GIOVANNI VERGA IN PIAZZA DELLA SCALA

GIOVANNI VERGA IN PIAZZA DELLA SCALA

GIOVANNI VERGA IN PIAZZA DELLA SCALA


In piazza della Scala racconta la vita di un vetturino della città di Milano vista con i suoi stessi occhi: non modificata quindi dal punto di vista di un eventuale narratore esterno. Non è quindi un racconto di contadini siciliani; il motivo portante di tutto il racconto resta però sempre lo stesso: il denaro.

Il protagonista, ovvero il narratore, si chiama Bigio. Egli fa il vetturino, passa la vita sulla sua carrozza in attesa di clienti, e quando non è in giro medita sulla sua vita, sua moglie, i suoi figli, spesso e volentieri su quell’uguaglianza tanto predicata nei giornali ma che lui, in effetti, non vede da nessuna parte, essendo circondato da caffè di lusso, teatri, e persone che lì dentro vi passano il più del loro tempo mentre lui è lì in attesa di clienti da portare in giro, sia nelle giornate estive, quando neanche a sera fa un po’ fresco, sia in inverno, quando si sente diventare un tutt’uno con la piazza imbiancata di neve intorno. E non riesce a mettere neanche cinque lire da parte a fine anno, mentre gli altri spendono fior di quattrini per i veglioni; e la moglie impreca contro la miseria, una delle figlie va via di casa facendosi mantenere da qualche ricco, e uno dei suoi figli, trovato un lavoro migliore di quello del padre, quasi non lo saluta più!

Ancora una volta si nota la contrapposizione tra un mondo in continuo cambiamento e l’impossibilità per alcune persone di adeguarsi ad esso, restando quindi in una condizione misera. Non solo: al mondo dei caffè, dei teatri, e della gente che può permettersi di andare ai veglioni o di vestirsi con una pelliccia, si contrappone, la notte, quello dei barboni e dei vagabondi, che hanno come massima aspirazione il dormire in un portone per sentire meno freddo.


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