SCUOLE ELLENISTICHE

SCUOLE ELLENISTICHE

Contesto storico

L’Ellenismo è il periodo che si fa iniziare nel 323 a.C., l’anno della morte di Alessandro Magno, e si fa concludere o nel 31 a.C. con la Battaglia di Azio o nel 529 d.C. con la chiusura ad opera di Giustiniano dell’Accademia di Atene.

In questo periodo la cultura greca e quella orientale si fondono e si diffondono grazie ad Alessandro Magno, figlio di Filippo il Macedone che giunge con il suo esercito fino alla Valle dell’Indo. Alessandro ha fatto sposare i suoi generali con le figlie delle più importanti famiglie persiane, ha fatto educare i bambini persiani secondo i costumi greci, ha preso dalla cultura orientale la divinizzazione del sovrano, introducendo anche la proskynesis.

Dopo la sua morte il regno è stato diviso, prima tra i suoi generali, i diadochi, e poi tra i loro successori, gli epigoni. Il regno più importante è stato l’Egitto dei Tolemei e la città più importante Alessandria d’Egitto. In questo periodo sono fioriti i commerci nel bacino del Mediterraneo, c’è stata una ripresa economica e si è affermata la potenza di Roma, che ha conquistato tutti i regni ellenistici fino all’ultimo, l’Egitto nel 31 a.C.

Alcuni fanno terminare l’Ellenismo in occasione della battaglia di Azio perché Roma ha conquistato tutti i Regni, mentre per altri i Romani hanno fatto propri alcuni elementi della cultura ellenistica: alcuni imperatori si credevano divinità, inoltre culti come quelli a Mitra e Iside provengono dall’Oriente. Chi considera Roma come un altro regno ellenistico ritiene che la chiusura dell’Accademia ponga fine alla cultura pagana, sostituita da quella cristiana.

Scetticismo o Pirronismo

Scetticismo deriva da skepsis, cioè indagine, ricerca. Questa filosofia si pone come sfida a ogni filosofia, pensiero o riflessione perché è una ricerca incessante che porta al dubbio. È la filosofia del dubbio radicale, che non si riesce a superare nonostante tutti gli sforzi; si mettono in dubbio tutte le verità ma anche il dubbio stesso: non si può affermare che tutto è dubbioso perché sarebbe una verità e quindi un’affermazione dubitabile. Gli scettici non ritengono che non ci sia una verità, ma che non possono sostenerne né l’esistenza né l’inesistenza, si rimane sempre in una ricerca continua: se anche l’uomo arrivasse alla verità non potrebbe riconoscerla come tale. Lo Scetticismo è stato anticipato dai Sofisti e da Socrate, che però aveva fiducia che ogni definizione fosse più completa della precedente.

Lo Scetticismo più antico, chiamato anche Pirronismo, è stato fondato tra gli altri da Pirrone nel IV sec a.C.; la sua diffusione nell’Accademia platonica ne ha influenzato i membri, mentre il Neopirronismo si è sviluppato tra il I sec a.C. e il II sec d.C.

Un’importante testimonianza è il testo “Le vite dei filosofi” di Diogene Laerzio, che nel III sec d.C. parla della filosofia da Talete ai suoi contemporanei. Nel testo il racconto della vita di Pirrone è un pretesto per parlare dello Scetticismo; si mettono qui insieme tutte le tematiche, trattate anche nei periodi successivi.

Pirrone ha seguito Alessandro Magno nella spedizione in Oriente; il suo pensiero è influenzata dalle filosofie orientali. Predica l’imperturbabilità (ataraxia), la capacità dei saggi di sopportare qualsiasi dolore, anche fisico; il saggio doveva arrivare anche all’afasia, il non parlare, il silenzio, doveva raggiungere quindi una dimensione ascetica. Plutarco, parlando della vita di Alessandro Magno, racconta che quando i soldati sono giunti nella Valle dell’Indo sono rimasti colpiti dai gymnosofisti, dei sapienti nudi che grazie alla meditazione e alla contemplazione riuscivano a resistere a dolori fisici e a vivere in isolamento e completa solitudine.

I due cardini della filosofia scettica sono:

Epokè: la sospensione del giudizio, la strategia del mettere tra parentesi. Quando epokizziamo non prendiamo in considerazione, sospendiamo il giudizio di verità o falsità oppure di migliore o peggiore.

Ou Mallon: non più o non piuttosto. Si usa quando davanti a un’affermazione non posso affermare l’affermazione stessa più dell’affermazione opposta (non posso dire che una cosa è bianca più di quanto non posso dire che non è bianca).

L’ou mallon ha la funzione di un purgante, che agisce quando interviene nei confronti di ciò che non è purgante; quando agisce però elimina anche se stesso, quindi epokè e ou mallon si possono applicare anche a loro stessi.

La filosofia scettica è sintetizzabile in quindici tropi (tropos=modo), dei modi per giungere al dubbio:

  1. Tropo della differenza degli esseri viventi: Ogni essere vivente ha un apparato percettivo diverso, quindi ciò che è piacevole per uno può essere letale per un altro. Questo tropo è molto simile al “l’uomo è misura di tutte le cose” di Protagora.
  2. Tropo delle idiosincrasie: Le idiosincrasie sono particolarità che ha una persona, delle peculiarità esclusive. Degli esempi sono Demofonte, che si scaldava all’ombra e si raffreddava al sole, e Androne di Argo, che poteva camminare nel deserto senza bere. Le idiosincrasie portano al dubbio perché non c’è più nulla di sicuro: se qualcuno si raffredda al sole non posso sostenere che il sole scalda.
  3. Tropo della differenza dei pori: Le sensazioni si trasmettono attraverso dei pori, che ci mettono in contatto col mondo esterno. Usando sensi diversi percepiamo realtà diverse, è quindi impossibile un’affermazione univoca.
  4. Tropo delle disposizioni individuali: Un vecchio, un giovane, un malato, un sano, una persona innamorata vedono la realtà diversamente.
  5. Tropo dell’educazione: Nascendo in una famiglia o in una cultura ci si abitua ad alcune tradizioni e convinzioni che ci vengono insegnate, però considerando diverse culture si considerano buone o vere cose diverse, quindi non si possono avere certezze.
  6. Tropo delle mescolanze: Ogni realtà viene colta con i sensi, ma è colta non pura bensì mescolata con altri elementi. I colori per esempio si percerpiscono diversamente a seconda della luce a cui li si guarda.
  7. Tropo delle distanze e delle diverse proporzioni: Un oggetto si modifica a seconda del luogo dove mi trovo quando lo osservo, quindi non posso dire com’è in realtà.
  8. Tropo delle qualità e delle quantità delle cose: A seconda delle dosi una cosa può essere di aiuto oppure di danno, come un pharmakon.
  9. Tropo della stranezza dei fenomeni: L’importanza e l’attenzione che diamo a diversi fenomeni dipende da quanto sono comuni per noi.
  10. Tropo della comparazione: Ci sono realtà non stabilite in modo assoluto ma per via comparativa (leggero/pesante, alto/basso, maggiore/minore…).

Il tropo considerato più importante e più consistente dal punto di vista teorico è il 13°, il Tropo dell’estensione all’infinito. Si parte dalla considerazione che stabiliamo che qualcosa è vero in base a un criterio di verità, uno strumento gnoseologico che ci da la possibilità di dire se un’affermazione è vera o falsa (percezione sensibile, nous, utilità…). Tuttavia, per affermare il criterio di verità devo dire un’affermazione vera, quindi devo creare un altro criterio di verità. Si procede sempre così e quindi si arriva a non poter sostenere che un’affermazione è vera.

Epicureismo

Epicuro è vissuto nel IV sec a.C. e ha ripreso l’atomismo di Democrito. Il suo pensiero si è diffuso soprattutto ad Atene, dove ha aperto una scuola, il Kepos (giardino), in cui erano accettati anche donne e schiavi. Epicuro era un personaggio molto amato ma nel periodo cristiano si è cercato di cancellare la sua filosofia, pericolosa per i suoi pensieri troppo radicali. Dei testi di Epicuro ci sono rimaste solo quattro lettere che ci ha fatto arrivare Diogene Laerzio; la più famosa e la “Lettera a Meneceo o sulla felicità”. Lucrezio nel poema epico-didascalico “De rerum natura” riprende il pensiero epicureo. Un’altra fonte sono dei papiri scritti da alcuni discepoli di Epicuro ritrovati nella biblioteca della Villa dei Papiri o dei Pisani ad Ercolano.

Al centro della filosofia epicurea, come anche nella altre filosofie ellenistiche, ci sono le questioni etiche rispetto a quelle teoretiche. Secondo Epicuro la cosa più importante per l’uomo è la felicità: tutti la cercano e la filosofia deve aiutare gli uomini a raggiungerla. La filosofia epicurea è eudaimonistica (eudaimonia = felicità) perché ha come obiettivo il raggiungimento della felicità e edonistica (edonè = piacere, bellezza) perché è il piacere che ci guida alla felicità.

Nella Lettera a Meneceo Epicuro si rivolge a tutti gli uomini e sistiene che non c’è un tempo in cui la filosofia non è necessaria perché per l’uomo l’obiettivo principale è sempre la ricerca della felicità. Il Quadrifarmaco è un insieme di quattro rimedi necessari all’uomo per raggiungere la felicità:

  1. Non bisogna avere paura delle divinità: Secondo Epicuro gli dei esistono perché la maggior parte delle persone crede nella loro esistenza. Tempo fa vivevano con gli uomini e quindi il loro ricordo è stato tramandato, ma ora vivono in mondi lontani e non li possiamo percepire. Gli dei non intervengono in questioni umane, i beni e i mali non provengono da loro ma sono dovuti a eventi concatenati (materialismo). Le religioni fanno leva sulla paura ma gli dei non devono fare paura perché non intervengono nelle questioni umane.
  2. Non bisogna avere paura della morte: Per epicuro l’anima non è immortale e si disgrega con il corpo quando si muore. Non bisogna quindi aver paura della morte perché quando c’è non ci siamo noi e viceversa.
  3. Bisogna convincersi che i beni si ottengono facilmente: Bisogna superare la paura che ciò che ci fa bene sia irraggiungibile, i bisogni necessari per la sopravvivenza possono essere soddisfatti con facilità, non è difficile raggiungerli se ci si accontenta; in questo modo si è più felici.
  4. I mali, anche quelli più gravi, sono destinati a scomparire presto: Se quandi si soffre ci si convince che il dolore si attenuerà, la felicità si raggiunge più facilmente.

La paura è uno degli ostacoli maggiori, ma si prova paura quando si è ignoranti; le paure dei filosofi diminuiscono perché se si conosce il funzionamento dell’universo si sa che gli dei non intervengono e non sono causa del bene e del male.

Fisica-cosmologia

Per Epicuro tutta la realtà è formata da atomi (essere) e vuoto (non essere). Gli atomi sono eterni e caratterizzati da forma, grandezza e peso; i corpi invece sono aggregati di atomi che si uniscono e si disgregano. In una lettera a Erodoto sostiene che niente si dissolve nel non essere, niente nasce dal non essere ma tutto è e permane nella sua condizione di essere.

Nel De rerum natura Lucrezio parla del clinamen: gli atomi si muovono nell’universo e cadono da un alto indefinito a un basso indefinito, ma a causa del clinamen subiscono una deviazione di traiettoria, si scontrano e si formano così i corpi.

Gnoseologia

La Canonica è un insieme di regole di intento filosofico che forniscono criteri per distinguere il vero dal falso (ambito teoretico-gnoseologico) e il bene dal male (ambito etico-morale). La Canonica stabilisce un canone, che deriva dall’omonimo strumento usato dai muratori per verificare che le linee siano dritte.

I due criteri in ambito gnoseologico sono:

Sensazione (aistesis): La gnoseologia epicurea è sensista, lo strumento fondamentale per conoscere sono le sensazioni; gli oggetti emenano degli eidola o simulacra he entrano in contatto con il nostro apparato percettivo, impressionando la nostra anima materiale.

Anticipazione (presepsis): L’anima mantiene un’impronta delle sensazioni avute, per questo abbiamo dei ricordi. Si riesce ad anticipare la realtà in base alle esperienze avute in passato.

Se però si considera vero ciò che si percepisce coi sensi e per esempio un remo in acqua ci sembra spezzato ma toccandolo non lo è, da dove nasce l’errore? Per Epicuro le sensazioni non sono sbagliate perché sono una registrazione passiva, l’anima è impressionata da una sensazione, che è sempre vera. L’errore deriva dall’opinione formulata dall’uomo partendo dai dati sensibili, si traggono conclusioni errata, a volte avventate perché non si aspetta di avere altre sensazioni. Gli errori a volte sono facili da correggere, altre volte è addirittura impossibile, dipende dall’oggetto.

Ci sono tre categorie di oggetti intorno ai quali si possono produrre giudizi differenti:

Oggetti evidenti: Di questi oggetti ho una sensazione di cui posso stabilire la verità senza usare l’opinione che può sbagliare. Per esempio se sono davanti a una torre circolare posso dire con certezza che la torre è circolare.

Oggetti controllabili: Su questi oggetti si possono anche esprimere giudizi erronei, ma facilmente li si può controllare avendo altre sensazioni. Per esempio mi accorgo che il remo in acqua non è spezzato tirandolo fuori e avvicinandomi a una torre posso cogliere correttamente la sua forma.

Oggetti nascosti: Questi corpi sono percepiti dai sensi ma non si possono controllare le opinioni formulate su di essi. Un esempio sono i corpi celesti, troppo lontani per poter essere avvicinati, o gli atomi e il vuoto, che addirittura non si possono percepire; per dimostrarne l’esistenza mi baso su giudizi e opinioni legate a oggetti sensibili.

Etica e morale

La morale epicurea è edonistica e eudaimonistica, il criterio per distinguere il bene dal male e per raggiungere la felicità è il piacere. Ciò che è piacevole è bene, ciò che è doloroso è male, il piacere porta alla felicità, il dolore all’infelicità. Tuttavia il piacere momentaneo può provocare dei dolori successivi, quindi non vanno privilegiati i piaceri momentanei alla felicità duratura. Per gli epicurei non bisognava partecipare alla vita politica perché distoglieva l’uomo dalla ricerca delle cose davvero importanti.

Stoicismo

Stoicismo deriva da stoà, portico, e ikilé, dipinto, perché la prima scuola stoica fondata da Zenone di Cizio aveva sede in un edificio con un portico dipinto. In Grecia si sviluppa alla fine del IV sec a.C., a Roma nel I-II sec d.C. e i suoi esponenti principali sono Seneca, Marco Aurelio e in parte Cicerone.

Logica

La logica stoica apre delle nuove prospettive rispetto alla logida aristotelica. Mentre la logica aristotelica è una logica dei termini, analizza cioè le singole parti di una frase, la logica stoica è una logica dei termini e delle preposizioni, esamina cioè anche le frasi come se fossero un tutt’uno. La logica aristotelica era bivalente, per il principio di non contraddizione una proposizione poteva essere o vera o falsa; gli stoici introducono invece una logica trivalente, in cui una proposizione può essere vera, falsa o indecidibile, se per esempio è connessa a un paradosso.

Fisica

Per gli stoici il cosmo è finito ma si trova all’interno di uno spazio infinito vuoto; la Terra è al centro dell’universo. Due importanti concetti sono la conflagrazione universale e l’eterno ritorno: ci sono lunghi periodi che separano le distruzioni di tutto il cosmo, che poi si rigenera uguale alla volta precedente e tutti gli eventi si ripetono sempre uguali, non c’è quindi libero arbitrio. C’è una concezione ciclica del tempo, una concezione ottimistica della realtà perché c’è un principio razionale (logos) che controlla il cosmo e anche una cocezione panteistica perché questo logos è dovunque. Il logos è lo stesso universo e anche se il cosmo si distrugge e si crea il logos permane. Questa guida verso il meglio è simile a una provvidenza divina, infatti lo stoicismo delle tre filosofie ellenistiche è la più vicina al cristianesimo.

Etica

Lo stoicismo ha un’etica razionale e rigorista, in cui l’uomo sacrifica la passionalità dei sensi e del corpo alla ragione e al dovere, sopporta grandi dolori, è imperturbabile e apatico, elimina cioè il pathos inteso come passione, controlla le sue emozioni. Il saggio stoico può vivere solo dove c’è libertà anche nella vita politica. Rimane ancora aperto il dibattito sul ruolo dell’etica in una filosofia deterministica.

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