La letteratura religiosa

La letteratura religiosa

Nel Medioevo, accanto ai generi laici, dedicati all’amore, alla guerra e all’avventura, esiste una letteratura religiosa, che non si può considerare un vero genere letterario, ma piuttosto un’area tematica, in cui sono compresi testi di vario tipo: inni religiosi, laude, exempla, agiografie, lettere.
Il primo testo religioso in lingua volgare, che è anche considerato la prima poesia della letteratura italiana, è il Cantico di Frate Sole (o Laudes creaturarum). L’opera, nata all’interno del movimento francescano, si rivolge ad una vasta cerchia di persone ed è destinata alla recitazione pubblica, come dimostra la scelta del volgare, ma non è affatto una poesia popolare, poiché riprende il modello dei salmi biblici e dimostra una buona conoscenza delle regole della metrica e della retorica. Il testo fu composto, secondo la tradizione, nel 1224, dopo una notte di sofferenza fisica, confortata, alla fine, da una visione di beatitudine celeste. La forma è quella di una lode a Dio per ciò che ha creato, se i vari “per” presenti nel testo si interpretano come complementi di causa, o da parte delle sue creature, nel caso in cui il “per” debba essere inteso come complemento d’agente, o, ancora, attraverso le sue creature, se i “per” sono complementi di mezzo. In tutti e tre i casi, la poesia esprime un confidente rapporto con il mondo, che si distingue nettamente dal disprezzo verso la realtà materiale tipico della mentalità medioevale
Un altro genere che avrà molta fortuna è la lauda, nata all’interno del movimento dei Flagellanti, sempre in Umbria, e destinata ad essere cantata durante le processioni, nella forma metrica della ballata; i temi principali sono la lode della Madonna, la misericordia di Dio, episodi della vita di Cristo. La lauda è talvolta recitata da più voci e presto evolverà in lauda drammatica e in sacra rappresentazione. Tra i più importanti autori di laude deve essere ricordato il francescano Iacopone da Todi.

La poesia didattica del Nord

Mentre in Umbria fioriva una letteratura religiosa di tono mistico, nell’Italia settentrionale si affermò una poesia volta all’educazione religiosa e morale di coloro che non conoscevano il latino. Questi testi non hanno solo uno scopo religioso, ma si propongono anche finalità laiche e civili: gli autori sono infatti impegnati nella vita civile del loro tempo.
Fanno parte di questa vasta produzione le visioni dell’oltretomba, testi in cui si descrivono le pene infernali e le gioie del Paradiso, come De Ierusalem coelesti e De Babilonia civitate infernali, di Giacomino da Verona, o Il libro delle tre scritture di Bonvesin de la Riva (la Scrittura negra, dedicata all’Inferno, la Scrittura dorata, per il Paradiso, e la Scrittura rossa, incentrata sulla passione di Cristo).