LAVANDARE PASCOLI PARAFRASI
LAVANDARE PASCOLI PARAFRASI
Nel campo mezzo aratro e mezzo non,
vi è un aratro che sembra essere stato
abbandonato nella leggera nebbia.
E in modo ritmico sopraggiunge dal canale
Il rumore prodotto dalla lavandaie
Che sbattono i panni con suoni sordi e frequenti e cantano:
spira il vento e le foglie cadono dagli alberi
e tu sei ancora lontano, non torni!
Quando sei andato via sono rimasta
Come un aratro nel mezzo di un terreno lasciato a riposo.
COMMENTO: Lavandare è un madrigale inserito nella terza edizione di Myricae (1894) e rappresenta un quadretto di vita rustica, costruito attraverso le percezioni di un anonimo osservatore: nella prima terzina abbiamo la sensazione visiva (i colori del campo) impregnata di un senso malinconico di abbandono (l’aratro “dimenticato”) e interrotta dalle voci delle lavandaie (sensazioni uditive rese vivaci dalla presenza di onomatopee: vedi “sciabordare”, “tonfi”); il canto delle lavandaie (” il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora ….”) chiude circolarmente la struttura tematica della poesia col ritorno all’immagine dell’aratro abbandonato.
LAVANDARE PASCOLI PARAFRASI