LA RIVOLUZIONE RUSSA IN BREVE
LA RIVOLUZIONE RUSSA IN BREVE
FONTE https://temidistoriaefilosofia.wordpress.com/la-rivoluzione-russa/
All’inizio del 1917. La Russia era un paese in preda ad una forte tensione sociale, causata dall’andamento negativo della guerra. Oltre che per i soldati al fronte, le condizioni di vita erano difficili anche per la popolazione civile, in quanto il sistema di approvvigionamento aveva perso efficacia.
26 febbraio 1917. “Rivoluzione di febbraio”. Creazione della “Duma” (parlamento), in cui la corrente borghese e liberale è in maggioranza, e dei “soviet” (assemblea), in cui le correnti socialiste sono prevalenti. Le due assemblee, espressione di classi sociali e d’intersessi molto diversi, si trovarono spesso su posizioni distanti, in particolare i punti più spinosi erano:
1. Continuazione o termine della guerra;
2. Riforme istituzionali;
3. Riforme economiche (tra cui la distribuzione delle terre). È istituito un governo provvisorio per avviare una fase costituente.
2 Marzo. La Duma e i Soviet dichiarano decaduto lo Zar Nicola II. Nasce un nuovo governo formato da rappresentanti dei cadetti (moderati), menscevichi e socialisti rivoluzionari. A capo del Governo Provvisorio fu eletto il principe Georgij Lvov che venne poi sostituito da Aleksandr Kerenskij. La composizione trasversale del governo doveva garantirne l’appoggio di tutte le classi sociali. I partiti socialisti, pur godendo dell’appoggio delle masse contadine, operaie e dei soldati, non si ritengono in grado di guidare lo stato e il suo apparato, per questo non rinunciano all’alleanza con la borghesia. Inoltre, non vogliono che la borghesia entri nelle fila della restaurazione
3 aprile 1917. Lenin rientra dall’esilio, “Tesi di aprile”: potere ai soviet; pace immediata; terra ai contadini e fabbriche agli operai. I Bolscevichi (frazione di maggioranza del Partito Socialdemocratico Russo opposto alla minoranza-menscevichi) assumono il nome di Partito Comunista Russo, in modo da differenziarsi del tutto dalla Seconda Internazionale.
3 luglio 1917. I soldati di stanza a Pietrogrado, dopo aver ottenuto l’appoggio degli operai, si recarono alla sede del partito bolscevico chiedendo l’abbattimento del governo provvisorio. I bolscevichi, pur ritenendo prematura l’azione, non osarono opporsi al volere delle masse e diedero inizio ad un tentativo rivoluzionario, che venne però rapidamente represso. Lenin è costretto a fuggire, mentre molti membri del partito comunista vengono arrestati.
Luglio-agosto1917. “Crisi di luglio”, il generale Kornilov tenta il colpo di stato contro il governo provvisorio di Aleksandr Kerenskij: le sue truppe marciano su Pietrogrado. Il capo del governo, tradito dai generali, è costretto a chiedere aiuto ai bolscevichi, gli unici in grado di preparare la difesa della città: in breve tempo venne creato un “Consiglio di guerra per la difesa di Pietrogrado” che organizzò venticinquemila operai nella Guardia Rossa. Il governo provvisorio, senza neppure combattere, è salvato e viene proclama la repubblica, il prezzo pagato è però altissimo: i bolscevichi, artefici del successo, comprendono che la loro forza è in ascesa.
Settembre 1917. I bolscevichi conquistano la maggioranza relativa al soviet di Mosca.
25 ottobre 1917: le guardie rosse prendono il “palazzo d’inverno”, inizio della rivoluzione d’ottobre e formazione di un governo bolscevica (consiglio dei commissari).
Novembre 1917. Alle elezioni per l’assemblea costituente i social rivoluzionari ottengono 21 milioni di voti, i bolsceviche 9 milioni. Lenin non vuole lasciare il potere e scioglie l’assemblea. Un milione di persone, in fuga dalla rivoluzione, abbandonano la Russia.
Marzo 1918. Pace di Brest-Litovsk. Il partito bolscevica prende il nome di partito comunista.
1918-1919. Guerra civile tra i bolscevichi e le armate “bianche” (monarchici, cadetti, social rivoluzionari appoggiati dall’Intesa). La gravissima crisi economica (ritorno al baratto, agricoltura ridotta alla sussistenza, nazionalizzazione delle banche e cancellazione dei debiti con l’estero) è affrontata dai bolscevichi con l’instaurazione del “comunismo di guerra”. L’Armata Rossa, organizzata genialmente da Trotzkij, riesce ad avere la meglio sulle armate bianche.
1920-21. Fallimento della politica economica: una gravissima carestia spopola le città e provoca 3 milioni di morti in Ucraina e in Russia.
1922. nasce l’unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS).
1922-1924. NEP, nuova politica economica: liberalizzazione della piccola produzione agricola (riemerge il ceto dei contadini ricchi – Kulaki), del commercio e della piccola industria. Grande industrie e banche restano saldamente in mano statale.
1924. morte di Lenin, Stalin va al potere. Contrasto tra Stalin (comunismo in un paese solo) e Trotzkij (rivoluzione permanente) ed eliminazione di quest’ultimo.
1928-32. collettivizzazione delle campagne e sterminio dei Kulaki (5 milioni tra morti e deportati), il cui effetto immediato fu una gravissima carestia (solo in Ucraina si stimano 4 milioni di morti). Inizio dei piani quinquennali e industrializzazione del paese: nel primo piano quinquennale la produzione industriale aumenta del 50%; nel secondo piano aumenta del 120%. Vengono aperti i gulag (campi di concentramento) e iniziano le grandi purghe (la prima è del 1934 ed è diretta verso i quadri dirigenziali del partito).
1937. Lettera apostolica Divini Redemptoris. La Chiesa cattolica condanna il comunismo materialista e ateo. Il comunismo sostituisce alla redenzione (liberazione dal male) operata dal Cristo e alla promessa di un paradiso celeste, la redenzione realizzata dall’uomo stesso (rivoluzione), che ha portato al paradiso in terra (società comunista).
1940. Trotzkij è ucciso in Messico da un sicario di Stalin.
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