STORIA MEDIOEVALE INGLESE SINTESI

STORIA MEDIOEVALE INGLESE SINTESI

STORIA MEDIOEVALE INGLESE SINTESI

Tra il IV e il V secolo d.C. alcune popolazioni barbariche provenienti dalla Germania (Juti, Angli, Sassoni) invasero l’Inghilterra, dove sconfissero i popoli indigeni, i Celti, che furono costretti a rifugiarsi verso il Galles e la Cornovaglia. Nel territorio inglese propriamente detto nacquero così diversi regni anglosassoni. Tali regni furono spazzati via dalla conquista normanna del 1066 ad opera di Guglielmo il Conquistatore. Iniziò così una nuova fase della storia inglese. Guglielmo il Conquistatore (1066–1087), duca di Normandia, nella battaglia di Hastings (1066), sconfisse i Sassoni ed occupò l’Inghilterra.
I Normanni portarono in Inghilterra il feudalesimo, che avevano assorbito in Francia. Guglielmo, che si fece incoronare re d’Inghilterra nell’abbazia di Westminster, presso Londra, divise il suo regno in numerosi piccoli feudi, assegnando nel contempo alla corona un vasto dominio territoriale (il feudo della corona), che le permettesse di affermare, con la forza materiale propria, il suo diritto reale. Molto significativo fu il fatto che questi feudi inglesi non avessero né il diritto di ereditarietà né di giurisdizione: alla morte dei feudatari infatti i feudi ritornavano direttamente al sovrano, che decideva sulla successione.
In Inghilterra quindi la monarchia ebbe un certo controllo sui feudatari, a differenza degli altri Stati europei, in cui i feudi erano di fatto indipendenti rispetto al sovrano. Questo spiega anche la diversità e la specificità della storia inglese: mentre negli altri paesi, come in Francia, la monarchia, alleandosi con la borghesia cittadina, combatté una lotta secolare contro le autonomie feudali, per diventare essa il centro dello Stato, in Inghilterra invece fu la nobiltà a combattere contro il potere eccessivo della corona, allo scopo di limitarlo.
Dopo la morte di Guglielmo il Conquistatore (1087), l’Inghilterra fu agitata dalle lotte dinastiche tra i suoi figli: il regno andò così prima nelle mani di Guglielmo II e poi in quelle del terzogenito Enrico I (1100-1135). Con quest’ultimo iniziò il lungo contrasto con la monarchia francese, in quel momento rappresentata dal re capetingio Luigi VI. Il regno d’Inghilterra cominciò anche ad espandersi: nel XII e nel XIII secolo divennero possedimenti inglesi prima l’Irlanda e poi il Galles.

– Enrico I lasciò come erede una figlia, Matilde, che aveva sposato un potente feudatario francese, il conte Goffredo d’Angiò-Plantageneto (così detto dalla pianta di ginestra che figurava nel suo stemma).

– Enrico II Plantageneto (1154-1189), figlio di Matilde e di Goffredo, concentrò nelle sue mani un vasto regno, che si estendeva dall’Inghilterra alla Francia. Egli non solo possedeva l’Inghilterra ma, in quanto erede di Guglielmo il Conquistatore, possedeva il ducato di Normandia, situato sul territorio francese; inoltre, come erede di Goffredo, possedeva l’Angiò ed il Maine; infine, poiché aveva sposato Eleonora d’Aquitania, ex moglie ripudiata del re di Francia Luigi VII, Enrico II ereditò anche l’immenso ducato di Aquitania. In quanto sovrano d’Inghilterra, Enrico possedeva quindi, nella stessa Francia, più territori dello stesso re francese. Tale situazione suscitò la reazione dei sovrani francesi, che consideravano questi territori loro feudi, cioè possedimenti della corona di Francia: di qui le ragioni del lungo conflitto anglo–francese.

DINASTIA NORMANNA: Guglielmo I il Conquistatore
Guglielmo II
Enrico I (1100–1135)
Matilde

DINASTIA ANGIO’-
PLANTAGENETA: Enrico II (1154–1189
Riccardo I (1189–1199)
Giovanni Senza Terra (1199–1216) (a)
Enrico III (1216–1272) (b)
Edoardo I (1272–1307) (c)
Edoardo II (1307–1327)
Edoardo III (1327–1377)
Riccardo II (1377–1399) (d)

(a) La Magna Charta Libertatum, concessa da Giovanni Senza Terra, affermò due principi fondamentali: nessun barone (nobile) o ecclesiastico poteva essere arrestato e giudicato ad arbitrio del re, ma solo da un tribunale di pari; il re non poteva imporre tributi o servizi straordinari superiori a quelli pattuiti senza l’approvazione del Consiglio dei nobili, il primo nucleo della futura Camera dei Lords.
La Magna Charta è considerata il prototipo di tutte le carte costituzionali che si sono avute in Occidente a partire dall’età moderna (rivoluzioni inglesi del 1600; rivoluzione francese del 1789). Come tale essa costituì il documento in cui per la prima volta in Occidente vennero riconosciuti alcuni diritti dei sudditi e venne di conseguenza limitato il potere assoluto del sovrano. In realtà la Magna Charta Libertatum, più che un documento sulle libertà dei sudditi inglesi, fu soprattutto un elenco dei privilegi che i baroni (= nobili) e l’alto clero riuscirono a strappare al sovrano: si trattò quindi di un documento che limitava le prerogative ed il potere assoluto del sovrano a tutto vantaggio di una minoranza di cittadini, che erano già ricchi e potenti.

(b) Con Enrico III Plantageneto (1216-1272) non si arrestò quel processo politico tendente a subordinare le decisioni del re al consenso dei nobili. Anzi, nel 1258, in occasione di un nuovo contrasto tra baroni e sovrano, il re fu costretto a concedere un solenne documento, noto come le Garanzie (o provvedimenti) di Oxford, con cui venne stabilito che 15 baroni restassero stabilmente al fianco del re per svolgere la funzione di consiglieri e di vigilanti del suo operato. Fu questa l’origine della Camera dei Lords o Camera Alta. Iniziò così la lunga storia del parlamentarismo inglese. E’ da precisare che nella Camera dei Lords l’alto clero (vescovi, abati) non costituiva un ordine a se stante, ma formava un tutt’uno con i baroni.

(c) Soprattutto sotto il regno di Edoardo I (1272-1307) il sistema parlamentare si consolidò con la nascita del primo nucleo della Camera dei Comuni: la sua origine è da ricercare nella convocazione, nel 1275, di un’assemblea di borghesi e mercanti delle città, con cui il sovrano intendeva limitare il potere dei nobili. Cominciò così a delinearsi il tipico carattere bicamerale del parlamento inglese che, in questa prima fase, ancora non svolgeva una vera e propria attività legislativa anche se acquistò un peso crescente soprattutto in campo fiscale (limitazione del potere del re di imporre nuovi tributi a suo piacimento).

(d) La nuova forza politica del Parlamento inglese venne evidenziata nello scontro con il sovrano Riccardo II, il successore di Edoardo III. Infatti, per decisione del parlamento, Riccardo II, che aveva cercato di imporre una politica assolutistica ed autocratica (= potere di se stesso), fu costretto ad abdicare (1399) ed Enrico IV Lancaster fu innalzato al trono. Iniziò così una nuova dinastia.

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