PARADISO CANTO 11 ANALISI

PARADISO CANTO 11 ANALISI

PARADISO CANTO 11 ANALISI


Nel cielo del Sole, san Tommaso riprende il dialogo avviato con D. nel canto X e risponde a due dubbi del poeta. La prima precisazione occupa il canto XI e la seconda sarà rimandata al XIII, dopo l’intervento di san Bonaventura (c. XII). D. non ha capito un’espressione di Tommaso, che ha alluso al fatto che nell’ordine domenicano, al quale egli è appartenuto in vita, ci si arricchisca di beni spirituali. Per chiarire il senso di quella frase, il santo deve prima spiegare che Dio, per il bene della Chiesa, ha posto due guide che la conducessero verso il bene, san Francesco e san Domenico, i fondatori dei due ordini mendicanti del XII secolo. Questi ultimi devono, appunto, rafforzare rispettivamente la carità e la sapienza dei fedeli: mentre i francescani si occupano di recuperare lo slancio di spiritualità del cristianesimo primitivo, i domenicani si interessano della sistemazione teologica della dottrina ecclesiastica.

Nasce da questo presupposto la struttura simmetrica dei canti XI-XII: nel primo, il domenicano Tommaso traccia il profilo di san Francesco e accusa i domenicani degeneri; nel secondo, il francescano Bonaventura racconta la vita di san Domenico e accusa i francescani corrotti.

La vita di Francesco è disegnata come un’imitazione di Cristo. La struttura allegorica sorregge il racconto biografico, che ha il suo apice nella descrizione delle nozze del santo con la Povertà e si conclude con l’immagine del suo cadavere sulla nuda terra, segnato dalle stimmate. Ne emerge una sorta di eroe cristiano, un cavaliere medievale che presenta anche caratteristiche umili e che combatte contro l’avidità del genere umano.

Tutti i dettagli sono funzionali a questo ritratto: l’identificazione di Francesco con il sole che sorge (allegoria di Cristo); la guerra contro il padre mercante; il proselitismo, anche in Terra Santa; le nozze pubbliche con la Povertà; la presentazione del progetto di fondare un ordine a papa Innocenzo III.

Due caratteri di questa descrizione emergono: prima di tutto, D. accantona l’aneddotica popolare (il santo che parla agli uccelli o ammansisce il lupo di Gubbio; in secondo luogo, la scelta pauperistica di Francesco non è presentata come un’azione defilata, ma come il proclama solenne di un ritorno integrale al Vangelo. Il Francesco di D. sta dentro la polemica contro i mali della chiesa: nulla nella sua vita indulge ai toni dell’idillio né al sentimentalismo edulcorato.

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