Malcom X

Malcom X

La Vita

Settimo di undici figli, Malcolm X nasce Malcolm Little, il 19 maggio 1925 a Omaha, nel Nebraska. Suo padre, Earl, era un pastore battista che aveva lasciato la Georgia per il Nord; la madre, Louise Norton, era una immigrata di Grenada, a quel tempo isola antillana che apparteneva all’impero britannico. Entrambi avevano aderito alla Universal Negro Improvement Association, il movimento pan-africanista di liberazione dei neri, fondato nel 1914 dal politico giamaicano Marcus Garvey. Poiché il padre amava diffondere le idee di Garvey e aspirava a vivere in un’area non segregata, frequenti erano gli spostamenti della famiglia: Filadelfia, Milwaukee, Lansing nel Michigan ecc. 

A quel tempo tra i gruppi razzistici più attivi vi era il Ku Klux Klan, fondato nel 1867 nel Tennessee da ex-appartenenti all’esercito sudista, messo

fuorilegge nel 1869 e rinato in Georgia nel 1915. Nel Nord la sua appendice più importante era la Legione Nera, composta per la maggior parte da immigrati italiani e slavi. Proprio a questa organizzazione si attribuì, nel 1931, la morte del padre di Malcolm, colpevole di aver predicato “al di là delle rotaie”, dove si trovavano i quartieri segregati dei neri.

Non si fece mai alcuna indagine per scoprire i colpevoli. Alla disgrazia familiare si aggiunse quella economica. Erano gli anni della Grande Depressione seguiti al crollo di Wall Street del 1929.

Il 1931 segnò  anche la fine del movimento di Garvey, entrato in  crisi anche a causa della scissione di un piccolo gruppo capeggiato da Elijah Poole, operaio nero, immigrato dalla Georgia e licenziato dalla Chevrolet di Detroit. Poole divenne uno dei fondatori della Nazione dell’Islam, setta che avrebbe poi avuto un’importanza rilevante nella vita di Malcolm.

Nel 1937 la cronica mancanza di reddito e proprio la grave malattia che aveva colpito la madre cominciarono a disgregare la famiglia di Malcolm, che venne affidato ad alcuni amici. L’anno seguente fu espulso dalla scuola per “cattiva condotta e comportamento anti-sociale” e venne spedito nella casa di correzione di Lansing. 

Nel gennaio 1939 gli assistenti sociali e il giudice decisero, dopo l’aggravamento della malattia, di rinchiudere la madre Louise in manicomio (Malcolm scriverà nella sua Autobiografia ch’essa “era stata distrutta dalle umiliazioni dei funzionari dell’assistenza pubblica”). 

Intanto Malcolm, nel correzionale dello Stato del Michigan, si segnalava come brillante studente. Regge due anni, poi inizia a sentirsi discriminato e scoraggiato dal voler intraprendere la carriera dell’avvocato.  Compiuti 16 anni e grazie alla tutela della sorella maggiore Ella, Malcolm va a stabilirsi a Roxbury, il ghetto nero di Boston. Qui lavora come lustrascarpe davanti ai club di Harlem e in seguito come inserviente nei ristoranti e sui treni della costa orientale. 

Dopo l’entrata in guerra degli Usa contro il Giappone, fece girare la voce d’essere un simpatizzante dei nipponici e un fautore della guerra contro i razzisti del Sud: così evitò la chiamata nell’esercito.

Intanto, grazie al lavoro sui treni, scopre Washington e New York. Frequenta il milieu anarchico dei bassifondi, lascia il lavoro, diventa organizzatore di scommesse clandestine, spacciatore di droga ed entra nel giro della prostituzione ad Harlem.

ANNIVERSARIO ASSASSINIO MALCOLM X

34 anni fa, il 21 Febbraio 1965, durante un discorso in una sala congressi di Haarlem, veniva assassinato MALCOLM X, simbolo di molte delle rivendicazioni sociali più radicali avanzate dai neri americani negli anni ’60/’70.

Un anno prima del suo assassinio, Malcolm aveva duramente messo in contraddizione la generalizzazione – che la Nazione dell’Islam e lui stesso facevano – di vedere inderogabilmente tutti i bianchi come padroni e tutti i neri come sfruttati, constatando al contrario lo stretto legame presente nella realtà dei fatti fra divisione sociale razzista e contrapposizione strutturale classista del sistema capitalista.

Alla fine del suo percorso analitico-critico della realtà afroamericana degli anni ’60, Malcolm X arrivò quindi a comprendere che esiste una disuguaglianza fra sfruttati e sfruttatori che va oltre il colore della pelle, e a teorizzare dunque la necessità di alleanze interrazziali fra tutti coloro individuassero in un violento rovesciamento sociale il mezzo per sovvertire l’ordine capital-razzista degli Stati Uniti d’America .

L’essere uscito dalla logica razzista della Nazione dell’Islam, funzionale al perpetuarsi del capitalismo, per avvicinarsi ad ambienti più propriamente rivoluzionari diventò per Malcolm X una condanna a morte.

FBI e Nazione dell’Islam la eseguirono utilizzando il piano speciale “COINTELPRO”, lo stesso che in seguito provvederà a reprimere (attraverso la diffusione di droghe pesanti nei ghetti) le esperienze più radicali dell’emancipazione del proletariato nero (il B.P.P., i “Move”…).

Malcolm X pagò con la vita per essersi scagliato contro la più forte di quelle organizzazioni che servivano a dirottare la radicalità dei bisogni del proletariato afroamericano sulla radicale teorizzazione di un separatismo razziale nazi-folk.

Malcolm X pagò le prime parole di un discorso che gli fu impedito di concludere per soffocare sul nascere una sollevazione impossibile da ingabbiare ed istituzionalizzare, la sollevazione di classe successivamente perseguita da organizzazioni come il B.P.P., il “Drum”…

MALCOLM X VIVE NELLA LOTTA QUOTIDIANA CONTRO IL RIFORMISMO, CONTRO LA STRUMENTALIZZAZIONE FASCISTA DEL MALESSERE DEI PROLETARI E CONTRO LA REPRESSIONE, MA ANCHE NELLA CRITICA AL DOGMATISMO PROPRIO DI CHI NON CONCEPISCE LA DIALETTICA ANCHE COME STRUMENTO DI COSTANTE AUTOCRITICA E VERIFICA DELLE PROPRIE IDEE E DEL PROPRIO PERCORSO DI LOTTA.

– 21 FEBBRAIO 1998 –


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