Jacopo Vittorelli Guarda che bianca luna

Jacopo Vittorelli Guarda che bianca luna


Guarda che bianca luna!

Guarda che bianca luna!
guarda che notte azzurra!
Un’aura non sussurra,
non tremola uno stel.

L’usignoletto solo
va dalla siepe all’orno,
e sospirando intorno
chiama la sua fedel.

Ella, che il sente appena,
già vien di fronda in fronda,
e par che gli risponda:
“Non piangere, son qui”.

Che dolci affetti, oh Irene,
che gemiti son questi!
Ah! mai tu non sapesti
rispondermi così.


PARAFRASI


Guarda com’è bianca la luna!

Guarda com’è bianca la luna!
guarda che notte azzurra!
Non c’è un filo di vento che sussurri,
non c’è uno stelo1 che tremoli2.

Solo il piccolo usignolo3
vola dalla siepe all’ornello4,
e sospirando tutto intorno
chiama la sua fedele compagna.

Lei, che appena lo sente,
viene svolazzando5 di ramo in ramo,
e sembra che gli risponda:
“Non piangere, sono qui”.

Come è dolce questo affetto, Irene,
che gemiti6 sono questi!
Ah! Tu non hai mai saputo
rispondermi così.


1Filo d’erba.
2Tremi.
3E’ un uccello (ingl. nightingale, franc. rossignol).
4L’ornello è un albero, una specie di frassino (ingl. ash-tree, franc. frêne).
5Volando qua e là.
6Lamenti.