Platone Vita

Platone Vita

Platone è considerato il più antico discepolo di Socrate che risente dell’eredità filosofica del maestro e registra la crisi politica della propria epoca in modo “filosofico”.

Per Platone la verità è vista come ricerca comune.

La vita

Platone nasce ad Atene nel 427 a.C. da una famiglia aristocratica.

Intorno ai 20 anni diventa discepolo di Socrate, perché affascinato dal suo messaggio, tende infatti a seguire ciò che il suo maestro esprime filosofando.

La morte di Socrate segna per Platone l’orientamento decisivo della sua vita.  Secondo quanto egli stesso scrive nella Settima Lettera, Platone avrebbe voluto dedicarsi alla vita politica.

Ma ben presto subì una cocente delusione, sia dal governo oligarchico dei 30 tiranni che, in particolare dalla condanna di Socrate, che parsa come un’ingiustizia imperdonabile lo porta a condannare, a sua volta, tutta la vita politica. Egli si rese conto che le condizioni della vita politica avrebbero dovuto essere radicalmente cambiate e che questo doveva essere compito della filosofia. Come dice sempre, nella Lettera VII il vero politico è anche il vero filosofo, colui che vede il bene e che guida la polis al raggiungimento del bene.

Dopo la morte di Socrate Platone si diede ai viaggi. Per ben tre volte fece rotta in Sicilia, a Siracusa, perché credeva di trovare in Dionigi, re di Sicilia, la figura che secondo lui avrebbe potuto incarnare la figura del re-filosofo. Dionigi, però si rivela poi molto diverso da come Platone lo immaginava.

Ritornò allora ad Atene, dove fondò la sua scuola: l’accademia, che diventa una scuola prestigiosa e famosa in tutta la Grecia.. L’accademia era un ambiente ideale in cui il filosofo poteva esprimere i principi della sua filosofia attraverso l’uso di uno stile interamente dialogico utilizzando, come il suo maestro, l’ironia e la maieutica.

Dal 361 in poi rimase ad Atene dove, morì nel 347.

I contenuti

Il discorso socratico era un discorso etico (morale), e Platone, restando fedele all’insegnamento del suo maestro sviluppa un discorso di questo tipo.

Dunque, l’etica socratica viene a costituire nella filosofia di Platone le fondamenta.

In particolare, svilupperà il discorso sulla visione della realtà abbracciando molti campi del sapere.

Il principale è quello politica, sul quale è incentrata l’opera  opera “La Repubblica” in cui è presentata l’immagine di una città.

Il discorso platonico, dunque viene fondato su basi più solide, ad es. il discorso di Socrate sulla morte trova nei discorsi di Platone una base più razionale.

N.B. Platone ha scritto principalmente, attraverso dei dialoghi (che per la maggior parte hanno come protagonista Socrate), riportando in questo modo la filosofia propriamente socratica.

Il pensiero di Platone e le dottrine non scritte

Il pensiero di Platone è un incontro tra i dialoghi e le cosiddette dottrine non scritte.

Le dottrine non scritte sono le dottrine “ Intorno al bene”, che Platone non volle mettere per iscritto, ritenendo più opportuna, per la profondità dell’argomento, la dimensione dell’oralità.

Per Platone ciò che è scritto è statico e può facilmente essere mal interpretato; era quindi pericoloso affidare agli scritti le dottrine più importanti, perché tutti le potevano leggere e potevano essere fraintese e per Platone le dottrine non scritte erano la chiave interpretativa della sua filosofia.

Se i dialoghi presi da soli sono interpretati in un modo, messi a confronto con la chiave interpretativa, cambia la visione della filosofia di Platone.

Inoltre i principi fondamentali della filosofia non possono essere direttamente affidati  (insegnati) allo spirito, ma devono essere scoperti dopo molto tempo attraverso la ricerca comune. Per il filosofo dunque risultano importanti la ricerca comune della verità e il vivere filosofando, concetti che sicuramente non potevano essere compresi da uno scritto.

Mito e logos

Platone nella sua filosofia utilizza sia il logos che il mito.

I suoi racconti sono ricchi di miti, ad esempio nel Fedone vi sono tre interpretazioni della morte che portano a miti sul destino delle anime dopo la morte.

La filosofia di Platone nasce dall’incontro tra logos e mito.

Parlando del mito, Platone dice che si tratta di una credenza, una fantasia, non di un racconto con una verità,uno strumento di cui si serve per comunicare in maniera più accessibile, intuitiva; ma assieme a tutto questo c’è un significato più profondo, il mito è infatti il mezzo di cui si serve il filosofo per poter   portare il logos oltre se stesso, oltre l’indagine razionale.

Esso non arriva alla certezza ma piuttosto al verosimile.

Il logos chiarifica il mito ed essi sono complementari infatti la filosofia è data dall’insieme dei 2.

Questo dà luogo a 2 interpretazioni differenti:

Hegel: filosofo tedesco della prima metà dell’800 che fa parte dell’idealismo. Per lui una filosofia che nasce dall’incontro tra mito e logos, è espressione di infantilità, non è pura espressione di maturità perché ha bisogno di appoggiarsi sulla fantasia, e ciò costituisce un limite.

Heidegger: filosofo tedesco della prima metà dell’800 appartenente alla corrente opposta a Hegel, l’esistenzialismo. Per lui il ricorso al mito non è un limite, ma è una fonte di ricchezza. Il logos è tanto più perfetto, quando si sa aprire anche alla fantasia, all’immaginazione, che non sono razionali ma costituiscono una parte di ricchezza del pensiero. Ciò deriva da una polemica con il razionalismo. condivide l’idea che la filosofia deve riconoscere che esistono verità non completamente traducibili in forma razionale

I dialoghi platonici

Nei dialoghi di Platone il protagonista è Socrate e, attraverso di lui, Platone esprime i suoi pensieri e concetti filosofici. Platone ha scritto 36 dialoghi: nei primi dialoghi, detti della giovinezza, la figura di Socrate è dominante e prevalgono i principi legati alla filosofia socratica. Nel corso del tempo il ricorso a Socrate si attenua, nei dialoghi della maturità infatti seppure Socrate rimane il protagonista, attraverso di lui parla Platone. Negli ultimi dialoghi, della vecchiaia o della tarda maturità la figura di Socrate diventa più marginale, infatti essi sono basati sulla dialettica e sulle dottrine non scritte (dialoghi su alcuni personaggi: Parmenide, sofista, politico, Teeteto, Filebo)

Essere sensibile e soprasensibile: il concetto di idea

Il discorso etico di Platone trova la sua fondazione sull’ontologia, dunque nell’essere.

Platone si propone di superare l’orizzonte della filosofia naturalistica, in quanto il concetto cardine della loro filosofia, essere = natura, è per lui assai riduttivo.

Nel Fedone, Platone paragona questa loro ricerca alla prima navigazione che avviene con il vento a favore, come dice lui “con le vele gonfie di vento”, dunque in modo facile e senza fatica.

Ciò equivale alla ricerca filosofica condotta attraverso i sensi, è infatti un tipo di filosofia che dà importanza soltanto a quello che appare, che si ferma alla superficie delle cose.

La seconda navigazione è quella in cui, una volta cessato il vento occorre procedere a forza  di remi, dunque un’avanzata assai più faticosa, difficile ma se vogliamo anche più soddisfacente.

Questa equivale ad una ricerca affidata esclusivamente al logos che ci consente di arrivare e conoscere il “cuore” della realtà.

Questa 2° navigazione rappresenta dunque un’innovazione all’interno della filosofia che porta ad elaborare una nuova visone della realtà.

Secondo Platone esistono infatti 2  gradi, fondamentali di conoscenza, che sono l’esperienza e il logos , a cui fanno riscontro due tipi di essere, quello sensibile e quello soprasensibile, (dualismo) .

1° navigazione (superficie)       ↔         2° navigazione (cuore delle cose)

Essere sensibile                                   Essere soprasensibile

Fisico                                                  metafisico

Empirico                                              metempirico

Intelligibile

esperienza                                           logos   

L’esperienza, è mutevole e imperfetta in quanto indaga attraverso i sensi

Il logos costituisce una conoscenza stabile , duratura e perfetta.

Questo specchietto è per certi versi riconducibile a due opposizioni fondamentali della filosofia precedente: il divenire , di Eraclito (essere sensibile) e l’essere, autentico e immutabile  di Parmenide (essere soprasensibile). Entrambe realtà ma su piani diversi.

I filosofi naturalisti nello spiegare la realtà, individuarono cause materiali o naturali (acqua, aria, fuoco…) perfino Anassagora (considerato da tutti il più “avanzato”) che parla di un Nous, un’intelligenza, ricade nell’ individuare cause materiali, in quanto non riesce a conferire al Nous un valore specifico. (Sono come coloro che indicano come causa della prigionia di Socrate il fatto che egli si è mosso per andarci).

Facendo in questo modo,ovvero cercando cause materiali, i naturalisti  non sono riusciti a determinare la vera causa ma solo alcune concause.

Il determinare la vera causa si colloca nella dimensione dell’essere soprasensibile e significa trovare l’idea.

L’ idea, concetto che sicuramente non è nuovo alla filosofia, non costituisce per Platone un concetto di ordine fisico, mentale, un semplice pensiero, è il vero essere.

Le vere cause come abbiamo detto vanno cercate col logos (2° nav.), dunque l’idea corrisponde all’essere intelligibile, ovvero leggibile solo attraverso il logos.

L’idea costituisce un modello a cui tutte le cose sensibili si avvicinano, ma senza mai raggiungere del tutto la sua perfezione. Le realtà sensibili sono la copia imperfetta

Es. di una statua diciamo che è bella non perché ha una data forma, una dato colore ma perché nell’insieme partecipa all’idea di bellezza.

Caratteristiche delle idee platoniche

intelligibilità

le idee sono intelligibili perché si scoprono solo andando oltre il livello dell’esperienza, si colgono attraverso il logos.

immaterialità

materiali sono le cose sensibili, le idee non hanno caratteristiche materiali, non si percepiscono attraverso i sensi e per questo sono soprasensibili. 

essere in senso pieno

In quanto le idee sono il vero essere, che possiede tutte le caratteristiche dell’essere parmenideo.

immutabilità

l’essere perfetto è l’essere che non viene corrotto dal non essere e quindi  rimane identico a se stesso, la realtà delle idee è assolutamente stabile.

oggettività (in se e per se)

le idee sono sottratte alle idee soggettive. Sono assolutamente oggettive, sono l’essere in sé e per sé, e le singole opinioni valgono per le singole cose.  Questa affermazione fa scendere Platone in polemica con il relativismo dei sofisti.

unità

le idee unificano tutte le cose sensibili che dipendono da esse dipendono. È un principio  unificatore.

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