L’Ulisse di Joyce

L’Ulisse di Joyce

Romanzo della scrittore irlandese James Joyce, scritto tra il 1921 e il 1924. Questa opera ha un posto fondamentale nella storia del romanzo: essa segna il punto decisivo di rottura con la tradizione ottocentesca, spezzando le strutture del linguaggio e gli schemi intellettuali che lo limitavano e lasciando irrompere, attraverso il flusso di coscienza, il caos del subcosciente inesplorato con una libertà ed un’audacia per quel tempo assolute. La trama riproduce una giornata qualunque di Mr Bloom, un ebreo dublinese procacciatore di pubblicità, senza figli e tradito dalla moglie, che vaga alla ricerca di un figlio, mentre il giovane artista Stephen Dedalus, tormentato dal rimorso per la morte della madre, è alla ricerca di un padre spirituale. La storia ricalca l’antico mito omerico e trasforma il protagonista in una specie di eroe moderno, combattuto fra le misere contraddizioni della vita quotidiana. Ma qui non ha importanza la trama, come susseguirsi di avvenimenti ed incontri: ciò che conta è la descrizione minuziosa di Dublino, con le sue strade, bar, ospedali, cimitero, biblioteca, l’accurata orchestrazione dei dialoghi, l’umanità dei personaggi e soprattutto l’uso sottile delle alternanze dei piani stilistici (dal monologo interiore al flusso di coscienza, e alla parodia degli stili più vari). Alla fine della giornata e del romanzo ci si rende conto che la prospettiva si è allargata e Ulisse arriva ad abbracciare ogni aspetto della totalità dell’esperienza umana: il microcosmo Dublino è allusivo del mondo intero, il dramma dei singoli personaggi diventa il dramma di ognuno, alla ricerca di se stesso e di una definitiva presa di coscienza.

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