sicurezza ed in un’occasione ho visto tutto ma a non più di trenta metri dal velivolo.

– Domanda : L’oggetto come manovrava in volo?

– Lazar : era molto silenzioso, si alzava generando un debole sibilo, la superficie inferiore emanava una luce azzurra, probabilmente dovuta all’altissimo voltaggio generato. Dopo un po’, man mano che aumentava di quota, la luce scompariva. Sembrava che galleggiasse dolcemente nell’aria, per poi appoggiarsi al suolo, il tutto in modo assolutamente tranquillo e quasi totalmente silenzioso

– Domanda : Potrebbe descrivere i documenti informativi ed il loro contenuto?

– Lazar : Si trattava di un gran numero di documenti, circa 120 relazioni molto concise, in pratica mi consentivano un’idea in generale sulle altre ricerche condotte sul velivolo, ma la quasi totalità delle informazioni e dei dettagli tecnici riguardava il sistema di propulsione e generazione d’energia, cioè il campo in cui avrei dovuto lavorare.

C’erano anche documenti in cui si affermava che la nave era aliena. I rapporti di alcune autopsie non erano molto approfonditi perché non c’era nessuna ragione per fornirmi informazioni dettagliate su questo, ma con fotografie : anzi per l’esattezza c’erano due fotografie di un corpo alieno con il torace aperto, che aveva un solo organo che era stato rimosso e sezionato. Dal mio punto di vista non medico, sembrava che questo organo espletasse non una, ma più funzioni.

Poi vi erano altri documenti che descrivevano ricerche metallurgiche condotte in altre parti della nave, insomma erano brevi riassunti del lavoro svolto dai vari gruppi e viceversa, sicuramente anche loro avranno ricevuto dei resoconti e brevi relazioni del lavoro svolto dal mio gruppo.

– Domanda : Indicavano il luogo di provenienza degli alieni?

– Lazar : Sì : dal sistema Zeta Reticulis, non so se questa informazione sia stata ricavata dallo scafo stesso, da mappe astrali o da strumenti di bordo

– Domanda : C’erano informazioni su questa civiltà, sulla loro storia, o su precedenti contatti con il genere umano?

– Lazar : Non esattamente, non c’era scritto : è andata così, si faceva riferimento ad un’intervento alieno avvenuto nel passato, risalente a moltissimi anni fa, precisamente a milioni di anni fa. Dai documenti che ho visto, ripeto, erano documenti sintetici, riassuntivi che non so se fossero veri o falsi, posso solo fare supposizioni. Tuttavia, le informazioni sul sistema di propulsione erano tutte vere, ne sono certo, ci lavoravo. Per il resto c’erano solo accenni sul contatto con la Terra avvenuto più di 10.000 anni fa, ad alterazioni genetiche che hanno prodotto un’essere scimmiesco ed altre interazioni di questo tono.

Domanda : Ha mai visto da vicino un’alieno? Vivo o morto?

– Lazar : No, solo in fotografia. Ho dichiarato più volte, che attraversando una certa zona, ho guardato in una finestra ed ho notato qualcosa di piccolo, ma non che fosse il corpo di un’alieno. E’ inutile saltare alle conclusioni che devo avere visto un’alieno. Potrebbe trattarsi di un manichino, creato come modello sulle loro differenze corporee e sulle dimensioni dei sedili, quindi ribadisco che in realtà non ho visto nessun corpo vivo che si muovesse, in linea di principio rispondo di no.

– Domanda : Perché hanno scelto lei per questo lavoro?

– Lazar : e’ molto difficile rispondere, non saprei. Sicuramente come fisico non sono molto indicato, quindi non ne ho la più pallida idea. Viste le diverse angolazioni forse si sentivano frustrati, non riuscivano a fare passi avanti, era da lungo tempo che non riuscivano ad andare da nessuna parte, o forse volevano un persona nuova, qualcuno che potesse vedere le cose in maniera diversa, d’altronde io ho la fama di essere così.

– Domanda : Perché ha deciso di divulgare queste informazioni?

– Lazar : E’ difficile rispondere, ci sono vari motivi ad esempio per le pressioni che ho subito o per mia protezione personale e perché è ingiusto che su queste informazioni venga mantenuto uno strettissimo riserbo.

– Domanda : dopo che lei ha reso pubbliche queste cose hanno cercato di chiuderle la bocca?

– Lazar : Oh sì, in ogni modo, mi hanno sparato mentre imboccavo l’autostrada qui a Las Vegas. Alcuni miei amici sono stati minacciati, hanno perso il posto di lavoro, è successo di tutto.

Tratta dall’intervista originale su VHS : UFO DOSSIER/AREA 51 TECNOLOGIA ALIENA VOLUME 2/ FABBRI VIDEO 1997 

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Bob Lazar retroingegneria aliena

Bob Lazar retroingegneria aliena

Bob Lazar retroingegneria aliena


  1. In pieno deserto del Nevada, 200 Km a nord della scintillante Las Vegas, esiste un’installazione militare vicino a Groom Lake talmente segreta da non comparire su nessuna carta geografica della zona. In questa installazione militare, nota come “Area 51” oppure “Dreamland” (la terra dei sogni), il Pentagono fin dal 1954 ha sviluppato per conto della Central Intelligence Agency (CIA) tutti gli aerei coperti da segreti militari, cominciando dall’aereo spia “U2”, passando per il “Blackbird SR71”, F117 Stealth, il bombardiere Stealth “B2”, fino ad arrivare al nuovissimo “Aurora” che vola all’incredibile velocità di Mach 8 (8 volte la velocità del suono).
  2. Vista dall’alto dell’AREA 51
  3. La zona è strettamente sorvegliata da militari armati, e nessun aereo può sorvolare il suo spazio aereo che è il più protetto degli Stati Uniti. Quindi è comprensibile come la zona sia sempre stata avvolta dal più fitto mistero, dovuto anche dal fatto che l’Aeronautica Militare ed il Governo degli Stai Uniti continuano a negarne addirittura l’esistenza. Ma un fatto assolutamente imprevedibile avrebbe provveduto, almeno parzialmente, a sollevare quel velo di mistero e segretezza.
  4. Il 25 Luglio del 1990 gli spettatori di KLAS TV, una televisione locale di Las Vegas, durante la trasmissione “UFO: the best evidence” ascoltarono l’esplosiva intervista rilasciata dal fisico nucleare Robert Lazar al conduttore George Knapp:
  5. il fisico nucleare Robert Lazar
  6. Knapp: Prego, ci descriva la sua esperienza.
  7. Lazar: Ho lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratorio per la base S4, che è una base dell’US Navy.
  8. Knapp: Dov’è ubicata questa base?
  9. Lazar: Si trova a circa 20 Km a sud di Groom Lake e a circa 180 Km a nord di Las Vegas.
  10. Knapp: Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?
  11. Lazar: Mi hanno detto che si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato.
  12. Knapp: Da quando ha cominciato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo?
  13. Lazar: Si. Ho un rivelatore che si attiva molte volte.
  14. Knapp: Qual è stata la ragione che l’ha spinta a divulgare queste informazioni? E’ stato perchè la importunavano?
  15. Lazar: Si. Essenzialmente era per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva più e che io non ero mai nato all’ospedale in cui nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo. Così ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Così presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio passato.
  16. tesserino di Robert Lazar
  17. Knapp: Così anche a Los Alamos risultava che non l’avevano mai assunta?
  18. Lazar: Esatto.
  19. Knapp: Dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo?
  20. Lazar: Mi hanno fatto sapere che mi sono molto vicini.
  21. Knapp: Era preoccupato per la sua vita?
  22. Lazar: E’ questo il motivo per cui ho detto tutto ai microfoni. E’ un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.
  23. Knapp: E’ ancora preoccupato?
  24. Lazar: Si.
  25. Knapp: Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno.
  26. Lazar: La prima esperienza fu con il reattore antimateria.
  27. Knapp: Ci spieghi che cos’è, come funziona e cosa fa.
  28. Lazar: E’ un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra. All’interno della sfera c’è una scaglia di elemento 115, che è un elemento molto pesante. Il 115 nell’interno crea un campo gravitazionale ed espelle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella parte bassa dell’apparecchiatura. In generale, questa tecnologia ci è virtualmente sconosciuta.
  29. Schema del reattore antimateria
  30. Knapp: Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sono parti in movimento?
  31. Lazar: Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva produrre con materiale terreste.
  32. Knapp: Cosa si può fare con un generatore di antimateria?
  33. Lazar: Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’1% della trasformazione della materia in energia.
  34. Knapp: Come funziona?
  35. Lazar: Apparentemente il 115, bombardato con protoni, rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore con generazione di calore. All’interno del sistema c’è un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.
  36. regione di stabilità per elementi con numero di protoni maggiore di 114
  37. Knapp: Questo reattore antimateria com’è collegato al campo gravitazionale?
  38. Lazar: Il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all’impiego del 115 il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravità che provvedono ad aumentarle di intensità.
  39. Knapp: Che cosa ha imparato sulla gravità?
  40. Lazar: La gravità è un’onda. E’ stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. E’ in definitiva un’onda che può essere ottenuta da un elemento come il 115.
  41. Knapp: Cosa si può fare con questo campo gravitazionale?
  42. Lazar: Si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio. Così facendo si può avere un diverso modo di viaggiare. Così, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sè la destinazione senza muoversi.
  43. Knapp: Molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio – tempo per arrivare fino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione. Giusto?
  44. Lazar: Esattamente. Quando distorci il tempo non c’è più un riferimento normale del tempo stesso, e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.
  45. Knapp: Cioè si può viaggiare avanti o indietro nel tempo?
  46. Lazar: Non necessariamente. Alla base del disco volante ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano la spazio verso quel punto. Tutto questo avviene con la distorsione del tempo, così la velocità è teoricamente infinita.
  47. disco volante studiato da Robert Lazar
  48. Knapp: La prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito?
  49. Lazar: Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.
  50. Knapp: Era come se avessero creato un buco nero?
  51. Lazar: Si, potrei dire che c’è un’analogia.
  52. Knapp: Che cos’è il 115, e perchè dice che non può essere prodotto sulla Terra?
  53. Lazar: E’ un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi sulla Terra, che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti questi elementi si disintegrano fino al 106. Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo è vero perchè il 115 esiste. E’ stabile. Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e bombardati con protoni, immettendo così protoni nei loro atomi per incrementarne il numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinita di potenza e tempo.
  54. Knapp: Che altre proprietà ha un elemento così?
  55. Lazar: Ha una grande capacità di produrre energia. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile se usato come arma.
  56. Knapp: Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo chilo di 115?
  57. Lazar: Un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all’idrogeno di 10 megatoni l’una. Un chilo corrisponde, come dimensioni, a due prugne.
  58. Knapp: La gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S4, ma credono che il 115, i dischi volanti, i generatori di antimateria siano progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.
  59. Lazar: Innanzitutto, è impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base sono là per scoprire come sono fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L’idea del progetto è di riprodurre tutto ciò con materiali terrestri. Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.
  60. Knapp: Da dove arriva il 115? Che tipo di ambiente può produrlo?
  61. Lazar: Secondo me il 115 può trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema binario, dove c’era maggiore massa durante la formazione, dando così la possibilità di formazione di elementi pesanti.
  62. Knapp: Così ha visto un generatore di antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne può parlare?
  63. Lazar: La ragione per cui non l’ho mai fatto prima d’ora è perchè si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte sulla carta, e potevano essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva avuto un riscontro pratico nel laboratorio in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione. C’erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni.
  64. Knapp: Qual’era il loro aspetto?
  65. Lazar: Erano i tipici Grigi. Una creatura alta circa 1,2 metri, una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe. Magri.
  66. Alieno di tipo “Grigio
  67. Knapp: Cosa diceva l’autopsia?
  68. Lazar: Ho visto dei corpi in esame. L’interno era scuro come se l’elemento principale che li componeva fosse il ferro, e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in sè le funzioni di cuore, fegato, polmoni, ecc… Il rapporto, in fin dei conti, riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.
  69. Knapp: Diceva almeno da dove arrivavano?
  70. Lazar: Si, un rapporto diceva che arrivavano dal Reticolo 4.
  71. Knapp: Dove si trova questo Reticolo?
  72. Lazar: Mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z, e per Reticolo 4 intendevano il quarto pianeta da quel Sole. Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta dal nostro Sole.
  73. Knapp: Lei ha letto molto sugli UFO. E’ possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?
  74. Lazar: No. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.
  75. Knapp: Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori di S4 e collaborava con loro. E’ vero?
  76. Lazar: Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.
  77. Knapp: In definitiva, stava rompendo i giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?
  78. Lazar: Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo… Tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto, nè agli americani nè al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che almeno una volta queste astronavi sono venute sulla Terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare.
  79. Knapp: Cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?
  80. Lazar: E’ difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo? Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.
  81. Knapp: Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?
  82. Lazar: Personalmente credo di no.http://lasuposta.altervista.org/
  83. Dopo questa intervista l’ufologo e scienziato Jacques Vallèe andò a casa di Bob Lazar, per cercare di coglierlo in contraddizione, dimostrando in tal modo che era soltanto un mistificatore. Ma si rese subito conto che Lazar possedeva un vocabolario tecnico preciso, che rifletteva seriamente sulle domande prima di rispondere; in definitiva dava prova di una conoscenza della fisica atomica non facilmente accessibile per un profano.
  84. Una ulteriore conferma alle teorie fisiche sui viaggi nello spazio – tempo, descritte da Lazar nel 1989, si è avuta nel Marzo del 2000 da un articolo scritto dall’autorevole fisico Paul Davies sulla rivista scientifica “Le Scienze”.
  85. Cosa significa tutto questo, che Bob Lazar era effettivamente a conoscenza dei tanti segreti gelosamente custoditi all’interno della misteriosa Area 51?
  86. Questa domanda rimarrà purtroppo senza risposta, perchè il Dott. Robert Lazar oggi è praticamente irreperibile.

 

 

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