CARLO PISACANE BREVE BIOGRAFIA

CARLO PISACANE BREVE BIOGRAFIA

CARLO PISACANE BREVE BIOGRAFIA

Carlo Pisacane, duca di San Giovanni, è stato un rivoluzionario e patriota italiano, di ideologia socialista libertaria e di orientamento federalista d’impronta proudhoniana


Carlo Pisacane nacque a Napoli il 22 agosto 1818, da una nobile famiglia che lo avviò alla carriera militare. Dovette però abbandonare le uniformi militari per via delle persecuzioni ricevute a causa della sua relazione d’ amore con una giovane donna sposata. Per questo fu costretto ad allontanarsi da Napoli nel 1847 e a vivere tra Marsiglia, Londra, Parigi e anche l’Algeria, dove si arruolò nella legione straniera. 
Nel 1848 si trasferì in Lombardia dove combatté come volontario nella prima guerra d’indipendenza. La disfatta di quell’esperienza non lo scoraggiò e si trasferì a Roma dove, insieme a Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, fondò la Repubblica Romana (1849), difendendola dagli attacchi dei francesi, chiamati da Papa Pio IX che voleva reprimere la sovversione anticlericale. 
E’ stato l’autore di Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49 (pubblicato nel 1850) e anche dei 4 volumi di Saggi storici-politici-militari sull’Italia (1854). Nel 1856 fondò il periodico «La parola libera». 
Pisacane pur non essendo un mazziniano “puro” strinse un solido rapporto con Giuseppe Mazzini. I due concordavano sulla necessità di promuovere azioni militari che, facendo leva sul malessere dei contadini, potessero far scoccare la scintilla rivoluzionaria. 
Sulla base di queste convinzioni i due prepararono la spedizione di Sapri: il 25 giugno 1857, a Genova, Carlo Pisacane insieme ad altri ventiquattro uomini s’imbarcò su un piroscafo diretto a Tunisi. Durante il viaggio s’impadronirono della nave e la diressero verso l’isola di Ponza, dove sbarcarono il 27 giugno. Qui liberarono i trecentoventotto detenuti nella colonia penale, trecento dei quali parteciparono con entusiasmo alla spedizione. Il 28 giugno 1857 sbarcarono a Sapri, ma furono assaliti dagli stessi contadini locali, ai quali le autorità borboniche erano riuscite ad annunciare in tempo lo sbarco di trecento ergastolani «pronti a uccidere e saccheggiare». 
I rivoluzionari dovettero fuggire dagli assalti della popolazione e il 1° luglio, a Padula, venticinque di essi furono massacrati, mentre gli altri vennero catturati e consegnati ai gendarmi. 
Carlo Pisacane si suicidò con la sua pistola il 2 luglio a Sanza (Salermo), mentre quelli scampati alla rabbia popolare furono processati e condannati a morte nel gennaio del 1858 (successivamente furono graziati).

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