Riassunto Divina Commedia Inferno Canto XIII
il XIII canto è ambientato nel 2°girone e 7° cerchio. Qui sono puniti i violenti contro se stessi. La data è 9 aprile 1300 (sabato santo)
LA SELVA DEI SUICIDI 1-30
- Dante e Virgilio, dopo aver attraversato il Flegetonte con l’aiuto del centauro Nesso, si ritrovano in un bosco tenebroso.
- In questo bosco non ci sono sentieri (farsi strada tra gli sterpi è parte della pena dei scialacquatori).
- qui le piante non sono verdi ma di colore scuro, i rami non sono dritti ma nodosi e contorti e non ci sono frutti ma spine avvelenate.
- Qui le arpie fanno il loro nidi. Esse hanno il corpo da uccello e il volto umano, ed emettono strani lamenti. La descrizione delle arpie è piuttosto statica ed esse non compiono nessuna azione diretta nel canto. Dante le sente e le vede, ma parla come se ce le stesse descrivendo senza guardare.
- Virgilio, prima di entrare nel bosco ricorda a dante che si tratta del 2° girone e del 7° cerchio ( quello dei violenti contro se stessi), al quale seguirà il “sabbione” dei violenti contro Dio e natura.
- la guida inoltre dice a dante di guardare bene perchè vedrà cose a cui non crederebbe se gli venissero raccontate
- dante nota che si sentono lamenti ovunque senza vedere nessuno , e pensa che ci siano delle anime nascoste tra la boscaglia
- Virgilio gli legge nel pensiero e dimostrargli che la sua opinione è sbagliata lo invita a spezzare un ramoscello di una pianta
- questa forse è intricata e Dante si sofferma a descrivere i dettagli più angoscianti perché il lettore non pensi che si tratta di un boschetto tranquillo
- niente foglie, frutti e fiori, e al posto del cinguettio degli uccelli ci sono le grida e i lamenti delle arpie, niente maestosi alberi ma sterpi
- questa è la selva dei violenti contro se stessi, suicidi e scialacquatori
- Per Dante è più grave la violenza contro se stessi che contro il prossimo
L’ARBUSTO SANGUINANTE 31-54
- dante coglie un rametto e viene sorpreso dal grido ” perché mi schiante?” Perchè mi scerpi?” ” non hai pietà verso nessuno?”
- dante impaurito lascia subito il ramo
- si tratta di uomini trasformati in piante, un decadimento verso una forma di vita inferiore ( pena principale dei dannati di questo girone)
- essi hanno rifiutato la loro condizione umana uccidendosi e per questo non sono degni di avere il loro corpo
- la figura dell’albero sanguinante è ripresa dal canto III dell’Eneide
- dante pur di conoscere la pena di questi dannati promette a loro che li ricorderà nel mondo dei vivi se essi vorranno
PIER DELLA VIGNE 55-78
- il tronco adescato dalle dolci parole, non può tacere e spera di non annoiarli se gli racconta la sua storia
- il tono della conversazione si alza e diventa ricercato e artificioso, con rime difficili
- l’anima si presenta finalmente : egli è colui che tenne entrambe le chiavi del cuore di Federico II,ossia Pier Della Vigne
- dante prova pietà verso il dannato e siccome non riuscirà a fargli più domande lo farà Vrigilio al posto suo
- il poeta ribadisce l’innocenza del dannato
SPIEGAZIONE DI COME I SUICIDI SI TRASFORMINO IN PIANTE 79-108
- virgilio chiede su richiesta di dante come le anime si trasformano in piante e se alcuna di esse si divincoli mai da quella forma
- speigazione: quando l’anima feroce del suicida si separa dal corpo dal quale essa stessa si è distaccata con la forza Minosse la manda al settimo cerchio dove cade nella selva a caso, li nasce un ramoscello, poi un arbusto e le arpie mangiandogli le foglie glia arrecano dolore il quale si manifesta in lamenti
GLI SCIALACQUATORI 109-129
- i 2 poeti sono ancora in attesa di altre parole dal tronco quando la scena cambia improvvisamente, si sentono rumori di caccia
- dante dal lato sinistro vede 2 anime nude e piene di graffi che scappano per la selva rompendo i rami dappertutto
- quello più avanti grida ” presto corrimi in aiuto, corrimi in aiuto, o morte” ( si riferisce alla seconda morte annullerebbe le loro pene
- l’altro che si accorgeva che stava restando dietro gridava” lano, non furono cosi abili le tue gambe nella battaglia del Toppo”
- il secondo stremato si nasconde dietro un cespuglio ma arriva una schiera di cagne nere che lo lacera a brnadelli
- i 2 sono scialacquatori (il primo è Jacopo Da Sant’Andrea e l’altro è il senese Lano da Siena)
IL SUICIDA FIORENTINO 130-151
- dopo la parentesi della caccia infernale, la scena torna silenziosa e meditativa
- successivamente jacopo racconta la sua vita