LE REPUBBLICHE MARINARE TEMA
Mentre in tutta Italia trionfava il feudalesimo e la sua economia chiusa, alcune città marinare italiane avevano continuato -seppure in misura ridotta- a trafficare con l’Oriente. Le città marinare italiane e in particolar modo Amalfi, Venezia, Genova e Pisa apparvero a tutta l’Europa come il tramite più efficiente tra l’entroterra continentale e il Mediterraneo arabo e bizantino.
Traendo la sua libertà e la sua prosperità dalla navigazione e dai traffici, Amalfi si affermò come repubblica indipendente nell’XI secolo: era retta da un duca indipendente, eletto dal parlamento generale dei suoi cittadini. Le sue flotte percorrevano tutto il bacino del Mediterraneo e i suoi trafficanti frequentavano in gran numero Costantinopoli, la Spagna, la Siria, la Sicilia, l’Africa settentrionale costituendovi non di rado colonie commerciali. Grandi navigatori e operosi commercianti, gli amalfitani hanno lasciato una traccia notevole nella storia della civiltà mediterranea con le famose Tavole amalfitane. Le Tavole raccolgono una serie di leggi e di consuetudini destinate a regolare la navigazione. Agli amalfitani si deve anche l’introduzione in Occidente della bussola (strumento dei cinesi già in uso presso gli arabi), anche se la leggenda ne ha attribuito l’invenzione all’amalfitano Flavio Gioia. Le flotte di Amalfi parteciparono alla prima crociata traendone grandi vantaggi e fondando addirittura un ordine monastico-cavalleresco, fino a quando la repubblica cadde sotto il dominio degli Altavilla. La città fu distrutta nel 1135.
Più lento fu lo sviluppo di Genova e di Pisa, le repubbliche marinare dell’alto Tirreno, la cui potenza cominciò a svilupparsi dopo il Mille. Genova era passata dalla dominazione bizantina a quella longobarda (650) e poi, in epoca carolingia, era stata feudo degli Obertenghi da cui si era affrancata. Le famiglie più importanti si erano costituite in associazioni commerciali (le Compagne), che assorbirono gradualmente il potere politico. Pisa, sottoposta al vescovo-conte, aveva goduto di privilegi e franchigie e progressivamente si era staccata dai legami feudali per formare un governo autonomo cittadino. Fu governata dapprima da dodici consoli eletti dal popolo, poi il potere passò gradatamente a un’oligarchia retta da un podestà . Genovesi e pisani si unirono nel 1016 per strappare ai musulmani la Corsica e la Sardegna, e combatterono ancora insieme nel 1034 contro i saraceni di Bona sulla costa algerina. Nel 1072 i pisani, alleati ai normanni, entrarono vittoriosamente nel porto di Palermo, ancora nelle mani degli arabi, sbaragliarono la flotta avversaria e portarono via trionfalmente le spoglie del nemico, di cui si servirono per dare inizio alla mirabile cattedrale di Pisa che dal 1083 incominciò a sorgere, testimone della grandezza e della potenza della città . Presenti alla I crociata, i pisani nel 1116 conquistarono anche le Baleari.