LE CONQUISTE NAPOLEONICHE

LE CONQUISTE NAPOLEONICHE

2. L’Impero napoleonico

2.1. Le conquiste napoleoniche

Nel 1805 le potenze europee si unirono nella terza coalizione antifrancese, formata dalla Gran Bretagna,dall’Austria, dalla Russia, dalla Svezia e dal regno di Napoli. La superiorità militare della flotta inglese compensava la debolezza dell’esercito; dopo il fallimento dei piani francesi di invasione dell’isola, gli inglesi ottennero un’importante vittoria navale a Trafalgar, al largo delle coste della Spagna, anche se durante lo scontro l’ammiraglio Nelson perse la vita.

Poco dopo Napoleone otteneva una importante vittoria ad Austerlitz, in Moravia. La battaglia viene ricordata come quella dei “tre imperatori” (Napoleone, Francesco II d’ Asburgo e lo zar Alessandro I ) e fu il capolavoro strategico di Napoleone.

Dopo la sconfitta la terza coalizione si sciolse, con l’uscita di scena dell’Austria. Nel 1806 Napoleone impose all’Austria lo scioglimento del Sacro Romano Impero, che cessava di esistere dopo una storia millenaria; al suo posto sorgeva la Confederazione del Reno, controllata dalla Francia.  Francesco II conservava il titolo imperiale in riferimento all’Impero asburgico e cambiava nome in Francesco I.

Nel 1806 Napoleone dichiarò il blocco continentale nei confronti dell’Inghilterra, ordinando ai paesi sotto il controllo della Francia di non commerciare con essa, allo scopo di danneggiarla economicamente.  Per rendere efficace il blocco, doveva assicurarsi il controllo della maggior parte degli Stati europei.
Nuovamente minacciati, i Paesi nemici della Francia si coalizzarono per la quarta  volta (1806); facevano parte della quarta coalizione la Prussia, l’Inghilterra, la Russia e la Svezia. in seguito alle sconfitte subite dalla Prussia e dalla Russia (la vittoria più importante di Napoleone fu quella di Jena contro la Prussia), lo zar Alessandro I e Napoleone si accordarono a Tilsit (1807), suddividendo l’Europa in due sfere di influenza:

Quella occidentale sotto il controllo dell’Imperatore di Francia

Quella orientale sotto la protezione dello Zar

Intanto in Italia Napoleone aveva trasformato la Repubblica cisalpina in Repubblica italiana (1802) e successivamente in Regno d’Italia (1805), con l’annessione del Veneto; il regno d’Italia fu affidato al figliastro Eugenio Beauharnais, in qualità di viceré, mentre furono annessi direttamente alla Francia il Piemonte, la Liguria, la Toscana, il Lazio e l’Umbria. Il Regno di Napoli venne dato al fratello di Napoleone Giuseppe e poi al cognato Gioacchino Murat; l’Olanda fu assegnata al fratello Luigi, il Portogallo fu conquistato dalle armate francesi e subito liberato dagli Inglesi, mentre la Spagna, conquistata nel 1808, fu assegnata a Giuseppe, già re di Napoli, tuttavia il popolo spagnolo organizzò una guerriglia che impegnò notevolmente l’esercito francese, arrivando, nel 1812, a proclamare la carta costituzionale di Cadice.

L’Austria, vedendo le difficoltà incontrate dai Francesi in Spagna, creò una nuova coalizione antifrancese e si alleò con l’Inghilterra, ma fu nuovamente sconfitta a Wagram (1809).

La pace tra i due Paesi fu sancita dal matrimonio tra Napoleone e Maria Luisa d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I (1810); a questo scopo Napoleone divorziò da Giuseppina Beauharnais, troppo anziana per poter avere figli; un impero senza un erede sarebbe stato troppo instabile. L’anno dopo nasceva il tanto sospirato erede, a cui fu imposto il nome di Napoleone e fu dato il titolo di re di Roma.

2.2. La fragilità del sistema

Tra il 1809 e il 1812 Napoleone era all’apice della sua potenza, ma il suo impero era una costruzione fragile, a causa:

dell’unione con l’Austria, (in quanto l’unione con una delle dinastie più conservatrici d’Europa aveva deluso coloro che avevano visto in lui il grande avversario dei potenti d’Europa)

del nepotismo (perché non permise la nascita di una classe dirigente valida)

del blocco continentale, che non danneggiò l’Inghilterra, la quale poteva comunque commerciare con le proprie colonie, ma creò un forte malcontento tra gli Stati vassalli e alleati, che avevano ricavato ingenti ricchezze dal commercio con l’isola.

Proprio il blocco continentale fu la causa indiretta della Campagna di Russia, poiché causò il malcontento dello Zar, che aveva dovuto interrompere le sue esportazioni di legname e di grano verso l’Inghilterra. Per questo motivo Alessandro I dovette chiedere a Napoleone di non rispettare più il blocco continentale, ma Napoleone rifiutò.

2.3. La Campagna di Russia

Così, per evitare l’alleanza tra Russia e Inghilterra ed obbligare lo zar ad assecondare la sua politica anti-inglese, nel 1812 Napoleone guidò una nuova campagna militare contro Mosca, che partì nel mese di giugno, così da concludere le operazioni militari prima del temibile inverno russo. Napoleone partì alla volta della Russia con 650000 uomini, non solo francesi, ma anche polacchi, italiani e tedeschi. L’esercito zarista retrocesse, evitando lo scontro aperto e facendo “terra bruciata”; quando Napoleone raggiunse Mosca, la trovò deserta e in fiamme e capì di essere caduto in una trappola, ma era ormai troppo tardi. La ritirata avvenne in pieno inverno e l’esercito francese fu falcidiato dagli attacchi dei russi, i quali decretarono la disfatta francese (l’ultimo scontro fu quello della Beresina e fu una grave sconfitta). L’esercito francese fu letteralmente annientato.

Approfittando della situazione, i nemici di sempre organizzarono una sesta coalizione (Austria, Gran Bretagna, Russia, Svezia e alcuni Stati tedeschi, che sconfisse i francesi a Lipsia nel 1813 (la battaglia delle nazioni) e Napoleone fu costretto ad abdicare e a recarsi in esilio all’Isola d’Elba. Al suo posto salì al potere Luigi XVIII, fratello del re defunto, il quale emanò una costituzione molto moderata, che non riconosceva la sovranità nazionale.

Napoleone, tuttavia, nel marzo del 1815, riuscì a fuggire e a tornare in patria, accolto con entusiasmo dal popolo francese, che, nonostante tutto, non aveva mai smesso di amarlo. Governò governò per altri cento giorni, ma un’ennesima coalizione europea mosse guerra alla Francia, riuscendo a sconfiggere definitivamente Bonaparte a Waterloo il 18 giugno 1815.

Sul trono francese fu nuovamente insediato Luigi XVIII e Napoleone fu esiliato a Sant’ Elena, dove morì il 5 maggio 1821.

Nel mese di luglio, quando giunse in Italia la notizia della sua morte,  Alessandro Manzoni scrisse di getto l’ode “Il cinque maggio”, in cui sospendeva il giudizio sull’uomo politico, dandone un’interpretazione in chiave religiosa. “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”.

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