Positivismo Naturalismo Verismo

Positivismo Naturalismo Verismo

Panorama storico culturale.
Elementi e fenomeni caratteristici dell’Europa nella seconda metà dell’Ottocento:
· Progresso scientifico e tecnologico -> Industrializzazione -> Borghesia liberale: nuova classe sociale al
potere
· Urbanesimo -> Aumento del proletariato -> Questione sociale
· Diffusione delle idee del positivismo.
Positivismo: insieme di indirizzi filosofici che celebrano la scienza come strumento del progresso umano.
· Scienza: unica forma di conoscenza della realtà, perché ne studia cause ed effetti.
· Teorie evoluzionistica di Darwin, per cui la vita è una lotta per la sopravvivenza, che viene vinta da chi
è più forte e si adatta meglio all’ambiente.
· Anche la coscienza umana si può studiare, come un fenomeno scientifico, secondo leggi di causa ed
effetto.
Naturalismo: movimento letterario francese influenzato dalle teorie positivistiche.
L’opera d’arte deve studiare la realtà con metodo scientifico: osservazione e descrizione, documentazione su
ambienti di vita – in particolare delle masse urbane – di Parigi. Denuncia sociale.
Tecniche:
· scientificità,
· impersonalità,
· funzione sociale, per migliorare la realtà
Autori rappresentanti del naturalismo: Zola.
Verismo: è l’evoluzione del Naturalismo francese in Italia. È una tendenza letteraria rappresentata dalle opere
di Capuana, Verga, De Roberto.
Cause della nascita del Verismo:
· Problemi dell’Italia post-unitaria e squilibrio tra Nord e Sud e tra ricchi e poveri, soprattutto nel
Mezzogiorno.
· Diffusione in Italia delle idee del Positivismo e del Naturalismo.
· Il romanzo storico o sentimentale passa di moda.
Poetica del verismo:
· Luigi Capuana = teorizzatore del Verismo, nella recensione ai Malavoglia di Verga parla di:
impersonalità, osservazione e uso dei dialoghi.
· Giovanni Verga:
o prefazione a L’amante di Gramigna: impersonalità
o Fantasticheria: ideale dell’ostrica.
o Prefazione a I Malavoglia: la storia e il progresso.
Caratteristiche del Verismo italiano:
Carattere regionale: tre scrittori del sud che parlano dei problemi delle masse contadine del sud.
Ricerca della totale in personalità.
Tecniche espressive particolari:
dialogo,
parlato,
termini dialettali,
discorso indiretto libero.
 Visione pessimistica del mondo.


Giovanni Verga:

vita:
1840: nasce a Catania da nobile famiglia, di idee liberali. Qui compie i primi studi.
1865-1872: si trasferisce e vive a Firenze, dove conosce, tra altri intellettuali, Capuana.
1872 1893: si trasferisce a Milano, dove amplia la propria cultura, venendo a contatto con le opere dei
Naturalisti francesi.
Dalla riflessione sull’ingiustizia sociale nasce l’idea del “ciclo dei vinti”. Inizia anche il teatro verista con
Cavalleria rusticana (1884).
1893 1922: torna a Catania, dove si rimpiega in se stesso, sempre più pessimista, abbandonando la letteratura e
diventando sempre più reazionario.
Percorso letterario:
Prima fase giovanile, pre-verista:
 romanzi: storico-risorgimentali ed erotico-sentimentali, tipo romanzi d’appendice, con storie d’amore e
passione di donne fatali.
 Il più famoso fu Storia di una capinera (1871).
Fase di transizione: ribellione alle ingiustizie sociali, contro la ricca società borghese:
 Nedda (1874): temi e ambienti veristi, ma non le tecniche.
 Rosso malpelo (1878): prima novella verista.
Verga verista: poetica e idee guida:
 Teorie evoluzionistiche: senso della vita come lotta, individuale e di classe, che porta a un progresso che
si sviluppa sempre a spese dei singoli, i “vinti” -> ciclo dei vinti (prefazione a I Malavoglia).
 Questione meridionale -> inchieste parlamentari (Sidney Sonnino e altri): Verga verifica nella sua terra
le leggi economiche e la divisione in classi sociali, contro cui è inutile ribellarsi: prova pietà per i
poveri, ma non crede nel cambiamento, è conservatore -> ideale dell’ostrica (Fantasticheria).
 Influsso del Naturalismo francese: impersonalità (prefazione a L’amante di Gramigna).
Opere:
Vita dei campi (1880):
raccolta di otto novelle, tra cui:
 L’amante di Gramigna,
 Fantasticheria, Rosso Malpelo,
 Cavalleria rusticana.
 Impersonalità e rappresentazione obiettiva dei meccanismi della vita, delle sue lotte e del destino
inevitabile di sconfitta dei deboli.
 Sacrelità di certi valori primordiali del mondo contadino: onore, famiglia, ritualità primitive.
 Conflitto tra gli individui e la società, corrotta e corruttrice (Rosso malpelo, ma anche I
Malavoglia).
I Malavoglia (1881):
primo romanzo del “ciclo dei vinti” (I Malavoglia – 1881, Mastro Don Gesualdo – 1889, La duchessa di Leyra,
L’Onorevole Scipioni, L’uomo di lusso).
È un romanzo corale (più di 40 personaggi) perché il protagonista è l’intero paese di Aci Trezza (su cui si
riflette il destino dell’intera Sicilia). Narra le vicende della famiglia Toscano (i Malavoglia), tra il 1864 e il ‘76.
Benestanti pescatori, perché padroni della casa del nespolo e della barca “Provvidenza”, vanno alla ricerca di
una condizione migliore, dandosi al commercio. Ma la barca affonda con il carico e il capofamiglia, e i
Malavoglia restano vittima degli usurai, che si prendono la casa del nespolo. Alcuni di loro muoiono: Luca, in
battaglia, richiamato alla leva militare, Maruzza di colera e il vecchio padron ‘Ntoni di dolore. Altri finiscono
male: ‘Ntoni in carcere per aver tentato il contrabbando, Lia persa in città e Mena costretta a non sposarsi, per il
disonore. Alla fine il più giovane, Alessi, riscatta la casa e vi ritorna con la moglie. Ma non c’è più posto per
‘Ntoni, che ha disonorato la casa dovrà andarsene lontano.
Alcune riflessioni su I Malavoglia:
è una storia di sconfitta del tentativo di elevarsi dalla povertà
Titolo: è la’ngiuria: soprannome popolare della famiglia: tecnica della regressione -> voce narrante interna al
mondo rappresentato.
Piena impersonalità: discorso indiretto libero in tutto il romanzo. Scene corali che si sovrappongono:
confusione, racconto che nasce da sé.
Vinti =
 collettività -> fallimento del Risorgimento,
 singoli
Novelle Rusticane (1883):
12 novelle tra cui:
 Libertà,
 La roba.
 Rappresentazione delle dure leggi della realtà.
 Fatti storici, come la promessa della terra, fatta dai garibaldini alla povera gente, o la
repressione di Bixio contro la folla. (Libertà)
Per Verga vi sono leggi naturali implacabili che tracciano il percorso di dolore dei personaggi. E la lotta per la
sopravvivenza appare più disumana perché i tentativi di cambiare le cose sono inutili e pericolosi, soprattutto se
fatti dai poveri, ignoranti, inesperti e ingenui.
Mastro Don Gesualdo (1889):
 Storia di sconfitta e di solitudine.
 Impossibile ribellarsi al destino economico e sociale.
 Tra l’egoismo e gli intrighi del Paese regna solo l’incomunicabilità, che porta alla solitudine più estrema.
Trama:
Don Gesualdo Motta è un capomastro che si è arricchito col duro lavoro. Per salire nella scala sociale, lascia la
fedele sposa e la famiglia, e sposa una nobile povera. Lei lo disprezza e lo tradisce, così come la loro figlia.
Anche i parenti di Gesualdo gli sono ostili, perché invidiosi, anche se lui li aiuta. I parenti della moglie poi
tramano contro di lui. Persa la moglie, muore disprezzato da tutti nel palazzo cittadino della figlia.
Tematiche:
Il mito della roba rovina qui anche i più cari affetti familiari, unico elemento sereno nella vita dei poveri.
Il pessimismo di Verga include qui tutti gli uomini, di qualsiasi classe sociale, senza lasciare illusioni.
Altre opere:
Il teatro:
Cavalleria rusticana (1884): dà il via a varie opere di teatro verista, rinnovando i temi e gli ambienti del teatro
italiano, allora fermo su temi borghesi (amori e tradimenti).
Tecniche e stile di Verga:
Tecniche:
 Discorso indiretto libero: è un discorso indiretto (non introdotto da verbi come “dire” o “pensare”), che
posiziona il punto di vista a livello di un ipotetico narratore popolare o della comunità del paese
(“coro”), o di un personaggio specifico, regredendo così al loro livello culturale e sociale.
Esempio: “Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi e (dicevano che) aveva i capelli rossi
perché era un ragazzo malizioso e cattivo”. Il verbo “dicevano” è sottinteso.
 Uso di paragoni tratti dalla vita animale, dal mondo contadino dei personaggi.
In Vita dei campi:
 alternarsi tra:
 Piano della regressione, a livello di personaggi.
 Piano oggettivo dell’autore, che definisce la realtà storica della situazione.
Ne I Malavoglia:
 tecnica della regressione con alternarsi tra:
 discorso indiretto libero,
 discorso indiretto,
 discorso diretto.
Esempio: “Santo diavolone! Stavolta andava a finir male” (prima parte: discorso diretto, seconda
parte: discorso indiretto libero sottolineato dal cambio di tempo verbale)
Stile:
 Linguaggio: dà l’idea che a narrare siano gli stessi personaggi e non l’autore.
 Italiano con coloritura siciliana, senza parole colte.
 Sintassi popolare. Esempio: “nella camera accanto, che vi dormiva la Mena..”.
 Frasi paratattiche: brevissime, spezzate, coordinate per asindeto o polisindeto.
 In Mastro Don Gesualdo: aumenta la letterarietà e il discorso diretto (dialoghi). Il discorso indiretto
libero diventa un monologo interiore.

/ 5
Grazie per aver votato!