GUIDO SORELLI

GUIDO SORELLI


Guido Sorelli (Firenze, 1796 – Londra 1847) è stato un letterato italiano.

Guido Sorelli
, nato a Firenze il 17 agosto del 1796, di famiglia fiorentina di ceto medio.

I primi anni di scuola li frequenta presso il convento degli Scolopi di Firenze. Eccelle nella letteratura e nella poesia e vince un concorso come borsista per studiare giurisprudenza presso il “Collegio della Sapienza” di Pisa (oggi Scuola Normale Superiore di Pisa), “l’Università di Napoleone” ritornata sotto la giurisdizione del Granducato. Non riconosce, però, in questo la sua vocazione. Si ritira dall’università profittando di una concessione dovuta al cambiamento di regime da quello napoleonico a quello toscano e, tornato a Firenze, intraprende la carriera di professore di lingue, a lui congeniale.

Quando l’arrivo a Firenze del bachiere svizzero Orelli cerca un professore di lingua italiana da impiegare a Zurigo, Sorelli coglie quest’occasione e viene accettato come valido candidato. A Zurigo risiede nella casa di un ricco borghese e gli viene subito affidata una classe di studenti e guadagna bene. Quando gli viene proposto poi aiuto nella traduzione tedesca di sonetti del Petrarca, scopre in quest’autore la propria vocazione poetica.

E’ durante questo periodo che ha una disavventura (platonica) con la moglie di un banchiere di Zurigo, certo Pestalozzi che è nel numero delle sue allieve. Se ne invaghisce e comincia a frequentarla con il pretesto delle lezioni di letteratura. La considera la sua “Laura”. I suoi sentimenti gli sono, con sua grande sorpresa, ricambiati. Questa, però, è pure invaghita di Ugo Foscolo (in quel tempo in esilio in Svizzera). Fra questi ultimi nasce così una forte rivalità.

Pietro Gori, in “Biografia di Ugo Foscolo scrive: “…Alla prima tennero subito dietro altre visite, che in breve si moltiplicarono, e divennero frequentissime, e il cuore di Ugo non tardò a trovarsi avvolto nel vischio amoroso tesogli da questa signora. Sembra però che ad essa non bastasse un cuore, nè due: il Foscolo veniva terzo personaggio a figurare nell’idillio. Il primo naturalmente era il marito, ed il secondo un certo Guido Sorelli, toscano, suo maestro di lingua italiana. Appena questi si accorse che anche il Foscolo era ammesso a libare nella tazza della voluttà, che credea riserbata a lui solo, non è a dire se muovesse acerbi rimproveri e minacce alla signora, la quale gettandosi a’ piedi di Ugo gli fece la sua confessione proponendogli di fuggire con lui. (…). Visto però che il Foscolo non risolveva, ella si decise per il Sorelli, e disse francamente ad Ugo che gli rendeva la libertà degli affetti, non volendo, non potendo tradire il suo primo amante”. (1885). Il Foscolo, per vendicarsi, pare abbia denunciato al marito della donna la tresca di sua moglie con il Sorelli (vedi qui).

Ricevendo notizia che il padre, Gaetano Sorelli, è stato messo in carcere per debiti, Guido gli mette a disposizione, per soccorrerlo, i risparmi guadagnati con il suo ben retribuito lavoro. Più tardi decide di ritornare a Firenze, sollecitato dalla sorella Cleofe che ritiene utile la sua presenza per sostenere la famiglia. La cosa provvidenzialmente lo libera dalla situazione imbarazzante e pericolosa in cui si era messo a Zurigo. E’ a Firenze che conosce esponenti della Carboneria e le loro aspirazioni patriottiche, ed è pure a Firenze che conosce un capitano inglese che gli prospetterà ciò che diventerà una nuova fase della sua vita.

Dopo un breve ritorno a Firenze, nel giugno del 1821, Guido Sorelli raggiunge Londra dove diventa professore di Belle Lettere, impegnandosi in intensa attività letteraria. Fra la sua ampia attività letteraria (compone poesie, canzoni, melodrammi ecc.), è particolarmente noto per averessere il traduttore in italiano del “Paradiso perduto” di John Milton (1608-1674).

Il 7 giugno 1835 si converte alla fede evangelica dopo aver udito le predicazioni dell’anglicano Rev. Sanderson Robins (1801-1862), ministro della  Christ Chapel (più tardi Emmanuel Church), Maida Hill, St. Marylebone dal 1834 al 1841. Già da tempo, però, stava leggendo ed era stato messo in crisi dalla lettura della Bibbia. Non risulta, però, che frequenti comunità di lingua italiana. Conosce e collabora all’Eco di Savonarola.

Al riguardo di questa esperienza, scrive nell’Eco di Savonarola:

Anch’ io sono un di quegli avventurati Italiani a’ quali il Signore nella sua misericordia concesse la Bibbia. Le circostanze che accompagnarono il dono, ponno forse interessare chi possiede questo tesoro, ed esso può dire ‘Suona cosa per me la legge della tua bocca più che I’ oro e l’argento a migliaia (Salmo 11:72); quindi senza temer che si creda che ho avuto smania di discorrere di questo povero me, le paleserò. Appena arrivato da Firenze a Londra, l’ anno 1821, fui invitato a risiedere a Sunbury in Middlesex in una villa chiamata “Hanbury Villa”. Ne erano e ne sono ancor propritarii John Collingridge esq, e la moglie sua. Trovai in essi non soltanto due amici, ma un fratello ed una sorella, e trovai nella villa una casa, cui, benchè fuor della mia dolce Firenze, potetti chiamar “casa mia. ” In questa villa fui invitato a rimanere, dov’ io lo volessi, finchè rimarrei in Inghilterra. Il vantaggio d’ una scelta libreria non fu il minore dei piaceri che vi godetti, e lo studio della lingua inglese mi fu quindi moltissimo facilitato. In breve sempo gli amici di Collingridge in Sunbury e nei vicini villaggi mi invitarono a dar lezioni d’ italiano nelle loro famiglie. Divenuto imperciò, col andar dell’ tempo, possessor di somma considerabile, pregai l’amico Collingridge che andava un giorno a Londra per affari suoi, di comprarmi quanti classici inglesi egli potrebbe per lo valore di cinque ghinee che misi nelle sue mani. Ritornò Collingridge da Londra, e mi portò i libri richiesti, primo volume dei quali trovai essere una Bibbia inglese in ottavo! Non posso dire che mi maravigliai e che mi dispiacque quest’arbitrio di Collingridge a cui non aveva domandato una Bibbia. Senza sapere in quel momento perch’io ricevessi il volume con sentimenti di gioia, detti ad esso il primo posto nella mia piccola libreria.

Dedica a Silvio Pellico (1789-1854), da cui si sente ispirato, benché non conosca personalmente, le sue Confessioni autobiografiche che sembrano far eco, nello stile, alle Confessioni di S. Agostino. Dopo aver delineato la sua infanzia e gioventù, soggetto ad una disciplina estremamente severa, percorre le sue esperienze fino alla sua conversione alla fede evangelica di cui dà ampie ragioni delineando le differenze fra essa ed il Cattolicesimo.

I commentatori dell’epoca insinuano come l’aver dedicato quest’opera al Pellico non sia che un pretesto per dare maggiore evidenza all’opera.

Lo stesso Silvio Pellico dichiarerà pubblicamente con una “onorevole dichiarazione: “Avendo letto un libro pubblicato a Londra sotto il titolo Le mie confessioni a Silvio Pellico, di cui lo sventurato autore (Guido Sorelli Fiorentino e di famiglia cattolica) riferisce che si è fatto protestante, e sembra supporre ch’io possa approvare la sua apostasia, stimo convenevol cosa il dichiarare ciò che siegue: «Non ho giammai conosciuto lo sfortunato giovane che m’ indirizza il colpevole suo libro, ed io fo voti perche studiando egli meglio la religione e ricorrendo più degnamente a’ lumi della grazia, conosca, che le basi della Chiesa cattolica, apostolica e romana sono inconcusse e perché rìtorni nel seno di questa venerabile madre, cui egli presentemente sconosce ed oltraggia. «Supplico i benevoli giornalisti di pubblicare questa dichiarazione. Torino, 15 gennaio 1837» Silvio Pellico. [Dall’Univers relìgieux, 14 febbraio 1837, da “Annali delle Scienze religiose” Roma: Salviucci, 1837].

Muore a Londra all’età di 51 anni il 28 giugno 1847, Church Place, Piccadilly (Nota del Cork Examiner). L’Eco di Savonarola scrive di lui: “Il Sig. Guido Sorelli, Italiano nato in Firenze, autore dell’articolo ‘L’umiltà e la preghiera’, inserito nel no. 4 del nostro periodico, si addormentò nel Signore pochi giorni dopo avercene fatto l’invio. Egli era il più anziano fra gli Italiani convertiti stanziati a Londra. Conscio della sua prossima morte ne parlò ai suoi amici qualche giorno prima con rassegnazione cristiana. Di lui l’ultima ora è stata tranquilla e soave nella speranza dei figlioli di Dio. Egli ha pubblicato la sua biografia, una versione poetica del Milton, ed alcune operette cristiane” (Eco di Savonarola, Vol. 1, 1848, p. 165).



Collegamenti

Estratti dalle sue Confessioni.

Storia della sua conversione.

Sonetto: Le lacrime di S. Pietro.

Opere

Guido Sorelli, Saffo, tragedia in cinque atti … Versione italiana di G. Sorelli, by Franz Grillparzer, Lodovico Ariosto, and Guido Sorelli (1819).

Guido Sorelli, Torquato Tasso … Versione Italiana, by Johann Wolfgang von Goethe and Guido Sorelli (1820).

Guido Sorelli, Poesie di Girolamo Savonarola (A. cecchi, 1823).

Guido Sorelli, traduttore, Il Paradiso Perduto …di John Milton, (1827), seconda edizione.

Guido Sorelli, Racconti istorici messi in lingua italiana ad uso dei giovani studiosi della medesima ecc. (Londra, Dulau, 1829). [Versione scannerizzata].

Guido Sorelli, Pensieri e poesie (1833).

Opere scelte dell’abate Pietro Metastasio … corredate di poche spiegazioni e note grammaticali … da R. Zotti. Quarta edizione rivista da G. Sorelli e Romualdo Zotti (1833).

Guido Sorelli, La Peste. Poema … The English version by Miss Pardoe.and Julia S. H. Pardoe (1834).

Guido Sorelli, My Confessions to Silvio Pellico. The Autobiography of G. Sorelli by Guido Sorelli (1836), [Versione scannerizzata].

Guido Sorelli, Le mie confessioni (1836).

Guido Sorelli, The Lord’s prayer set to music by G. Sorelli arranged by C. Solomon (1838).

Guido Sorelli, Isabella degli Aldobrandi. Tragedia in five acts and in verse, etc by Guido Sorelli (1838)

Guido Sorelli, The Nun of Florence, melo-drama (1840).

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