BREVE STORIA DEL TERZO REICH

BREVE STORIA DEL TERZO REICH

BREVE STORIA DEL TERZO REICH


GLI INIZI
Adolf Hitler, nato il 20 aprile 1889 in Austria, reduce eroico della prima guerra mondiale nella quale aveva combattuto con l’esercito imperiale tedesco raggiungendo il grado di caporale, subito dopo la fine della Grande Guerra si diede anima e corpo alla politica in Germania; si associò ad un piccolo partito, il Partito dei lavoratori tedeschi, e in breve ne divenne il leader incontrastato, soprattutto grazie alla sua enorme abilità oratoria; nel 1920 lo trasformò nel Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP), partito radicale-populista di ideologia nazionalista, militarista e antisemita che rifiutava il Trattato di Versailles, con cui gli Alleati avevano punito la Germania per aver causato la prima guerra mondiale, teorizzava la superiorità della razza ariana-germanica e prometteva la resurrezione della grande patria tedesca. Attivo quasi esclusivamente in Baviera e pubblicizzato dal giornale “Volkischer Beobachter”, grottescamente antisemita, lo NSDAP guadagnò adesioni soprattutto tra i reduci (tra cui il generale Ludendorff, geniale comandante tedesco della prima guerra mondiale), fino all’8-9 novembre 1923, quando tentò un colpo di stato a Monaco, il famoso “putsch” della birreria, fallito miseramente. Hitler e alcuni suoi seguaci finirono in carcere, altri fuggirono. Il processo a seguito del fallito putsch fece però di Hitler un personaggio di statura nazionale.
Lo NSDAP si ricostituì solo nel 1925, quando Hitler fu precocemente rimesso in libertà. Nel solco dell’esempio del Partito fascista italiano i nazisti puntarono a legalizzare la loro esperienza politica e guadagnarono grandi consensi elettorali soprattutto dopo la crisi del 1929, quando dipinsero il loro movimento come l’unica risposta alla dilagante disoccupazione che affliggeva i lavoratori tedeschi. Allo stesso tempo, però, essi rafforzarono le loro strutture squadriste-paramilitari creando le terribili SS, le Schutzstaffeln (reparti di protezione), inizialmente inquadrate nelle camicie brune naziste, le SA (Sturmabteilung, squadre d’assalto), che seminarono terrore e violenza.
Il primo decennio della parabola politica di Hitler fu quindi difficile ma pose le basi del suo futuro trionfo; inoltre fu proprio in quegli anni che egli conobbe gli uomini che sarebbero stati i suoi più preziosi aiutanti: Rudolf Hess, Hermann Goering, Joseph Paul Goebbels e Heinrich Himmler.
IL POTERE
Lo NSDAP, sotto il segno dell’antisemita croce uncinata o svastica, grazie alla conquista dei voti della classe media conobbe crescenti trionfi elettorali tra il 1930 e il 1932, fino a diventare il primo partito della Germania, anche grazie al guadagnato appoggio della grande industria che vedeva nei nazisti un baluardo contro il bolscevismo. Infine, all’inizio del 1933, l’anziano presidente della Repubblica federale tedesca, il generale von Hindenburg, cedette e nominò Hitler cancelliere.
Il capo nazista rafforzò in breve il suo potere: mise fuori legge tutti gli altri partiti della Repubblica di Weimar e instaurò un regime di terrore grazie alla Gestapo, l’onnipotente polizia politica del Terzo Reich. Pretesto per la sospensione nazista dei diritti costituzionali fu l’incendio del Reichstag (27 febbraio 1933), il Parlamento tedesco, attribuito da Hitler a un comunista ma quasi sicuramente organizzato dal presidente del Parlamento nonché vice di Hitler, Goering, o da qualche altro gerarca nazista. Successivamente Hitler eliminò ogni forma di autonomia locale e sterminò il solo nucleo di possibile opposizione interna, quello formato dai depravati e bellicosi vertici delle SA che ancora teorizzavano una ‘seconda rivoluzione’ per conseguire gli obiettivi di stampo paleo-socialista del programma originale dello NSDAP del 1920, obiettivi che per Hitler dovevano restare carta morta. Nella famosa “notte dei lunghi coltelli” (30 giugno 1934), l’ormai dittatore della Germania fece assassinare il suo amico, nonché capo delle SA, Ernst Röhm, insieme ai vertici delle camicie brune e a molti altri uomini con cui aveva conti in sospeso. Poco dopo morì Hindenburg e Hitler riunì le cariche di presidente e cancelliere nella propria persona, divenendo il capo assoluto del Terzo Reich, il grande impero che avrebbe riportato alla Germania gli onori del Sacro Romano Impero Germanico e della Prussia guglielmina, i primi due Reich.
Tutta la Germania fu organizzata nei successivi anni sul Führerprinzip, il principio del Führer, che prevedeva che ogni potere fosse subordinato al Führer e alla sua volontà; il territorio fu diviso per zone o Gaue, con a capo dei fidati nazisti, i Gauleiter. La società tedesca fu organizzata rigidamente in base alla razza: solo i membri della Volksgemeinschaft, solo cioè chi poteva dimostrare le proprie origini ariane, godeva dei diritti di cittadino, avendo così un lavoro sicuro e accesso alle attività sportivo-ricreative della Kraft durch Freude (la ‘Forza attraverso la gioia’, organizzazione del ministro Robert Ley) e a quelle giovanili della Hitlerjugend. Questi formidabili strumenti di consenso e di penetrazione popolare furono affiancati da enormi adunate propagandistiche, sotto la guida esperta del ministro della Propaganda del Reich, Goebbels, che trovavano il culmine nelle riunioni annuali del partito a Norimberga, trasformate in grandiosi film di propaganda come “Il trionfo della volontà” della regista Leni Riefenstahl.
Parallelamente il regime nazista promulgò ed estese progressivamente le leggi razziali: il 15 settembre 1935 furono proclamate a Norimberga; in seguito le proibizioni contro gli ebrei e i soprusi nei loro confronti aumentarono, fino alla “notte dei cristalli” (9-10 novembre 1938) quando negozi e case di ebrei furono dati alle fiamme con molte sinagoghe e libri ‘anti tedeschi’. L’odio razziale verso gli ebrei e verso i ‘non-cittadini’ del Reich (omosessuali, zingari, slavi, oppositori politici, testimoni di Geova) portò nei successivi anni all’Olocausto, che assunse i suoi tratti più agghiaccianti dopo l’approvazione della soluzione finale del problema ebraico, avvenuta nella conferenza di Wannsee nel gennaio 1942. Si stima che quasi sei milioni di persone siano state sterminate nei campi di concentramento e in quelli di sterminio che i nazisti edificarono in tutti i Paesi che conquistarono.
LA GUERRA E L’EPILOGO
Hitler, una volta giunto al potere, iniziò un massiccio riarmo della Germania, solo inizialmente nella segretezza, in aperta violazione del Trattato di Versailles. Nel 1935 ripristinò la coscrizione generale obbligatoria. Nel 1936 rioccupò la Renania, regione demilitarizzata dopo la Grande Guerra. Nel 1937 ritirò la firma dal Trattato di Versailles. Nel 1938 assunse un completo controllo sulla Wehrmacht e occupò prima l’Austria (‘Anschluss’) e poi, in due tempi, la Cecoslovacchia, dopo aver umiliato Francia e Inghilterra nella conferenza di Monaco. Nel 1939 completò l’occupazione della Cecoslovacchia e si impossessò di Memel, distretto baltico. Parallelamente strinse un’alleanza sempre più forte con Mussolini e l’Italia fascista, con cui si legò nell”Asse Roma-Berlino’ (1936), nel ‘Patto anti-Comintern’ (contro l’Internazionale comunista) e nel ‘Patto d’Acciaio’ (1939), e con il potentissimo Giappone imperiale, che aderì all’Asse e al Patto anti-Comintern. Nel 1940 le tre nazioni diedero vita al ‘Patto tripartito’.
La reazione delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale verso i reiterati soprusi tedeschi fu catastroficamente arrendevole fino al settembre 1939, quando Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania in seguito all’aggressione nazista della Polonia (1 settembre 1939). L’U.R.S.S. di Stalin aveva siglato un patto di non-aggressione con i nazisti (Patto Molotov-von Ribbentrop, 23 agosto 1939). Il 3 settembre 1939 ebbe infine inizio la seconda guerra mondiale.
Per gli Alleati, Francia e Inghilterra, era ormai troppo tardi. Hitler aveva già avuto il tempo di organizzare in Germania la più grande macchina da guerra del mondo, che scatenò in un mare di ferro e ira contro la Polonia e poi contro la Norvegia, la Danimarca, il Belgio e l’Olanda. Il ‘Blitzkrieg’, la ‘guerra-lampo’ dei nazisti, travolse anche il potente esercito francese, che capitolò tragicamente nel giugno del 1940, quando i Panzer, i carri armati tedeschi, annientarono ogni resistenza sul Continente. I nazisti, però, persero l’occasione di distruggere gli eserciti alleati quando questi riuscirono miracolosamente a scampare all’accerchiamento dalla città portuale francese di Dunkerque grazie al lavoro della marina britannica e di migliaia di piccole imbarcazioni di eroici cittadini, riparando in Inghilterra.
Hitler, che pure conobbe trionfi anche nei Balcani e in Africa con l’alleato italiano, non riuscì mai a fiaccare la resistenza degli indomiti inglesi, guidati dal primo ministro Winston Churchill, che sconfissero l’aviazione tedesca, la Luftwaffe di Goering, nella ‘Battaglia d’Inghilterra’ (1940-1), e resistettero ai sottomarini della marina del Reich, la Kriegsmarine di Raeder e Doenitz.
Il 22 giugno 1941 Hitler invase con le sue fino a quel punto invitte truppe l’Unione Sovietica per trovare compiutamente a est il ‘Lebensraum’, lo ‘spazio vitale’ della Germania, come lo definiva nel “Mein Kampf”, il suo libro autobiografico scritto prevalentemente nei mesi di prigionia col fedele Hess che divenne la ‘Bibbia’ della Germania nazista. Nonostante i trionfi iniziali, l’invasione della Russia rappresentò l’inizio della fine del Terzo Reich; il destino catastrofico del Reich di Hitler si materializzò dopo la disfatta di Stalingrado, (che giunse subito dopo quella di El Alamein, nell’Egitto inglese), tra il dicembre 1942 e il gennaio 1943. Da quel momento per i tedeschi iniziò una lenta ma costante ritirata su tutti i fronti.
Quelli furono anche gli anni delle grandi barbarie degli Einsatzgruppen, i micidiali gruppi operativi tedeschi che sterminarono, mediante fucilazione, ebrei, intellettuali, zingari e commissari politici sovietici; parallelamente milioni di abitanti dei territori occupati vennero deportati per diventare lavoratori coatti nel Reich. Le SS, che costituivano il grosso degli Einsatzgruppen, condussero una guerra di sterminio senza precedenti nella storia per portata e crudeltà; i russi, feriti nel profondo, non si dimostrarono più teneri una volta che le sorti della guerra mutarono a loro favore.
Il 6 giugno 1944 inglesi, canadesi e americani (questi ultimi entrati in guerra alla fine del 1941 perché aggrediti a Pearl Harbor dal Giappone alleato dei nazisti) sbarcarono in Normandia e aprirono un altro fronte nell’Europa occidentale dopo quello italiano, su cui combattevano dal momento della vittoria in Africa nel 1943. Intanto in tutti i Paesi in cui i nazisti avevano imposto il loro crudelissimo e sanguinario ‘Nuovo Ordine’ si scatenarono movimenti per la libertà che si tradussero in sempre crescenti azioni di guerriglia di gruppi partigiani. Parallelamente dal 1943 tutti gli alleati del Reich, a partire dall’Italia fascista, abbandonarono la nave nazista che affondava inesorabilmente.
I sovietici ad est avanzarono senza sosta fino a Berlino, che occuparono il primo maggio 1945. Neppure le ‘armi segrete’ di ritorsione di Hitler, i missili V1 e V2, bastarono ai nazisti per evitare la disfatta.
Adolf Hitler, sopravvissuto miracolosamente a molti attentati (su tutti quello messo in atto dal colonnello von Stauffenberg il 20 luglio 1944), ma le cui condizioni fisiche erano negli anni peggiorate moltissimo fino a renderlo una sorta di fantasma, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945, dopo aver sposato la sua storica amante, Eva Braun; prima di quel momento molti dei suoi vecchi camerati, compresi Goering e Himmler, lo avevano tradito. Il Terzo Reich, che secondo le sue intenzioni sarebbe dovuto durare mille anni, gli sopravvisse solo una settimana. Il 7 maggio 1945 il generale Jodl firmò la resa incondizionata della Germania su ordine del successore di Hitler, il Grand’ammiraglio Doenitz.
Hitler, il capo delle SS, Himmler, il suo vice, Heydrich, Goebbels e Bormann, che era succeduto alla segreteria del partito nazista a Hess dopo il folle volo di quest’ultimo in Gran Bretagna, per vari motivi non sopravvissero alla seconda guerra mondiale e alla disfatta tedesca. Gli altri gerarchi nazisti, tra cui Goering, Hess, Doenitz e Raeder, il successore di Heydrich Kaltenbrunner, il ministro degli Esteri di Hitler von Ribbentrop, il capo dell’alto comando della Wehrmacht Keitel e il suo vice Jodl, l’organizzatore del Fronte nazionale del lavoro Ley, l’architetto della Germania nazista Speer, il ‘filosofo ufficiale’ del Reich Rosenberg e il collaboratore austriaco Seyss-Inquart andarono alla sbarra in quello che fu il più grande processo a criminali di guerra della storia, il processo di Norimberga. Nonostante le defezioni già citate e diverse altre, oltre ai suicidi in cella di Ley e Goering, il processo fu un successo ed ebbe anche il merito di portare alla luce prove visive incontestabili dell’Olocausto, lo sterminio sistematico degli ebrei perpetrato dai nazisti nei campi di sterminio come Auschwitz (in Polonia), situati in tutta l’Europa occupata dalle truppe del Reich. Quasi tutti i criminali di guerra nazisti morirono sulla forca il 16 ottobre 1946. In questa maniera spietata trovò il suo epilogo il regime più sanguinario e mostruoso che la storia mondiale ricordi.
BIBLIOGRAFIA
La letteratura in materia è sconfinata, a tutti i livelli. Segnalo alcuni titoli che mi hanno aiutato nella stesura del presente approfondimento:
-Collotti, Enzo, Hitler e il nazismo, Firenze-Milano, Giunti, 1994-1996.
-Ferretti, Maria, La battaglia di Stalingrado, Firenze, Giunti, 2001.
-Hitler, Adolf, Il “Mein Kampf” di Adolf Hitler, a cura di Giorgio Galli, Milano, Kaos Edizioni, 2006.
-Irving, David, I diari segreti del medico di Hitler, Marina di Massa, Edizioni Clandestine, 2007.
-Shirer, William L., Storia del Terzo Reich, Milano, Fabbri Editori, 1978.
Ovviamente sono stati utili anche manuali di storia, che trovate nella nostra lista di fonti storiografiche del forum, oltre a documentari e a siti internet come www.cronologia.it.


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