TESINA SU MAZZINI

TESINA SU MAZZINI

-APPUNTI IN BREVE SU GIUSEPPE MAZZINI-


Giuseppe Mazzini nacque nel 1805 a Genova, dove studiò giurisprudenza. All’età di ventidue anni entrò nella società segreta della Carboneria.

LA CARBONERIA E IL CARCERE

Durante i moti del 1830, in seguito al tradimento di un compagno, Mazzini venne arrestato a Genova e rinchiuso nella fortezza di Savona per alcuni mesi. In carcere Mazzini meditò sui difetti della Carboneria che avevano contribuito al fallimento dei moti rivoluzionari. Mazzini intuì che la Carboneria non era riuscita a realizzare un piano d’azione perché era disunita e non era abbastanza conosciuta dal popolo. La società era infatti composta da persone colte e benestanti, lontane dalle gente comune che non conosceva gli ideali del Risorgimento.

Scarcerato poco dopo per insufficienza di prove, Mazzini dovette però scegliere tra l’esilio e il confino, cioè il soggiorno forzato in una località stabilita dall’autorità giudiziaria. Alla fine scelse l’esilio e nel 1831 si trasferì a Marsiglia.

LA GIOVINE ITALIA

Nel 1831, a Marsiglia, Mazzini fondò la Giovine Italia. Questa nuova associazione si proponeva di rendere l’Italia unita, indipendente, libera e repubblicana. Per la realizzazione del programma mazziniano, la Giovine Italia doveva servirsi di due mezzi: l’educazione e l’insurrezione. Il popolo doveva essere educato con gli scritti, con l’esempio e con la parola.

Chi aderiva alla Giovine Italia si impegnava per giuramento a diffondere gli ideali di Mazzini e ad aiutare tutti gli associati come fratelli. Gli aderenti alla Giovine Italia non usavano linguaggi cifrati, come le altre società segrete. I mazziniani, anche se cercavano di muoversi con molta cautela per sfuggire alla polizia, agivano in mezzo al popolo, facevano conoscere le loro idee, distribuivano manifesti.

Nonostante i rischi, molti giovani diffusero gli ideali mazziniani, pagando con il carcere e con l’esilio la loro appartenenza alla Giovine Italia.

LE INSURREZIONI MAZZINIANE

I seguaci di Mazzini iniziarono con ardore la propaganda e prepararono i primi moti di insurrezione.

Nel 1833 furono arrestati in Piemonte molti patrioti che si erano infiltrati nell’esercito. Mazzini, bandito dalla Francia, si rifugiò in Svizzera, da dove continuò la sua azione rivoluzionaria. Nel 1834 si unì ad altri rivoluzionari stranieri (delegati della Giovine Italia, della Giovine Germania e della Giovine Polonia) e fondò a Berna la Giovine Europa.

Alla fine del 1836 Mazzini fu costretto a rifugiarsi a Londra, dove organizzò scuole per i figli degli emigrati italiani e pubblicò una rivista per diffondere gli ideali di libertà, uguaglianza e unità tra gli operai.

Nel 1848 tornò in Italia per partecipare ai moti democratici. Combatté insieme a Carlo Cattaneo durante le Cinque giornate di Milano e, con Aurelio Saffi e Carlo Armellini, diede vita al triumvirato di governo della Repubblica romana. Dopo la caduta di Roma nelle mani dei francesi, Mazzini fu nuovamente esiliato in Svizzera, da dove poi si recò a Londra.

Tra il 1852 e il 1853 appoggiò i moti insurrezionali antiaustriaci nel Regno Lombardo-Veneto, che però fallirono costando la vita a molti patrioti. Dopo questa ennesima sconfitta, nel 1853 fondò il Partito d’Azione e appoggiò vari moti, tra cui la spedizione di Carlo Pisacane in Campania, spedizione che avrebbe dovuto convincere i contadini a ribellarsi alla dominazione dei Borbone. Ma anche questo tentativo fallì.

Alla scoppio della seconda guerra d’indipendenza (1859) Mazzini, che ancora si trovava a Londra, invitò il popolo a combattere contro l’Austria. E nel 1860, dopo il successo dello sbarco dei Mille in Sicilia, si recò a Napoli per raggiungere Giuseppe Garibaldi e convincerlo a proseguire la sua avanzata fino alla liberazione di Roma e Venezia.

LE ULTIME BATTAGLIE POLITICHE

Nel 1866, Mazzini costituì una nuova organizzazione segreta, l’Alleanza Repubblicana Universale, che avrebbe dovuto liberare Roma e instaurare la repubblica. La spedizione sarebbe dovuta partire dalla Sicilia, ma in agosto Mazzini venne arrestato a Palermo e chiuso in carcere a Gaeta.

Liberato pochi mesi dopo, grazie a un’amnistia, Mazzini ripartì per l’esilio, prima a Londra e poi a Lugano. Nel 1872 trascorse i suoi ultimi giorni a Pisa, sotto il falso nome di dottor Brown.

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