La trilogia di Millennium

La trilogia di Millennium

Il fenomeno letterario del momento (in realtà già da un po’ di tempo)!

Non potevo non leggerlo: adoro i thriller, adoro gli autori scandinavi e adoro i mattoni. E questo (3 libri ma è come se ne fosse uno solo) è un vero mattone: in tutto 2287 pagine.
Ma sono pagine che, una volta deciso di intraprenderne la lettura, non permettono di essere abbandonate. Risucchiano il lettore nel proprio mondo e lo rendono partecipe degli avvenimenti e della vita dei personaggi così realistici che lo popolano.

I personaggi sono infatti uno dei punti di forza di questi volumi: Lisbeth Salander (sociopatica,”psicotica”, hacker) è la protagonista assoluta, ma ne è degno comprimario Mikael Blomkvist (giornalista economico e detective per l’occasione).

Stieg Laarson, ormai leggenda, era lui stesso giornalista (per chi non lo sapesse è morto prima ancora di veder pubblicati i suoi bestseller) dai forti ideali e non si può non riconoscere in Mikael parte della sua vita.
Lo stesso autore nelle sue interviste ha dichiarato che quasi tutto ciò che viene narrato nei sui romanzi è vita vera.
Non nel senso di costituire un’autobiografia ma in quanto specchio della società svedese. Dei fatti di cronaca di cui il Laarson giornalista è venuto a conoscenza. Degli intrighi con cui il Laarson politicamente impegnato contro i movimenti di estrema destra (è cofondatore della rivista antirazzista Expo e fu in più occasioni minacciato di morte) si scontrerà. Delle persone che il Laarson osservatore della realtà verrà a incontrare nel suo cammino.

I suoi personaggi, quindi, nel bene e nel male sono reali, facendo spesso riferimento a persone realmente esistenti, o realistici.
Lisbeth non è quindi un’eroina tradizionale, ma nasconde segreti oscuri e una vita fuori dalle righe. D’altro canto ha una forte moralità, anche se ben lontana da quella socialmente accettabile e che Mikael cercherà di farle capire.
Mikael è un giornalista con forti principi morali, pronto a tutto per far trionfare la giustizia. Ma col tempo capirà che a volte la giustizia non può essere solo quella dello Stato e che Lisbeth non ha tutti i torti.
E questi personaggi sono talmente vivi che Laarson stesso ha l’impressione che vivano di vita propria: confiderà alla sua compagna, Eva Gabrielsson, che “sembra sia lei a decidere!”, riferendosi all’ultima “trovata” della Salander.

Il primo libro, Uomini che odiano le donne, è un’entità un po’ a sè stante: può essere letto indipendentemente dagli altri due, in quanto la storia che viene narrata si esaurisce col finire del libro.
I personaggi invece verranno meglio delineati nei libri successivi. Soprattutto Lisbeth, col suo tragico passato, ci entrerà nel cuore in La ragazza che giocava con il fuoco.
Questo libro e l’ultimo, La regina dei castelli di carta, sono assolutamente legati, in quanto il terzo libro della trilogia è la vera e propria continuazione del secondo.
Per Laarson, comunque, tutti i libri sono un’unica entità e così sarebbe dovuto essere con i successivi. L’autore avrebbe infatti voluto scrivere altri 7 volumi della saga di Millennium (dal nome della rivista di cui Blomkvist è cofondatore) e si vocifera sull’esistenza di un quarto manoscritto incompiuto in mano alla compagna di Laarson.

Non ho ancora detto la cosa più importante: mi è piaciuta la trilogia di Millennium?
Il primo libro è stata una rivelazioneil secondo lo si divora con l’ansia di poter conoscere il più possibile dei personaggi che lo popolano, il terzo corona il tutto, ma scorre più lento, troppo intento a fornire dettagli storici e politici in uno stile molto giornalistico e meno romanzesco.

Insomma, trovate il momento giusto per leggere questi tre volumi, perchè non potrete più lasciarli e trascurerete tutto per avere 5 minuti in più di lettura!

PS: in Svezia è appena uscito il film tratto da Uomini che odiano le donne, in Italia dovrebbe arrivare a maggio!

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